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R Recensione

7,5/10

Anderson .Paak

Malibu

Musica nera alla riscossa!

Anderson .Paak, al di là delle improbabili scelte in fase di punteggiatura, è un altro guru dell'universo all black. Uno dei tanti, verrebbe da dire: abbiamo già esposto a sufficienza le teorie sulla black-wave che sta marcando a fuoco il decennio '10, quasi volesse costringerci a dimenticare la marea di brutture r'n'b che il decennio precedente ci ha rovesciato addosso.Gli anni in corso hanno segnato un riscatto prepotente, dai settori più elitari (il genio radicale di Matana Roberts, di Colin Stetson – che pure nero non è, ma solo nel colore della pelle, di Kamasi Washington) a quelli più “accessibili” (la creatività debordante di Kendrick Lamar, di Robert Glasper e del miglior Kanye West, quello che ancora sapeva mettere a tacere il suo livore grottesco e il suo egocentrismo infantile).

Anderson iscrive il proprio nome nella pletora degli accessibili. A volte può risultare eccessivamente dolce e patinato: il soul spirit aleggia ovunque, ma ogni tanto rischia di impoverire, di banalizzare il discorso, vista anche la lunghezza notevole del lavoro. Poco male: quando trova l'andatura, Anderson .Paak è un caleidoscopio di blackitudine che merita di sedere al fianco degli eletti, anche perché batte strade personali, e sa sfruttare il potere comunicativo di un semplice inciso melodico (insomma, il ragazzo ha talento). Strade personali e beatamente tuttologhe: “The Bird” non è l'ennesimo omaggio alla figura di Parker, ma una splendida, melliflua ballata soul, arrangiata con gusto lievemente barocco (la delicata frase della tromba, i rintocchi del piano). Lo dico? Siamo decisamente dalle parti di Al Green, con le dovute proporzioni, anche per i colori limpidi e ariosi della voce. “Heart Don't Stand a Chance” cambia registro: r'n'b modernissimo e vibrante, e la timbrica vocale chiaramente imparentata con quella di Roger Nelson, in arte Prince, e lo stesso impasto sonoro che sembra figlioccio del Minneapolis sound. Le puntate nel mondo hip-hop e r'n'b, per quanto sempre delicate, sono spesso un fiore all'occhiello: sono notevoli i passaggi in cui sembra di sentire sempre il vanitoso Principe cimentarsi con il meglio dell'universo black contemporaneo, specie con il primo West (splendida, in tal senso, la conclusiva, “corale”, “The Dreams”). E sebbene il giovane Anderson non possegga (ancora) la "vision" di West o di Lamar, riesce a tener testa ai giganti facendosi produrre da altrettanti giganti (Madlib nella Kendrickiana "The Waters"), collaborando con essi (The Game in "Room in Here") o pescando dai giganti più giganti di tutti (c'è qualcosa di Jay-Z nella linea retta di "The Season/Carry Me"). Perchè è giovane ma non è mica scemo, mr .Paak: è uno che ci mette un attimo a dimenticarsi di tutta la faccenda dell'hip-hop e infilare un pezzo soul con tanto di band versione Frank Ocean o John Legend ("Put Me Thru") e subito dopo un cartonato black-disco degno di Michael Jackson o Jamiroquai ("Am I Wrong"). E' uno che praticamente ha già all'attivo un disco a quattro mani con un signore che si chiama Dr Dre.  Ed è anche uno che butta lì un pezzo perfetto come "Parking Lot" neanche fosse un interludio, mentre è da oltre un ora che sta aggiornando la lezione r n' b dispensando idee e consigli come fosse una vecchia volpe. Invece sa benissimo che le vecchie volpi sono altre, le conosce molto bene e le usa come riferimento. Ma nel frattempo è consapevole di essere diventato egli stesso, un  riferimento. E poi, uno che dal vivo si trasforma in una versione stradaiola di Cody ChesnuTT e si siede alla batteria in quel modo, la gara di simpatia l'ha già vinta.

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C Commenti

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Cas alle 20:30 del 3 marzo 2016 ha scritto:

molto talentuoso il ragazzo (e l'esibizione di qui sopra: fenomenale!). più classico di quanto avrei pensato, e questo gioca un pochino -ma solo un pochino- a suo sfavore: quel soul spirit di cui parlate ogni tanto suona di già sentito, ma .Paak riesce sempre a risolvere degnamente i momenti più in bilico (penso a "Put Me Thru"). bella proposta, bellissima rece