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R Recensione

9/10

Depeche Mode

Black Celebration

Black Celebration è considerato uno degli album più influenti degli anni Ottanta. I Depeche Mode all'alba del 1986 sono già una band affermatissima che sfodera un successo pop dopo l'altro, ma a questo punto qualcosa esplode nell'animo di Martin Gore, il principale compositore ddella band.

Fino ad allora gli album di Gore e compagni avevano offerto un sound tipico anni Ottanta, che non si differenziava particolarmente da quello di altre  band che a quell'epoca facevano un uso massiccio di sintetizzatori per costruire brani artefatti e alla moda pronti per le classifiche. Ma già con il precedente Costruction Time Again, del 1985, i toni cominciavano ad incupirsi, fino a diventare tetri come la notte in questo capolavoro  dell'anno seguente, che diventò fin da subito una pietra miliare del suono darkwave.

Apre le danze la title track, con un inquitante ticchettio di campionatore che non fa presagire nulla di allegro, specialmente quando l'inconfondibile voce di Dave Gahan  penetra nelle casse con tutta la sua magnifica glacialità. La seconda track è Fly on the Windscreen e i toni non cambiano: "Death is everywhere, there are fly on the windscreen" recita il primo verso, ed è quanto dire. Questo è goth allo stato puro, ma a differenza di quanto fatto dai maestri del genere, è l'elettronica a farla da padrone.

A Question of Lust, con il suo indelebile anthem,  è il singolo perfetto, oltre ad essere l'unico pezzo cantato da Martin Gore, mentre la successiva Sometimes addolcisce un pò gli umori dell'album con la sua base di pianoforte e il cantato malinconico di Gahan. It Doesn't Matter Two, tenebrosa con la sua base da film horror è una delle più riuscite dell'album, mentre A Question of Time, che sfodera uno di quei riff di sintetizzatore tanto in voga in quegli anni, è stata una hit fortunatissima. Stripped e Here is the House sono a parere di chi scrive i punti più bassi del disco, (anche se la prima diventerà un classico dei Depeche),  ma la sucessiva World Full of Nothing ci riporta sulle sulle tonalità meste e malinconiche che si erano un pò erano smarrite nella parte centrale dell'album.Dressed in Black è semplicemente perfetta, contruita con un testo misterioso al limite dell'esoterico e con le solite geniali intuizioni electro pop di Gore.

Chiude il disco New Dress, una delle poche canzoni in dei Depeche in cui si affrontino tematiche politiche e sociali: un mondo scosso dai fatti di cronaca più cruenti e l'opinione pubblica che si concentra sul nuovo abito indossato dalla principessa Diana. Nulla di più attuale.

Da qui in avanti la musica di questa meravigliosa band cambierà radicalmente. Le sonorità oscure e misteriose non abbandoneranno più i Depeche e i sintetizzatori cederanno un pò di spazio alle chitarre. A parere di chi scrive non il loro album migliore, ma indubbiamente non si può fare a meno di Black Celebration per capire a fondo la musica degli anni Ottanta.

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Voto degli utenti: 8,6/10 in media su 30 voti.
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lev 9/10
Zeman 7/10
alekk 8/10
Lepo 10/10
Steven 7,5/10
PehTer 10/10
B-B-B 9,5/10
Lelling 9,5/10
Dengler 8,5/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 8 questo disco) alle 23:09 del 2 gennaio 2009 ha scritto:

Band troppo spesso maltrattata da "certa" critica, i Depeche Mode si sono sempre espressi su ottimi livelli fino alla fine degli anni '90. Questo disco inaugura il loro periodo più creativo (che crescerà con i successivi "Music for the masses" e "Violator") ed anche il loro successo commerciale. Per qualcuno, una colpa.

simone coacci alle 23:24 del 2 gennaio 2009 ha scritto:

RE:

Ma ti riferisci a Pierino, per caso?

No, a parte gli scherzi, son bravi 'sti ragazzi. Io non ho nessun album loro, ma alcuni singoli pezzi che sono dei veri capolavori.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 0:25 del 3 gennaio 2009 ha scritto:

Algido, profondo, inquietante; Sicuramente l'album più ''maturo'' (fino al 1986) dell'ottima band di Basildon, nonchè l'album che più di tutti, strizza a più riprese l'occhio, alla scena ''dark'' (come segnala giustamente il recensore). Indubbia, a mio parere, la spinta e l'influenza che l'album, abbia dato all'evoluzione della musica pop (nel senso più ampio del termine). [mio voto: 8.5]. Ottima scelta Dario

DonJunio (ha votato 6 questo disco) alle 1:26 del 3 gennaio 2009 ha scritto:

Preferisco i Soft Cell (e "Music for the masses" a questo, non fosse altro per "To have and to hold"). Martin Gore è un grande(ma anche un grande paraculo), Dave Gahan è semplicemente insopportabile.

scottwalker (ha votato 10 questo disco) alle 10:06 del 22 febbraio 2013 ha scritto:

I SOFT CELL?Bravi ma non all'altezza dei depeche.

loson (ha votato 10 questo disco) alle 13:20 del 3 gennaio 2009 ha scritto:

Il mio preferito dei Depeche. L'album più "architettonico", gotico, fitto di motivi elettronici dal vago sapore "neoclassico" ("World Full Of Nothing", "Dressed In Black", "It Doesn't Matter Two"); per certi versi imparentato con l'indusrial danzereccio dei primi Coil ("Fly On The Windscreen"). Gore qui è al climax del suo talento compositivo e una sacra (profana?) triade come "Black Celebration"/"Stripped"/"This Is The House" se la sognavano in tanti, all'epoca. Il successivo "Music For The Masses" per non raggiungendo gli stessi apici di trionfalismo/intimismo dark, è un album discreto.

Disorder (ha votato 8 questo disco) alle 13:31 del 3 gennaio 2009 ha scritto:

titubo...

io li ho amati per un breve periodo...poi li ho ridimensionati...black celebration è un ottimo disco ma secondo me non è affatto l'album giusto per capire a fondo gli anni 80...direi più speak and spell o a broken frame...

lev (ha votato 9 questo disco) alle 18:43 del 3 gennaio 2009 ha scritto:

un vero gioiello, anche se x me il loro vero capolavoro resta "violator". e anche "music for the masses è leggermente superiore. i depeche mode sono stati il mio primo grande e vero amore musicale (nel lontano 1987 appunto con "music..."), quindi non posso essere molto obbiettivo, ma secondo me non hanno mai sbagliato un disco. certo, magari qualcuno un pò minore.

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 21:09 del 3 gennaio 2009 ha scritto:

troppo affrettato

e un pò troppi errori in questa recensione.

black celebration è praticamente indiscutibile. stripped è un pezzo mai sottovalutato e intoccabile.

è l'unico album in cui martin gore canta 4 canzoni (solitamente lascia il segno vocale solo per due pezzi ad album) dopo l'industriale e politico construction time again (1983)impreziosiscono l'elettronica fino alla splendido metallico some great reward (1984).....la pausa del 1985 con una raccolta dei primi 4 album e l'aggiunta di due singoli (tra cui la bellissima shake the disease) e questa nuova e imponente celebrazione: la principessa MORTE indossa un nuovo vestito..ancora una volta l'ironico gore a farla franca.

zao

Utente non più registrato alle 22:50 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

In realtà le tematiche politiche e sociali sono trattate dai DM già da Construction time again (come penso abbia detto trambology) e ci dimentichiamo anche di Blasphemous Rumors presente in Some great reward che all'epoca creò un polverone terribile visto il testo molto critico nei confronti della religione (altro tema caro al gruppo)?

Che Stripped sia una degli episodi più deboli del cd - ha fatto bene il recensore a precisare che si trattasse della sua opinione - è da vedere. Non sono d'accordo. A parte che lo considero il brano più longevo del gruppo, ancora oggi suona perfettamente pulito, basta confrontarlo già con le due Questions che hanno un suono più storicizzato. E poi il gruppo ha impiegato un mese per definirlo tant'è dovettero spostare - se non erro - la data di pubblicazione del disco. Gore addirittura lo voleva rifare.

Here's the house è un gioiellino, parla di un amore innocente vissuto nella stanza di lui/lei, ottimo preludio alla sensuale (e posteriore) in your room che la butta sul sesso e non te la manda a dire!

E cmq il germe del cambiamento era già presente in Some Great Reward, che da il La, Black Celebration aggiunge tutta la scala.

Bellerofonte (ha votato 9 questo disco) alle 23:16 del 26 marzo 2010 ha scritto:

Celebrazione Maestosa

Quando si deve commentare uno degli album che per te rappresentano qalcosa di più non è mai facile. Ma Black Celebration non potrebbe non essere il migliore album dei DP, basti pensare all'accuratezza, al tempo che ci hanno dedicato quasi diventando pazzi. Un culmine creativo eccezionale in cui le sonorità si intrecciano creando atmosfere uniche e nel loro caso inconfondibili.

Mirko Diamanti (ha votato 10 questo disco) alle 19:03 del 12 luglio 2012 ha scritto:

Qualcuno mi sa dire se le tre bonus tracks "breathing in fumes", "but not tonight" e "black day" sono essenziali o non valgono nulla?

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 19:40 del 12 luglio 2012 ha scritto:

Bhe roba da fan...breathing e' una extending un po' stravolta e strumentale di stripped, black day brevissimo pezzo diversificato con il testo di black celebration, but not tonight e' la b side di stripped , anche singolo in America perche colonna sonora di un film, mi pare....l ultima ne vale la pena...le prime due sono remix da Fans...ti consiglio il collectors edition se lo paghi 10 euro, c'è roba stupenda....se ti mancano shake the disease e its called a heart....quelle inserite solo nel collectors appunto...piu altra bella robetta . Ciao

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 12:31 del 24 dicembre 2012 ha scritto:

LETS HAVE A BLACK BUON NATALE DAY!

loson (ha votato 10 questo disco) alle 15:05 del 24 dicembre 2012 ha scritto:

Pensa che per me questo è l'album natalizio per eccellenza... XD Forse perchè lo scoprii proprio durante le feste di mooolti anni fa, e da allora lo associo a questo periodo dell'anno. Spero di essere sulla lista di Babbo Gahan...

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 2:17 del 25 dicembre 2012 ha scritto:

Ogni anno, dal 1986 a oggi, il 25 dicembre, mi ascolto sempre christmas island (b side di a question of lust) glaciale e ipnotico brano strumentale che apriva il black celebration tour....so che e' stupidino ma a 16 anni associai il titolo al periodo natalizio...quel tempo dark coi cappotti neri, le unghie nere, i capelli arruffati e lievemente depresso con quale brano potevo associare il natale?con quello di george michael?ciao los!

loson (ha votato 10 questo disco) alle 0:14 del 27 dicembre 2012 ha scritto:

Eheh, io lo ascoltavo a diciotto anni, in piena fissa bowie-joy division--japan-glam-synth-pop e altre meraviglie così... Mi sentivo molto dark ascoltando "Dressed In Black". Le unghie nere me le sono pure fatte, qualche volta. XD

alekk (ha votato 8 questo disco) alle 15:07 del 4 febbraio 2013 ha scritto:

forse l'album miglior di gahan e soci. quantomeno pari a "Music for the masses" e "Violator"

scottwalker (ha votato 10 questo disco) alle 10:00 del 22 febbraio 2013 ha scritto:

Un disco capace di suscitaRE DELLE EMOZIONI IMPERDIBILI, UNICHE! Un vero capolavoro.

Lepo (ha votato 10 questo disco) alle 10:27 del 24 giugno 2014 ha scritto:

Capolavoro da 10 fisso e basta. Stripped è immensa, una delle tre migliori canzoni di questa band stratosferica, altroché episodio minore!

scottwalker (ha votato 10 questo disco) alle 12:02 del 24 giugno 2014 ha scritto:

Concordo con lepo un vero capolavoro! Ma oltre Stripped, io porrei in grande rilievo La title track, fly on windscreen, e new dress.

Lepo (ha votato 10 questo disco) alle 12:30 del 24 giugno 2014 ha scritto:

Ma vogliamo parlare di It doesn't matter 2? Io la adoro è una delle mie preferite qua dentro e in assoluto nella discografia dei mode!

scottwalker (ha votato 10 questo disco) alle 13:42 del 24 giugno 2014 ha scritto:

Ciao Lepo, hai ragione me ne ero dimenticato di sicuro uno dei brani migliori!

PehTer (ha votato 10 questo disco) alle 10:13 del 24 agosto 2014 ha scritto:

C'è qualche errore: l'album precedente non è Construction Time Again (uscito nel 1983), ma Some Great Reward (1984) e A Question of Lust non è l'unico pezzo cantato da Gore, ma lo sono anche Sometimes, It Doesn't Matter Two e World Full of Nothing

braian-ino (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:38 del 13 gennaio 2015 ha scritto:

Here Is The House e Stripped punti bassi del disco proprio no.

Mi spiace.