Killing Joke
Killing Joke
Se si volesse provare a descrivere in poche parole lo stile unico dei Killing joke, senzaltro il punto di partenza sarebbero i versi di Wardance: Music for pleasure/ it's not music no more/ music to dance to/ music to move/ this is music to march to/ it's a war dance. La loro musica è proprio questo: non è intrattenimento, non è piacevole, è una macabra marcia di morte, un frenetico rituale monotono e solenne dove sono continuamente riproposti i temi della morte, della desolazione, della decadenza psicosociale dellindividuo in una società avvertita come lontana e allo stesso tempo opprimente.
Storia del tutto particolare quella dei Killing Joke. Se le origini del gruppo infatti sono da collocare allinterno del variegato scenario della new-wave dark dei primi anni 80 britannici, per via di un sound parente stretto di Joy division e Bauhaus, è impossibile non notare una predisposizione molto accentuata alla contaminazione, senza alcun riserbo, con un heavy metal martellante e marziale, rumorismo acido, frenesia punk, dub e sperimentazione elettronica.
Storia del tutto particolare che ha visto poi una tendenza progressiva ad addolcire la formula sonora in favore di uno stile senza dubbio più accessibile, ma non altrettanto ispirato e, infine, almeno da Fire dances in poi, a una vistosa virata di rotta verso una dance alternativa e dal sapore piuttosto funk
Storia condita da numerosi litigi e cambiamenti di organico che non ha però impedito ai Killing Joke di qualificarsi come una dei gruppi più originali allinterno delloscuro clima musicale dell epoca.
Il loro primo, omonimo, album è un calderone ribollente di rabbia, spleen esistenziale, di fobie e nevrosi di ogni sorta; unaffannosa e angosciata descrizione dellumana sofferenza.
I primi suoni (rumori) di Requiem sono scanditi da un assillante sintetizzatore che snocciola ritmi da cardiopalma. Lincedere disperato e feroce di Coleman esplode in un ritornello dalle fosche tinte apocalittiche mentre la sezione ritmica ossessiva e monotona evoca a gran voce il nome Bauhaus.
Laltro singolo, Wardance è ancora più estremo e frenetico. Latmosfera dub e rumorista di sottofondo è continuamente e implacabilmente sferzata dalla voce metallica e minacciosa di Coleman in una sorta di masochistico elogio della precarietà e dellinstabilità emotiva. È lideale colonna sonora per un dramma di Harold Pinter.
In Tomorrows world è ancora presente landamento ritmico incalzante fino quasi allesasperazione della batteria e il rumorismo di matrice velvettiana, ma a rendere la composizione veramente inquietante sono i delicati tocchi di tastiera che contribuiscono a creare un vortice ipnotico di scuola Public image. La visione del mondo dei Killing Joke è sempre più pessimista: la loro spengleriana profezia apocalittica paventa linesorabile tramonto della civiltà umana. Lo stesso Coleman qualche anno più avanti andrà in Islanda ad attendere, a suo dire, la fine del mondo.
La strumentale Bloodsport e The wait, questultima molto simile a Wardance, contribuiscono a rafforzare il messaggio di decadenza e follia che traspira da ogni singola nota e fonema del gruppo.
Ancora gli echi ipnotici dei PIL di First issue sono protagonisti della sarcastica Complications, mentre lepilogo di Primitive, come da titolo, suggella il carattere grezzo e istintivo dei Killing Joke. Lo scherzo che uccide non scherza affatto.
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