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R Recensione

7/10

Eleanor Friedberger

Last Summer

Scrittrice di liriche sempre suggestive e raffinate affidate ad una voce tra le più originali, per quanto non eccessivamente dotata, del panorama pop alternativo, Eleanor Friedberger, l’altra metà dei Fiery Furnaces, ha scelto il momento giusto, al culmine dell’estate, per lanciare il suo esordio solista intitolato, guarda caso, “Last Summer”. Un album di canzoni tout court (e questa è già una novità rispetto ai trascorsi familiari), composte interamente da lei, in cui dimostra di sapersela cavare egregiamente anche senza le cure del fratello maggiore (produce Eric Broucek che insieme alla Friedberger suona la maggior parte degli strumenti). Musicalmente la Friedberger riesce a calare perfettamente la sua personalità eccentrica e mutevole all’interno di un contesto pop più calibrato e circolare, in cui il citazionismo e l’attitudine po-mo dei Fiery Furnaces si sposano con sonorità adulte, un po’ manieriste, elegantemente fm che rimandano ad un periodo imprecisato a cavallo fra gli anni 70 e 80 e ad artisti come Todd Rundgren, Harry Nilsson o i Fleetwood Mac. Periodo che coincide, su un piano meta-temporale, con il passaggio dall’infanzia all’adolescenza della giovane Eleanor, che si lascia andare, sull’onda dei ricordi e delle impressioni, alla ricerca di quelle estati perdute, trascolorate a pastello tra sogno e sensazione. Come una serie di vecchie polaroid sgranate che scorrono, in lenta dissolvenza, sullo schermo di una cornice digitale.

I brani hanno, in genere, un andamento piano, regolare, puntellato su ritmi scarni e scanditi, chitarre che s’intramano al coperto, ovattate da tastiere sgargianti e perturbanti, cariche di riverberi e di onirica nostalgia. L’asso nella manica, come in ogni buon disco pop che si rispetti, sono le melodie divaganti ed ispirate, interpretate con grande sottigliezza dal cantato fluente e discorsivo della Friedberger, tutto giocato sulle sfumature e sull’espressività dei mezzi toni. L’opener, “My Mistakes”,ne fornisce subito un valido esempio, per come sa coniugare il tepore armonico dei synth (e del bell’assolo di sax nel finale) con una percussività di chiara matrice indie, al servizio di un refrain al contempo soffuso e orecchiabile. Ipnotico è anche il ritornello di “Inn Of The Seventh Ray” col delay vocale che sfuma il passo sghembo da piano-cabaret, dolente e straniante quello di “Scenes From Bensonhurst” ballad per piano e chitarra acustica che beccheggia languida sul basso elastico e rotondo. La varietà di spunti e di accostamenti è una cosa che in casa Friedbberger non manca mai come confermano le sinuosità funky, quasi disco, di “Roosevelt Island”, la tentazione di un ballabile sixties da girl-group di “I Won’t Fall Apart On You Tonight”, la classicità di “Owl’s Head Park”. L’accordion dell’intima e acustica “One Month Marathon” che cesella malinconie crepuscolari in punta di tamburi e l’armonica a bocca di “Early Earthquake” sono due tocchi d’autrice in un quadro di grande piacevolezza e di buon artigianato cantautorale.

Il disco ideale per un’estate su una spiaggia solitaria, ascoltando la risacca dei propri pensieri.

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Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 8 voti.
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mavsi 8/10

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 13:20 del 2 agosto 2011 ha scritto:

Un buon disco pop, che rifugge i barocchismi e gli anfratti zappiani di alcuni - indigesti - dischi del gruppo madre e si pone invece, nonostante una ricca strumentazione e qualche stranezza piazzata ad arte qui e lì, come lavoro capace di imprimersi per il nocciolo delle canzoni e non per il loro contorno, per la forma melodica e non per quella strumentale. Belle canzoni, in questo senso, "My Mistakes", "I Won't Fall Apart On You Tonight" con chiusa da pianobar, e soprattutto "Early Earthquake". Mi piacciono poco invece "Inn Of The Seventh Ray" e "Owl's Head Park". Comunque valido e un paio di aspetti, anzi, andrebbero approfonditi meglio: tra tutti, senz'altro il funk elettronico di "Roosevelt Island". Bella recensione, Simone.

target (ha votato 7 questo disco) alle 21:22 del 2 agosto 2011 ha scritto:

D'accordo con Marco (sui nomi dei pezzi migliori, e ci aggiungo le "malinconie crepuscolari" di "One-month Marathon") e su Simone per tutto il resto, voto compreso. Friedberger saved the summer (musicalmente vuotissima, per il resto).

crisas (ha votato 6 questo disco) alle 1:03 del 3 agosto 2011 ha scritto:

My mistakes è una canzone piacevolissima il resto non è all'altezza.

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 14:29 del 3 agosto 2011 ha scritto:

svenevole, anche se qualche sprazzo di classe qua e la non manca ( segnatamente my mistakes). 5, 5 ghghgh

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 23:09 del 3 agosto 2011 ha scritto:

Una con una frangetta così merita un 8 a prescindere...

A parte gli scherzi, questo disco mi piace troppissimo. Un pop così poco allineato (facendolo apparire - perché lo è - naturale, senza dare l'impressione del famolo strano a tutti i costi) e allo stesso tempo così appiccicosamente melodico è roba per pochi. Insomma le strofe sono forse anche meglio dei ritornelli!!! La tripletta iniziale - che inizia con quella che in un mondo diverso sarebbe la canzone più trasmessa dell'estate e si chiude col gustosissimo pop in odore easy listening di Heavenly, passando per le meraviglie ipnotiche da favola pink-horror di seventh ray - poi è da podio. Belle le ballate (?), strepitosa Roosevelt che trascina per i capelli in territorio indie quella che sembra un motivo di un telefilm anni '80: genio! Mi fermo qui che la bella rece di Simon è ovviamente centratissima, as usual. Ma uffa devo essere sempre io a mettere il votone e a fare la figura di quello che non ha mai mangiato cotto. Secondo (forse!) solo all'EP della band madre... Comunque il più bell'album al femminile di questo anno! Vabbé metto 8,5 ma avrei messo pure un 9, non fosse altro che per quella frangetta di cui all'inizio.

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 23:09 del 3 agosto 2011 ha scritto:

Ci ho ripensato: 9

loson (ha votato 4 questo disco) alle 12:44 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Brutto brutto brutto... Mi piace solo "Roosvelt Island", il resto cestinato perchè approssimativo, amatoriale, melodicamente inesistente. Vabbè che ultimamente pure col fratello faceva pena, ma santiddio almeno nella loro schizofreania c'era di che sollazzarsi... P.S. Salvatore, controlla gli ormoni. ;D

loson (ha votato 4 questo disco) alle 12:48 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Simo, ma davvero ci hai sentito Todd Rundgren e i Fleetwood Mac? O_O

simone coacci, autore, alle 16:26 del 4 agosto 2011 ha scritto:

RE:

Beh, non intendevo proprio loro di peso, come termini di paragone immediati, ma come riferimenti generici a quel tipo di pop anni 70/80, atmosferico, rilassato eccetra. Che poi qui è reso tutto più stilizzato, essenziale, più informale anche. Ma magari è un mio viaggio, eh. Può capitare.

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 13:13 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Eh "controlla gli ormoni"... Matthew "facaldo"...

No ti giuro gli ormoni non c'entrano niente. Il disco è proprio bello! Melodicamente è uno spasso, pieno di invenzioni azzeccate. Ma poi scusa mi cestini my mistakes, heaven, i wan't fall apart...?

La sensazione di amatoriale ce la sento pure io, ma è paradossalmente un qualcosa di molto ingegnoso, un valore aggiunto insomma...

Questo disco è un giocattolo con un ingranaggio perfetto!

No no no non ci siamo: bello bello bello!

loson (ha votato 4 questo disco) alle 13:25 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Eheheh... Boh, si vede che la Eleanor non fà per me. I suoi inteventi melodici mi dicono qualcosa solo se diluiti nel marasma art-prog-boh dei Fiery Furnaces... Come cantante non mi piace quel suo senso del ritmo un po' a casaccio, espediente che in sè sarebbe stupendo ma richiede grande disciplina (vedi Joni Mitchell) per non sfociare nel blatericcio. Cmq "Roosvelt Street" è bella, anche solo per il cambio di accordi (questo sì alla Fleetwood Mac di "Dreams", c'ho fatto caso adesso! ;D) e il clavinet bello saltellante. Però constentimelo, Sal, forse "Glitter Gold Year" non è la canzone più brutta dell'anno ma ci va vicinissima... ;DDDD

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 13:37 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Invece io trovo che venendo meno quel marasma artprogpappaciccia - che pure mi piace - dei FF qui emerga distino il talento melodico della (bella ) Eleanor... Certo però che se a te le melodie sembrano inconsistenti, alle tue orecchie emerge distinta la pochezza. Il ragionamento non fa una piega... Poi a me, non so, piace il suo modo di cantare, la scelta degli arrangiamenti... tutto mi dà una sensazione di armonia e di lavoro riuscitissimo.

E comunque non te lo consento "Glitter gold year" non è la canzone più brutta dell'anno (( - per quanto sia la meno bella dell'album

simone coacci, autore, alle 16:30 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Ps: lei ha un non so che di terribilmente sexy. Non bella, non direi proprio, ma terribilmente sexy, si. Ti capisco Salvatore. ghgh

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 17:19 del 4 agosto 2011 ha scritto:

Sì ma non fatemi passare per un ossessionato della... frangetta, che non lo sono!! Io trovo il cd veramente incantevole... A tutto volume in macchina my mistakes spaccaaaaa!

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 12:27 del 18 febbraio 2012 ha scritto:

Video di Heaven: !