R Recensione

7/10

Fischerspooner

Entertainment

I Fischerspooner sono dei maestri nel fare del marketing un’ arte. Non che la loro proposta musicale sia smaccatamente commerciale, nonostante l’immediatezza pop di certe composizioni e il successo del singolo (non a caso intitolato) Emerge e dell’album Odissey, bensì  è il loro progetto preso nel suo insieme ad essere un esempio di come la comunicazione e l’arte siano sempre più correlate al giorno d’oggi. Il duo infatti, formato da Warrren Fischer e da Casey Spooner ha sempre giocato sull’immagine e sull’impatto molte delle sue carte per raggiungere quella notorietà che non sempre quel tipo di elettronica, per sua natura, garantisce ai suoi interpreti. Una cura per l’immagine che ha portato il duo a includere nel progetto Fischerspooner una ventina di elementi fra ballerini e vocalists.

I loro show multimediali sono poi quanto di più particolare si possa immaginare: fra coreografie teatrali e spettacoli al limite del circense, sembra quasi di assistere a una versione post-moderna del teatro totale wagneriano, in cui la logica dell’immagine e dell’impatto visivo si devono fondere con la musica per colpire l’ascoltatore. L’idea dell’urto è anche insita nella stesso nome del genere di riferimento della band: quell’electroclash di cui il gruppo newyorkese è fra gli esponenti più originali nella sua capacità di fondere l’elettronica, la dance, il synth pop anni ottanta.

L’atteggiamento glam invece, più che un punto di riferimento musicale, è uno stile di vita: provocazione e ostentazione sono un’altro aspetto che serve a plasmare l’immagine fascinosa del gruppo. Non manca infine un certo gusto futurista (in vivace contrasto con il carattere retrò che il glam presuppone), elemento per altro già evidente in gruppi quali Depeche mode o Pet shop boys. Da questo punto di vista, l’inquietante copertina, fra  estetica cyberpunk e Devo, è emblematica. Ciò che ci interessa maggiormente però è, ovviamente, la musica. A tenere insieme quella che molti detrattori del genere (ozioso dire se a ragione o meno) amano definire “plastica” sono le armonie pop, che non mancano, anzi che danno intensità e umanità a questo guazzabuglio di suoni artificiali. Armonie pop semplici, ma di forte presa.

Già in Odissey il duo aveva fatto una sintesi che ha messo d’accordo un po’ tutti: gli amanti della dance e della musica da ballare in generale, i simpatizzanti per certa elettronica targata Pet shop boys e Kraftwerk e i nostalgici del synth pop newwavettaro anni ottanta, con i vari New Order, Depeche mode, Human league. Come nel precedente Odissey non mancano neanche qui canzoni dal fascino immediato e cristallino, a cominciare dalla confessione, che non aveva bisogno di essere esplicitata a dire il vero, We are electric, con un mini-pop-anthem di scuola Depeche mode, ma anche la vivace opening track The best revenge.

Fra le più interessanti anche Supply and demand dal taglio oscuro e vagamente punk: siamo nelle lande che amavano perlustrare i New Order. Smaccatamente pop poi, Infidels of the world unite che ama giocare sul celebre motto Marxista “Workers of the world unite”, ma che richiama maggiormente, sul versante musicale, una Shoplifters of the world unite degli Smiths che sembra mixata (ebbene sì) con Sweet dreams degli Eurythmics. Altro scherzetto del duo newyorkese è danse en france cantata in un improbabile francese fra il sensuale e il sintetico.

Come da titolo, Entertainment è prima di tutto divertimento, un divertimento abbastanza trasgressivo ma mai fine a sé stesso che replica le buone cose fatte vedere nell’apprezzato Odissey.  Si prevede un bis anche di (numerose) copie vendute.

V Voti

Voto degli utenti: 5,8/10 in media su 6 voti.
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rael 7/10
viveur 4/10
target 5/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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superPOP girl (ha votato 6 questo disco) alle 19:39 del 4 aprile 2010 ha scritto:

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Davvero molto bravo nel descrivere a parole il "progetto Fischerspooner" senza cadere nel fraintendimento. Certo è che questo disco MI suona come la fotocopia dei precedenti e quindi tendo ad apprezzarlo meno.

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 11:01 del 30 aprile 2010 ha scritto:

io l'ho trovato non troppo riuscito, e la stessa impressione ho avuto di Odissey. Peccato che manchi il paragone con #1, che rimane ancora il loro disco migliore.