Kiasmos
Kiasmos
Tra le uscite discografiche più interessanti di questultimo periodo cè sicuramente lomonimo album di debutto dei Kiasmos.
La band formata dallIslandese Ólafur Arnalds e dal compositore Faroese Janus Rasmussen , propone un progetto di elettro-dance minimale di rara bellezza.
Ólafur Arnalds è tra gli esponenti più eminenti del filone ambient modern classical, mentre Janus Rasmussen, già membro dei Bloodgroup, fa dellelettronica il suo cavallo di battaglia.
Lalbum presenta pertanto due anime, quella più intimista e passionale di Ólafur e quella più razionale e dance di Janus, che riescono però a fondersi perfettamente in un lavoro solido e armonioso.
Quando ho ascoltato il disco per la prima volta sono stato letteralmente rapito dalle sonorità davanguardia dai tratti eterei ed ipnotici, iniziando un viaggio tra paesaggi artici e lande desolate.
Si parte con la raffinata Lit, che mescola in modo esemplare atmosfere cosmiche e rarefatte con battiti techno dance.
Ovattata e sensuale risulta invece Held, che grazie ad una lenta e delicata prova pianistica di Ólafur Arnalds e ad un violoncello in grado di creare un pathos davvero commovente risulta uno dei pezzi migliori dellalbum. A seguire troviamo Looped, che al solito pianoforte magistralmente accennato da Arnalds fa da contraltare unelaborata base elettronica per un risultato che difficilmente potrà lasciare indifferenti.
Notturna e visionaria risulta Thrown, che parte lenta e ipnotica per sfociare, in un crescendo di intensità, in un trionfo di archi e tastiere sublime e coinvolgente.
La traccia che più mi ha entusiasmato però è la decadente Bent, che grazie a riff ripetitivi e graffianti e ad un ritmo potente e pulsato fatto di sintetizzatori e drum machine sembra provenire da una discoteca oramai in rovina.
Dello stesso tenore è la nevrotica Burnt, distorta techno dai risvolti post-industriali che chiude col botto questo lavoro sorprendente.
Lalbum nel complesso risulta raffinato, gelido e caratterizzato dal fascino nordico; alcuni passaggi riescono a trasmettere un senso di purezza e armonia mentre altri restituiscono una forte irrequietezza e malinconica rassegnazione.
La tensione emotiva che si avverte per lintera durata del disco deriva dallabilità dei nostri per aver saputo immortalare ed esprimere in musica attimi fugaci ed irripetibili di pura poesia, come un fotografo che solo dopo innumerevoli tentativi riesce a catturare lo scatto perfetto.
Se lobiettivo dei nostri era quello di riuscire a dare unanima alla solitamente fredda e razionale elettronica, beh devo dire che grazie alla loro sensibilità fuori dal comune hanno davvero colto nel segno, riuscendo nella difficile impresa di trovare la perfetta alchimia tra passione e razionalità.
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