Woodkid
The Golden Age
Probabilmente tra i dischi più attesi di questo primo scorcio di 2013, The Golden Age è il primo lavoro su lunga durata del talentuosissimo e poliedrico Woodkid, trentenne artista francese allanagrafe Yoann Lemoine.
Costruitosi ed affermatosi come regista cinematografico, di animazione e di videoclip (tra i tanti ha lavorato per Moby, Lana Del Rey, Katy Perry e Drake) nel 2011, Woodkid ha deciso di compiere un triplo salto mortale e di proiettarsi dalla produzione video a quella audio, pubblicando un EP intitolato Iron che ha immediatamente fatto breccia e creato un appassionato e numeroso flusso di commenti e riflessioni sul web.
Dopo circa due anni di meticoloso approfondimento, The Golden Age esce finalmente allo scoperto.
Non è semplice descrivere con serena persuasione la forma e la sostanza del prodotto.
Un concept album che tratta della costruzione e dello sviluppo di un adolescente incastrato in un periodo storico non molto felice e pieno di difficoltà e che avrà un epilogo decisamente tragico.
Un suono epico e maestoso fondato su orchestrazioni imponenti e grandiose, congegnate con numerosi strumenti ad arco, fiati, corni ed organi.
Al di sopra di tutto ciò la personalissima, calda e suadente voce di Woodkid, che ricorda quella del fantastico Anthony Hegarty; il pianoforte, autentico collante tra le sinfonie orchestrali e la singolare voce dellartista francese; le percussioni, robuste, energiche, ipnotiche e quasi tribali che regalano ulteriori e singolari scenari ad una cornice sonora che si rivela davvero irripetibile.
Il disco, nel suo complesso, risulta curatissimo, colto e maniacale sotto tutti i punti di vista, anche nelle realizzazioni delle grafiche di copertina. A riguardo è indicativa la confezione della versione deluxe del cd, prodotta in un cofanetto contenente il disco ed un libro di 140 pagine con la descrizione delle tristi avventure del nostro protagonista.
I brani tendono ad avere, solitamente, unintroduzione molto soft, leggiadra dove è la voce del talento doltralpe ad imporsi per poi svilupparsi in un crescendo sonoro di impatto devastante, grazie alle percussioni ossessive ed al solenne telaio strumentale classico, pocanzi dettagliato.
La title-track che apre il disco esemplifica immediatamente il concetto.
I singoli promozionali trainanti, tutti corredati di videoclip assolutamente imperdibili ed ovviamente curati con meticolosa precisione dal nostro, sono Run Boy Run, che tratta delle difficoltà e delle paure che ostacolano i ragazzi nella loro fase di sviluppo e dove il rapporto percussioni/archi raggiunge vette elevatissime, Iron dove si aggiungono anche i fiati e I Love You dove la descrizione delle pene damore di gioventù è fatta immergendosi in una totale essenza hard orchestrale.
Laddove luso dei ritmi ossessivi lascia spazio ad una dolcezza oscura è la voce di Woodkid a rapire per la sua attraente timbrica.
Boat Song con un finale strumentale sontuoso oppure la delicata Where I live ne sono testimonianza.
In Conquest Of Spaces, Woodkid cerca di articolare ancor di più il già forte impatto con repentini cambi di ritmo e con una diversa e più cupa timbrica vocale. Tra le fasi migliori dellintero progetto.
Spazio anche a brani interamente strumentali quali Stabat Mater, Shadows e Falling che sarebbero adattissimi in utilizzazioni su documentari di vario tipo.
Di cowboy western misto a sonorità che ricordano film hollywoodiani daltri tempi è strutturata la favolosa The Great Escape mentre è un sontuoso organo a riempire la mente nellonirica Ghost Lights.
La valutazione finale non può che essere eccellente. Un disco ardito, folle ma di feroce complessità allo stesso tempo. Un disco maledettamente rock senza che siano presenti chitarre elettriche e basso.
Una piccola osservazione la si può sprecare nel rilevare una certa ritrosia di variazioni tra un brano e laltro. Talvolta una certa ripetitività sembra insinuarsi tra le righe.
In un periodo dove la musica dascolto tende ad essere sempre più semplice e sciolta, eccoci dinanzi un prodotto completamente diverso da ogni schema attualmente in voga.
Woodkid dimostra immediatamente di essere un talento multiforme realmente interessante e da tenere in seria e forte considerazione.
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