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R Recensione

6,5/10

Miscellanea Beat

Powerfluo

Perché il violoncellista dei Quintorigo e il cantante/chitarrista delle Officine Pan hanno riletto in chiave acustica i grandi successi della musica plastificata degli anni ’80? Forse per puro sollazzo o forse perché credono che quel decennio non sia stato soltanto fluorescenza, musica sintetica e marketing.

Gionata Costa e Massimo Marches, rodatissimi ai relativi strumenti d’origine, hanno compilato una lunga lista di hit che è impossibile non conoscere, spogliandole di ogni costrutto elettrosintetico, e le hanno spiattellate per quel che potrebbero altrimenti essere: meravigliose canzoni di musica leggera, lontane dal mainstream in cui stanno di forza confinate.

Dopo la pubblicazione di “With the Beatles” (2012), evidentemente incentrato sulla discografia dei Fab Four, i Miscellanea Beat hanno sentito l’esigenza di distruggere e ricomporre un qualche altro filone musicale: questa è fondamentalmente la genesi di “Powerfluo”. Un tentativo simile è quello esperito dall’israeliano Sagi Rei sulla dance anni ’90, lido al quale siamo certi che approderanno anche i Miscellanea Beat.

Ma qui troviamo i Duran Duran di “Save a Prayer”, i Talk Talk di “Such a Shame”, Mike Oldfield con “Moonlight Shadow”, Madonna con “Like a Prayer”, Black con “Wonderful Life”, i Cure di “Lullaby”, i Depeche Mode di “Never Let Me Down Again”, i Culture Club di “Do You Really Want to Hurt Me”, gli Eurythmics di “There Must Be an Angel” e il duetto tra Paul McCartney e Michael Jackson di “Say Say Say”. Infine un medley comprendente “Don’t You Want Me” degli Human League, “Hungry Like a Wolf” dei Duran Duran e “Video Killed the Radio Star” dei Buggles.

Nei cinquanta minuti di “Powerfluo”, realizzato quasi interamente al Teatro CorTe di Coriano, riaffiorano per un attimo i ricordi, gli innamoramenti, i concerti strapieni, ragazzine urlanti, le parrucche e le mise androgine, ma in un lampo tutto ciò risprofonda nei crepacci della memoria adolescenziale. Quel che resta a galla è invece una bellissima esperienza d’ascolto, emozionante perché in contatto coi ricordi, sorprendente per la rilettura operata sui pezzi.

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