R Recensione

5/10

Cannibal Corpse

Evisceration Plague

Provate, voi, a chiamarli dinosauri. Vi spareranno a vista una gragnola di riff, rincorrendovi per ogni dove al ritmo di 200 battiti per minuto. Tacciateli pure di monotonia e di noia, e loro schiacceranno ai vostri piedi quelle mezze tacche dei Trivium o degli Avenged Sevenfold a suon di mazzate. Criticateli, se vi pare lecito, per quell’efferato senso del macabro, quella durezza espressiva e fortemente autoironica che li caratterizza da sempre: non ci penseranno due volte ad instaurare una conversazione su facce sfondate da martelli o viscere strappate dalla f*** di una vergine.

Sarebbe troppo lungo, in questa sede, mettere nero su bianco l’intera catena di processi evolutivi che giustifica pienamente l’esistenza –e, oserei dire, l’iterazione di sussistenza- dei Cannibal Corpse. Il filo rosso, infatti, si perde sin nella notte dei tempi, aggrovigliandosi attorno al “dark side” che ognuno di noi, affascinato dalle ignote implicazioni, coltiva dentro di sé, per tuffarsi a pesce dentro l’infinito elenco di brutture ed orrori quotidianamente rinfrescato dalla scelleratezza umana. Il microcosmo dei quattro “cannibali” americani, però, è lontano dai coni d’ombra delle banlieue noir o dalla truculenta indifferenza di una cronaca nera, ma anzi elevato, idealmente, su un piedistallo di eccesso e spettacolarizzazione, a fortiori, esplicitamente gratuiti e grotteschi. Un “Braindead” sonoro, insomma: se vogliamo, la metamorfosi più naturale e spinta di Eddie, la truce mascotte maideniana affamata, a suo tempo, di sangue e di tenebra.

Tutto questo soliloquio, però, è servito per giungere ad un disco come “Evisceration Plague”, l’undicesimo della loro ventennale carriera. Che il brutal death metal abbia toccato vertici di relativo splendore grazie all’azione dei Cannibal Corpse è cosa nota più o meno a tutti. Ora, però, che la spinta propulsiva è venuta via via meno col passare degli anni, si ha sempre di più la sensazione che alla materia, aristotelicamente parlando, si sostituisca una forma del tutto vacua ed agghindata alla bell’e meglio. Viene a mancare, in sintesi, un caterpillar di potenza reale e non supposta, che riesca a fare breccia con soluzioni ritmiche un minimo rinfrescate, senza per forza dover impugnare un plettro con la testa girata indietro di sedici anni. Non troviamo tutto ciò, ahimè, nel disco, tanto feroce e spietato quanto prevedibile.

Siamo convinti del fatto che pezzi come “Priests Of Sodom”, sulfurea tempesta death di eccezionale vigore, o l’algida dinamicità di “Shatter Their Bones”, miglior brano del cd (vicina, per costrutto e demolizione melodica, agli ultimi episodi dei Krisiun, con tanto di assolo), o ancora la velocità irrefrenabile dell’imperioso wall of sound di “To Decompose” siano destinate ad acquistare sempre più proseliti, in una sfrenata corsa verso il raccapriccio. Come, d’altronde, si ha ancora l’obiettività di assodare un risultato maggiormente convincente dove le basi vengono rifondate dal principio (“Beheading And Burning” è hardcore dei migliori). È però doveroso constatare come, a fare da contraltare, vi siano troppe fotocopie sparse qua e là, in versioni prolisse sino al midollo (“A Cauldron Of Hate” è insopportabile), con improbabili variazioni di tempo (la title-track è una “Hammer Smashed Face” riuscita male) e sottoforma di piccole schegge manieristiche all’ennesima potenza (“Evidence In The Furnace”, “Carrion Sculpted Entity” e “Unnatural”, dalle minime variazioni).

Sotto l’implacabile doppia cassa che corona la conclusiva “Skewered Ear To Ear”, infine, ci possiamo permettere il lusso di non curarci di “Evisceration Plague” –si parva licet componere magnis-, ma di passare avanti.

V Voti

Voto degli utenti: 4,9/10 in media su 6 voti.
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B-B-B 5/10

C Commenti

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SanteCaserio (ha votato 4 questo disco) alle 0:51 del 5 febbraio 2009 ha scritto:

La materia

in senso aristotelico, mi sembra arrivi a mancare del tutto... parlerei più che altro di forma... anzi di un'ombra di qualcosa...

Peccato

B-B-B (ha votato 5 questo disco) alle 21:33 del 10 aprile 2015 ha scritto:

Forse il loro peggiore.. Meno male che si son rifatti con gli ultimi due fantastici album