Obake
Mutations
Mentre cercavo il percorso per entrare al centro del monolite Mutations, sono incappato nel nuovo lavoro di David Sylvian, Theres A Light That Enters Houses With No Other House In Sight, una collaborazione in stile ambient minimalista del musicista inglese con il poeta Franz Wright e la partecipazione di Christian Fennesz e John Tilbury. Il punto di contatto è rappresentato dalla voce di Lorenzo Esposito Fornasari sulla prima parte di Infinite Chain, che chiude il cd di Obake, molto simile a quella dellex cantante dei Japan. Per il resto i due lavori non potrebbero essere più distanti. Tanto evanescente da sconfinare nel silenzio, fra note distillate al pianoforte e reading poetry, quello di Sylvian, quanto ingombrante e fisicamente incombente quello del gruppo costituito da Eraldo Bernocchi, Lorenzo Esposito Fornasari, Balasz Pandi ed il nuovo innesto Colin Edwin che, dai Porcupine Tree, ha preso al basso al posto di Massimo Pupillo, di fama Zu.
Siamo, cosa assai singolare per RareNoise, allinterno di un disco di genere, doom metal con innesti di elettronica, nel rispetto di tutte le caratteristiche identitarie che possono richiamare molte ascendenze, a partire dai Tool: riff squadrati di chitarra, diluvio di distorsioni, voce (forse eccessivamente) cavernosa e sezione ritmica imponente. Il fatto che dietro ai tamburi ci sia Pandi, uno abituato a passare senza problemi dal free jazz al noise, assicura una buona dose di elasticità, mentre ad Edwin si possono forse accreditare i risvolti prog che talvolta affiorano fra gli otto brani presenti, come Second Death Of Foreg o nello strumentale Burnt Down, unica pausa in un panorama di generale devastazione sonora. Poche le variazioni allinterno di un menu pensato come una progressiva immersione in un bruciante lago di elettricità: Seth Light riesce a dispensare scampoli di melodia, M concede qualche spazio di quiete prima del delirio finale che non lascia scampo.
Un'opera per amanti delle emozioni forti, che non si spaventano a prestare le orecchie, per quaranta minuti, ad un vero inferno musicale.
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