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R Recensione

6/10

Au Revoir Simone

The Bird Of Music

Trio femminile from New York, nome scelto per la band fascinoso quanto basta, Au Revoir Simone, tratto dal dialogo di un film di Tim Burton, tutto really cool, come le foto promozionali: tre ragazze fisico asciutto belline ma non troppo, abbigliamento sobrio con ampie gonne fino al ginocchio, intente a curiosare tra gli scaffali di una biblioteca o con lo sguardo perso nel vuoto in una stanza illuminata da tenui raggi di sole che penetrano una finestra dai tendaggi rigorosamente vintage. Tutto già visto: vuoi vedere che propongono del fino bedroom pop dall’attitudine twee? Difatti è proprio cosi, niente violoncelli, violini e chitarre, però, tutto tastiere, synth e drum machine.

Dopo un mini album di rodaggio ecco la prima vera full lenght release di Erika Forster, Annie Hart e Heather D’Angelo: dopo la prima traccia, The Lucky One, sinuoso downtempo, sorta di Camera Obscura sintetiche con finale singalong a piu voci, la partenza è un po prevedibile, e percussioni fin troppo scontate appiattiscono un pochino le pur orecchiabili Sad Song e Fallen Snow. Ben presto pero' le quotazioni si risollevano, in parte: A Violent Yet Flammable World ha tastiere che ricordano piuttosto palesemente i Depeche Mode degli esordi ma anche gli Orchestral Manoeuvres in the Dark, sempre mantenendo un ritmo midtempo, Dark Halls su una linea vocale tipicamente americana (vintage anche quella), suona come le canadesi the Organ senza le chitarre, Night Majestic new waveggia come Blondie e la voce si colora inaspettatamente di biondo, Lark ha un beat campionato pari pari da Heart of Glass (sempre della band di Debbie Harry) ma si sviluppa rapidamente in uno slow tempo intimistico non perfettamente a fuoco. Conclude The Way to There, atmosfere dilatate per vocine angeliche, per un prodotto finale abbastanza godibile.

Di sicuro la vena naive che aveva contraddistinto le tracce del primo mini album è andata sciaguratamente persa in favore di un suono più pulito accessibile e accalappia-fan, una preferenza che fa perdere un pò di smalto e di intimo calore (o grigiore, dipende dai punti di vista) al tutto: ognuno fa le sue scelte, e sarebbe ingiusto chiedere rigore morale ad una band semi esordiente, di tempo per trovare la giusta dimensione le ragazze ne hanno in abbondanza.

Aspetteremo…e se poi è solo easy listening, può anche andar bene così.

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Voto degli utenti: 5/10 in media su 1 voto.
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