Alcest-Les Discrets
Split [EP]
I feticisti e gli estremi sostenitori della necessità di possedere, sempre e ad ogni costo, loggetto fisico, si staranno sicuramente facendo allettare da questo esclusivo vinile in tiratura limitata, uno split condiviso tra gli esordienti Les Discrets ed uno dei nomi più importanti del metal europeo negli ultimi anni, quello di Neige, one-man band meglio conosciuta sotto il nome di Alcest e fautrice, quasi tre anni fa, di un disco compatto, ispirato e struggente come Souvenirs DUn Autre Monde, black-gaze etereo e perennemente impostato su vorticosi muri di suono. Ottima occasione, visto il prossimo parto sulla lunga distanza ormai imminente, di testare quali siano gli umori delluna, ma anche dellaltra parte, già allopera sul progetto condiviso Amesoeurs.
Nei quasi dieci minuti a sua disposizione, il chitarrista transalpino non si nasconde dietro ad un dito e tradisce una palese volontà di abbracciare forme più coese e meno imbastardite di black metal, legandosi maggiormente alle origini di scalcagnate tapes come Tristesse Hivernale, oggi (fortunatamente) introvabili. Ciò che ne esce convince a metà: troppo scarso il materiale per giudicare con pienezza, ma poco è anche il coraggio messo in campo, fra pulsioni opposte e respingenti di tornare allovile (Percées De Lumière, con uno scream vicino ai Nargaroth) e danze acustiche, lievemente condotte per mano, sebbene non così impressionanti come una volta (Circe Poisoning The Sea levita su liquide soluzioni di arpeggi). Buono, a prescindere, ma il sospetto speriamo confutabile è che il clamore suscitato dal progetto ne stia appannando la sincerità: aspettiamo riscontri più sostanziosi.
La speranza è pressoché identica parlando dei Les Discrets, ma per tuttaltri motivi. Si scorge, dietro le distorsioni e gli arrembaggi elettrici, un eccellente gusto melodico, veicolato da una voce pulita quasi ombreggiata, che piazza il gruppo oltre i cliché del macrocosmo scandinavo, in unideale posizione dèlite tra folk, shoegaze e new wave (gli intrecci, in particolare, di L'Échappée). Solo Song For Mountains si lascia scivolare addosso, anche se con gusto particolarmente delicato e selvaggia coda psichedelica, maglie di chitarre burzumiane. Un insignificante peccato di gioventù, fra le altre cose, perfettamente controbilanciato dallimpeto poetico che fa di Après L'Ombre, lugubre e katatonica ballata, pezzo ideale di questo battente, introspettivo inverno.
Buttateci un orecchio, potrebbe sorprendervi.
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