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R Recensione

8/10

Twin Shadow

Forget

Se lo dovessimo giudicare dall’aspetto esteriore, Twin Shadow, al secolo George Lewis Jr., tutto sembrerebbe tranne che un revivalista della new wave; ma si sa, le apparenze ingannano, e a volte basta scavare leggermente più a fondo per farsi sorprendere; e Forget è senz'altro una bellissima sorpresa.

Quello che eleva al di sopra della media l’esordio di questo strano tipo di origini dominicane, ingaggiato recentemente dalla storica etichetta 4AD, non è l’originalità, o almeno non solo: in fondo si parla dell’ennesimo revival di un genere, la new wave, che già da tempo ha superato il suo momento di massimo splendore. In questo disco, però, al contrario di molti esercizi di stile senza personalità, si avverte la stretta vicinanza del suo protagonista alla musica che vi è dentro. Insomma, si parte dalle influenze di Echo & The Bunnymen, Depeche Mode, New Order (tutta quella scena new wave/synth pop che spopolò in Inghilterra negli anni Ottanta, per intenderci), ma si approda infine a qualcosa di personale e creativo, curato nei minimi dettagli. Appare importante in questo senso il contributo in fase di produzione di Chris Taylor dei Grizzly Bear, che ha saputo imprimere alle 11 tracce di questo Forget un grande senso della misura e una perfetta giustapposizione di vari elementi, che rendono il tutto stuzzicante e mai noioso. È un lavoro colmo di un fascino sensuale, indiscreto, con un gusto per la melodia obliquo, mai banale o piatto: trattiene forse le sue potenzialità al primo ascolto, per liberarle in quelli successivi, fino a farvi andare di repeat continui.

Si respira un’atmosfera distesa e pacifica, merito della voce da crooner di Lewis e di arrangiamenti mai invadenti, ma sempre soffusi, con quelli svolazzi eighties e quei groove ipnotici (a proposito, linee di basso davvero assassine) che riempiono di malinconia e trasognata nostalgia, sempre però con un occhio di riguardo al dancefloor.  Nell’eccellente "Slow", epica cavalcata tra riff vagamente à la Police e voce Morrisey-ana, Lewis decanta: “I don’t wanna believe in love” e più che l’afflizione di un innamorato deluso richiama l’idea di un amante perfido che lascia spasimare le sue corteggiatrici. Tutto il disco procede così, con questo spirito lascivo, provocatorio, ma irresistibile in ogni sua sfaccettatura.

E Shadow sa anche per bene quando e come calare gli assi dalla manica, rendendo il suo one-man show di ottimo livello per tutta la sua durata, con picchi al momento giusto; all’inizio ti accarezza in superficie con l’eterea "Tyrant Destroyed", poi ti incanta con la propulsiva "When We’re Dancing", ti fa sudare da matti con la scalpitante new wave di "I Can’t Wait", ti solletica con la sensualità di "Shooting Holes At The Moon", esplode in un ritornello liberatorio su beat New Order-iano in "At My Heels", ti trasporta in un atmosfera nebbiosa con la pace notturna di "Yellow Balloon", controlla se sei a posto con le pulsazioni in "Tether Beat", prima di calare l’incredibile poker finale: una "Castles In The Snow" piena di elegante melodicità, un uno-due imponente con "For Now" e "Slow" e una delicata ma intensa conclusiva "Forget".

Un perfetto mix di creatività e divertimento, dunque, che merita di essere analizzato a fondo, prendendosi tutto il tempo di scoprire i numerosi dettagli di cui è arricchito. Perchè Forget è un disco davvero difficile da “dimenticare”.

 

V Voti

Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 10 voti.

C Commenti

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crisas (ha votato 7 questo disco) alle 1:35 del 29 settembre 2010 ha scritto:

Interessante !

tarantula (ha votato 4 questo disco) alle 12:36 del 29 settembre 2010 ha scritto:

Al primo ascolto uno shock! La prima cosa che mi è balzata in mente è: "che è 'sta roba?"

Leggo varie recensioni per cercare di capire e noto entusiasmo. Allora mi ributto negli ascolti per vedere quello che, evidentemente, mi era sfuggito ma, sinceramente, più ascolto e più trovo un abisso di banalità!

Sicuri di non esservi fatti influenzare dall'hype?

sfos, autore, alle 13:54 del 29 settembre 2010 ha scritto:

Le opinioni sono opinioni; però ecco, posso assicurare che non sono stato influenzato dall'hype; anzi, questo disco ce l'ho da qualche mese, quindi avevo le idee molto chiare.

tarantula (ha votato 4 questo disco) alle 14:22 del 29 settembre 2010 ha scritto:

"Le opinioni sono opinioni;"

Assolutamente sì ed il mio intervento non voleva essere provocatorio né accusatorio.

Ora, però, voglio spiegarmi bene per evitare di far sembrare ciò che non è: sono nato e creciuto a pane e musica anni '80 ed i miei 40 anni lo testimoniano quindi certo tipo di musica esercita un indubbio fascino su di me e, pur sapendo che quel mood è morto e sepolto (perché sono morti quei tempi!), al cuore non si comanda!

Tuttavia, qui ho trovato un disco dance oriented e pure di quelli "sempliciotti". Con gli ascolti, si sa, si può cambiare idea ma questo non invoglia a tornarci su chissà quante volte perché risulta troppo appiccicoso sin dal primo ascolto ed i successivi, invece di svelare nuovi particolari, diventano una visita in una casa che si conosce angolo per angolo e, quindi, noiosa.

Comunque, a volte è anche l'umore di alcuni periodi della vita che influenzano nell'assimilazione di determinate opere d'arte, dunque, cercherò di tornarci su più in là con un diverso stato d'animo per vedere se scorgo ciò che altri hanno sentito ed io no.

target (ha votato 7 questo disco) alle 14:28 del 29 settembre 2010 ha scritto:

Io sono d'accordo col recensore: disco pop di ottima fattura. Pop, proprio, nel senso più cristallino: canzoni pulite, arrangiamenti raffinati, belle melodie (piacerà forse a chi apprezza i Death Cab For Cutie, per dire, di una "Soul meets body"). Certo, lui è inguardabile.

simone coacci alle 14:32 del 29 settembre 2010 ha scritto:

RE:

Recensore che, di suo, ha fatto un ottimo lavoro peraltro.

sfos, autore, alle 14:50 del 29 settembre 2010 ha scritto:

No, ma io non me la sono presa, tarantula: infatti io stavo rispettando la tua opinione, non stavo difendendo la mia..

comunque grazie dell'apprezzamento

crisas (ha votato 7 questo disco) alle 16:19 del 29 settembre 2010 ha scritto:

Mi piacciono molto i suoi ,l'arrangiamento ed il mixaggio, l'atmosfera un pò 80 ma allo stesso tempo moderno, senza abusi di suoni distorti o reverizzazioni.

La sua voce è particolare ed equilibrata, ha un non so che di freddo che mi piace, non cade mai sulle melodie.

Il personaggio rende ancora più intigrante le sue canzoni.

Poi per quanto riguarda le canzoni sono gusti e come avete scritto... stati d'animo,secondo me con tanto piattume in giro Castles in the snow è un raggio di sole.

crisas (ha votato 7 questo disco) alle 16:52 del 29 settembre 2010 ha scritto:

Detto questo l'Album è un insieme di belle canzoni e canzoni più mediocri.

jackiestewart (ha votato 4 questo disco) alle 9:02 del 24 ottobre 2010 ha scritto:

se questo è puro pop siamo alla frutta

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 8:37 del 24 novembre 2010 ha scritto:

Io qui sarei d'accordo con Crisas ("l'album è un insieme di belle canzoni e canzoni più mediocri"),

solo che evidentemente sono diverse le canzoni che preferisco, visto che Castle in the snow è una di quelle che non mi piacciono. Questione di gusti, OK. Per me meglio la prima parte della seconda, meglio il poker iniziale di quello finale. Insomma sono d'accordo solo con me stesso.

Album carino nel complesso, ma forgettabile dai.. eheh

salvatore alle 22:02 del 27 aprile 2012 ha scritto:

Ci sono arrivato con molto ritardo, ma ci sono arrivato... E ne sono entusiasta! Pensare che ce l'avevo sul i pod da mesi...Devo maturare ancora un po' le idee, ma mi sta facendo impazzire!

Al momento completamente conquistato da "Tyrant Destroyed", "When We're Dancing" (meravigliosa), "Slow" e, soprattutto, "At My Heels", capolavoro di leggerezza. E mi chiedo: "Perché nessuno mi aveva detto che si trattava di una delle canzoni pop più belle degli ultimi anni? Sono in fissa... e il ritornello mi solleva da terra..."Lean your ladder against my window and I'll come down, I'll come down"