R Recensione

10/10

Bardo Pond

Bufo Alvarius Amen 29:15

Con valore assoluto questo è il vero grande capolavoro dei fratelli chitarristi John e Michael Gibbons.

Musica esclusivamente basata su droni supersonici: space rock che si rifà, musicalmente, al blues schizofrenico degli Mc5 e allo shoegazing degli Spacemen 3, concettualmente alle idee metafisiche dei Popol Vuh.

Mai più così limpidamente verrà rappresenta in seguito la concezione dei Bardo Pond di come dovrebbe essere interpretata la psichedelia: jamacid-rock elevate ad un piano soprannaturale.

Un crogiuolo di esperienze cosmiche e psichiche si intrecciano reiterate in vortici spirituali che tanto hanno a che fare con il filone della Kosmische Musik.

Non sembra, ma ciò che spesso è al centro delle composizioni di Bufo Alvarius sono le melodie: è un modo particolare di metterle in risalto, esse sono avvolte da polveroni i cui pulviscoli sono chitarre dronate, che si muovono con grazia divina trascinando con il loro incedere tutto ciò che le circonda.

E’ come se la realtà si distorcesse e divenisse lentamente un’allucinazione alla quale è impossibile sottrarsi.

Descrivere alcuni dei momenti più importanti può essere d’aiuto, ma non riuscirà mai a trasmettere tutta la forza espressiva di questa musica: Adhesive ci introduce in un paesaggio di distorsioni in maniera inizialmente pacata, ma che poi esplode violentemente come se avesse accumulato in pochissimo tempo una quantità enorme di energia cosmica; il blues rockBack Porch sembra richiamare i fantasmi dei Royal Trux, cosi come anche No Time To Waste.

La conclusione è emblematica, con i 26 minuti e 11 secondi della straniante Amen, una suite che ricorda molto le composizioni aritmiche e libere dei Tangerine Dream e le atmosfere cupe e inabissate dello Schulze di Irrlicht.

I Bardo Pond hanno sicuramente fatto dell’esperienza psichedelica una propria religione (un po’ come i Popol Vuh riuscirono a spiritualizzare la musica cosmica), riuscendo a stravolgerla e a darle sfumature che hanno imposto successivamente un nuovo stile (non a caso gli Hash Jar Tempo, tra i principali fautori della nuova psichedelia della fine degli anni ’90, si formeranno grazie alla collaborazione tra i Bardo Pond e Roy Montgomery).

L’importanza di questo lavoro è enorme: esso riesuma le ceneri dei Velvet Underground e dei primi Pink Floyd, attingendo poi a piene mani dalla musica cosmica e dallo shoegaze; la sua influenza, nel bene o nel male, sulla scena musicale americana post psichedelica sarà essenziale e se un altro capolavoro come Well Oiled degli Hash Jar Tempo pochi anni dopo verrà alla luce, lo dovremo solamente all’assoluto influsso dei Bardo Pond (e soprattutto di Bufo Alvarius) in quel determinato periodo della storia del rock.

V Voti

Voto degli utenti: 7,6/10 in media su 7 voti.
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Cas 9/10
krikka 5/10
loson 6/10

C Commenti

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Cas (ha votato 9 questo disco) alle 11:56 del primo settembre 2007 ha scritto:

sono proprio d'accordo ! discone fondamentale davvero

ThirdEye (ha votato 8 questo disco) alle 2:00 del 21 ottobre 2010 ha scritto:

Ottimo

Ma gli preferisco Amanita..