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R Recensione

7/10

Articolo 31

Messa Di Vespiri

Gli Articolo 31 furono tra i primi personaggi della mitologica saga hip hop dello Stivale, attivi sin dai primi anni Novanta sulla scena milanese, la stessa dei Sangue Misto e dell’Area Cronica, quando solo Roma aveva già capito l’importanza del fenomeno rap proponendo con l’Onda Rossa Posse una musicassetta autoprodotta come “Baghdad 1.9.9.1.” e un EP intitolato “Batti Il Tuo Tempo”.

DJ Jad e J. Ax pubblicarono “Messa Di Vespiri” dopo il discreto successo di “Strade Di Città” e il successo si fece più massiccio e capillare grazie ad alcune hit di notevole godibilità come “Maria Maria”, “Voglio Una Lurida” e “Un’Altra Cosa Che Ho Perso”. Il sound del disco è artigianale, sincero e diretto proprio come nella tradizione old school: i beats non hanno particolari cambi di passo mentre abbondano rime taglienti, scratches di sartoria e cuts ben assestati, dimostrando così l’indiscusso talento per il turntablism di DJ Jad e la naturale inclinazione al freestyle di J. Ax.

Messaggio, divertimento e spiritualità: questa è la “Messa Di Vespiri”, un concentrato di frivolezza giovanile e politically scorrect, un coacervo di storie metropolitane ed inni alla legalizzazione della marijuana, con innumerevoli citazioni e sarcastici rimandi a Rino Gaetano, Cicciolina, Lucio Dalla o Drupi. Al di là delle succitate hit da classifica, la genuina italianità del progetto degli Articolo 31 esplode in pezzi come “Mr. Gilet Di Pelle” o “Ti Tiro Scemo”, la prima scimmiottamento dell’italiano mandrillo e cafone, la seconda sorta di divertissement contro i soliti suckers che troviamo in ogni settore.

Ulteriore svago lo troviamo in “Io Zak E La Tromba”, storia di un pomeriggio color grigio periferia con i nostri intenti a fumarsi uno spinello in auto per poi farsi beccare dalla polizia; da menzionare anche “Stiloso Con Stile”, traccia un po’ autoreferenziale ma egualmente capace di farci battere il piede. Non c’è solo goliardia nell’opera degli Articolo 31, bensì una sensibile ed attenta riflessione sull’amore smarrito e sull’importanza delle persone che ci teniamo intorno. È il caso dell’amara presa di coscienza della fine di un amore troppo importante nella già citata “Un’Altra Cosa Che Ho Perso”, od anche del sentito ringraziamento agli amici di sempre e ai fratelli di crew di Garbagnate che ascoltiamo in “Una Per I Miei Fratelli”.

Giudicare un disco così fatto si rivela un’operazione bifronte, nel senso che da un lato è di pura ammirazione per coloro che, più di quindici anni or sono, hanno portato alla ribalta un genere che mai avrebbe trovato terreno fertile in un Paese malato di melodismo ed esterofilia; d’altro canto, in questo lavoro ci sono luoghi comuni che troppo spesso troviamo reiterati nei discorsi che riecheggiano attorno a noi, dai salotti televisivi dove si parla con superficialità e faciloneria di criminalità e problemi sociali ai politici stessi che si riempiono la bocca sulle soluzioni da adottare per risolvere i problemi della periferia, dei giovani e della cultura in generale. Sta di fatto che, per evitare equivoci conservatori e reazionari, è bene tenere a mente che l’arte del giradischi e quella dell’mcing, il writing come la breakdance, sono espressioni artistiche di una cultura giovan(il)e.

Chissà cosa avrebbero pensato J. Ax e DJ Jad, ai tempi di “Nato Per Rappare”, del successo mediatico che artisti meno talentuosi ma più furbi come Fabri Fibra avrebbero potuto raggiungere utilizzando quello che allora sembrava un volgare esperimento sonoro compiuto da chi non aveva voluto prendere noiose lezioni di solfeggio.

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Voto degli utenti: 4,9/10 in media su 9 voti.
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krikka 3/10
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Cas 5/10

C Commenti

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ozzy(d) alle 20:16 del 10 ottobre 2010 ha scritto:

non c'è quella che faceva "vai col tranqui funky e la prendo per i fianchi"? )

simone coacci (ha votato 6 questo disco) alle 21:48 del 10 ottobre 2010 ha scritto:

RE:

No, quella è nel disco dopo. Però c'è "Mollami! Mollami! M'hai rotto il feeling". Prove tecniche di crossover all'italiana. ghghghgh

Loro, insomma, già come oldschool erano infinitamente più rozzi di gente come Sangue Misto, Neffa, Assalti Frontali, Frankie, Colle, Ice One e soci. Poi hanno imboccato la svolta commerciale, da autodefinita "spaghetti funk", ovvero le canzonette italiane anni 60 al posto dei campioni soul, funk e r'n'b classici (stigmatizzata dal grande Dj Gruff che liquidò Dj Jad col suo celebre "vai stronzo col tuo stile Casadei/ ma togli la mazurka dai coglioni miei"). E sono diventati praticamente insopportabili. Arroganti e tamarri, oltretutto, per lo strabiliante successo ottenuto. Qui rappresentavano il lato più easy listening e, ripeto, dozzinale della oldschool italiana. Ma erano perlomeno potabili.

zuzzurellone alle 11:35 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

Ma davvero è un "classico"?

TexasGin_82 (ha votato 7 questo disco) alle 13:16 del 17 dicembre 2010 ha scritto:

STORICI

Da ragazzotto li ho ascoltati parecchio. Ora sembrano i Gemelli Diversi. Ma ai tempi erano bravini, almeno erano originali (a differenza di Fabri Fibra), poi dall'album dopo (Così Com'è) hanno iniziato a diventare commerciali, come dice Simone. In realtà però il grande, anzi grandissimo, Gruffetti aveva iniziato a criticarli già da prima. Infatti la canzone Fuck Articolo 31 (1993) è precedente all'album Così Comè (1996), in cui si trova tra l'altro la canzone di risposta da parte di JAx e socio: Non c'è rimedio ("se ti da fastidio quello che ho, non sono cazzi miei se non digerisci che ho pagato le mie rime e adesso loro pagano me..."). Ma il grandissimo aveva già spiegato bene la differenza di livello esistente tra loro ("Ti fumo col fastidio come un'MS".

fabfabfab alle 10:51 del 23 dicembre 2014 ha scritto:

Questo non me lo ricordavo. Comunque in tema di dissing la mia preferita di Dj Gruff rimane "Sucker per sempre", che all'epoca si diceva fosse rivolta agli Articolo 31: " Ti trovi in giro con diversi nomi, diverse situazioni, sempre e comunque imitazioni. Sarai sempre il succedaneo dei più scemi, questo è il tuo destino, il destino degli scarsi, è inutile opporsi. Idiota non fai attrito, rimbambito evapora. Supera la luce specie di incapace, pusillanime, per te il verdetto è stato unanime: non sai fare". Sono sempre stato d'accordo, per quanto mi riguarda gli Articolo 31 sono un'intossicazione musicale.