R Recensione

6,5/10

Sundays & Cybele

Cosmic Gypsy House

Gypsy House” è stato il primo disco pubblicato dai Sundays & Cybele di Kazuo Tsubouchi, gruppo che dopo la pubblicazione di “Heaven” (2015) e “Chaos & Systems” (2017) si è rivelato come una delle realtà più interessanti nel panorama neo-psichedelico internazionale, riuscendo a superare i confini patrii e proponendosi anche nei confronti del pubblico occidentale.

Formatosi nel 2004 a Hokkaido, Giappone, i Sundays & Cybele prendono il loro nome dal celebre film di Serge Bouguignon del 1962 (“Les dimanches de Ville d'Avray”) e puntano a mescolare il suono tradizionale del loro paese con una acidità tipica della psichedelia anni settanta. Improntate a un certo drammatismo e romanticismo, le liriche di Kazuo Tsubouchi guardano dunque concettualmente al patrimonio del proprio paese di origine, mentre musicalmente resta valida l'ispirazione a quella scena raccontata da Julian Cope in Japrocksampler (2007). In questo caso specifico, tuttavia, parlando specificamente di Cosmic Gypsy House (Attalea Princeps) ci troviamo davanti alla versione dub del disco originale, opera dello stesso frontman della band e remixato nello stesso periodo delle registrazioni del disco originale.

Pubblicato nell'aprile 2014, “Cosmic Gypsy House” è un'opera che per la particolarità del suono non è sicuramente meno degna di nota della versione originale del disco. Le sonorità dub contaminano tutte le tracce di un certo groove acido che, rimescolato assieme alle sonorità psichedeliche del gruppo e alle performance vocali di Tsubouchi, assume i contorni di visioni allucinate alla Nicolas Winding Refn (“Waiting Dub #1”) oppure distorsioni spaziali di composizioni morriconiane (“Again & Againe”, “Waiting Dub #2”), riverberi espressionisti nello stile happening di Keiji Haino, remixaggi in chiave dub di sonorità psichedeliche della west coast accompagnate dal suono di un organo elettrico fantasma.

Un disco che probabilmente in Europa è stato poco considerato, così come in generale non vengono presi troppo sul serio tutti i gruppi che provengono dall'Asia, che vengono molto spesso considerati in qualche modo eccentrici. Come se fosse strano che un asiatico possa produrre della musica rock. Un pregiudizio che questo gruppo si propone di abbattere senza rinnegare le proprie origini culturali anche in un lavoro così particolare e carico di allucinazioni.

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