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R Recensione

8/10

Sea + Air

My Heart's Sick Chord

I Sea+Air sono una autentica sorpresa: vi sarebbe mai venuto in mente di concepire il clavicembalo come uno strumento compiutamente rispondente alle sollecitazioni della musica indie? Questo talentuoso sodalizio artistico - i coniugi Daniel e Eleni Benjamin (tedesco lui, greca lei) - affina la propria arte di sintesi, interrogandosi sulle potenzialità espressive di uno strumento che ha caratterizzato la storia della musica profana sin dal XIV secolo e sulla possibilità di farlo fondere agli elementi e alle modalità offerte dalla nostra contemporaneità. "My Heart's Sick Chord" è un disco assolutamente "nel nostro tempo", “del nostro tempo”, facendo proprie le istanze di realtà musicali come Arcade Fire, Clogs, Sufjan Stevens, Elbow, L’Altra, Piano Magic, ma anche riannodando i legami con un passato dal quale tutto, o quasi, origina. Basta l’iniziale Take Me For A Ride per constatare a quali sviluppi è stata portata l’eredità del Bach più barocco: “classical-indie” verrebbe di dire, ma con il rischio di dare l’idea di un papocchio artistico poco riuscito, mentre invece le mani e le menti dei Signori Benjamin sono capaci di travalicare spazio e tempo per restituire una ispirazione struggente che pare non auto-imporsi confini storici. La cover di una delle più intense composizioni di Peter Gabriel, Mercy Street (da “So” del 1986), è solo un altro segno di trasfigurazione della “materia classica” in qualcosa che pur rispettando le radici, si concentra sull’evoluzione dei rami. Ovviamente non mancano i canonici strumenti della tradizione rock (basso, chitarra, batteria), che danno forma ad alcuni importanti episodi di "My Heart's Sick Chord" animati da un sano e inquieto gusto indie: in questa direzione emergono perle come Dirty Love (che ha le movenze di un singolo perfetto), The Sea After A Storm, Do Animals Cry?, 1st Life. Robert Wyatt amerebbe molto l’evanescente melodia jazzy di Like A Spy On The Roof: mi immagino il canuto "grande vecchio" canticchiarla con quel suo inimitabile, obliquo timbro vocale e con un sorriso sornione... Ma anche le voci dei due artefici dei Sea + Air, sanno rincorrersi e incrociarsi creando avvincenti suggestioni. In una luce antica, di una luce antica, risplendono piccoli incantesimi come Safe From Harm (vertice creativo dell'album), la già citata Take Me For A Ride, You Don’t Care, mentre You & I (che ridesta memorie stellari dell'universo degli Smashing Pumpkins) si offre come una perfetta simbiosi fra le varie anime del duo, sposando intimismo e magniloquenza. La lunga title-track posta in chiusura è una gemma che ha dalla sua il suadente andamento Radioheaddiano dei tempi di “The Bends” e lo stato mentale di una ballad progressive, con una parte centrale sognante e sospesa e un finale che torna al dolente tema di Take Me For A Ride.

I Sea + Air hanno fatto una lunga gavetta aprendo i concerti di artisti come Sufjan Stevens, White Stripes, Jose Gonzalez, The Flaming Lips, The Soundtrack Of Our Lives, Woven Hand, John Grant e The Divine Comedy, da ognuno dei quali sembrano aver acquisito una attitudine a sperimentare nuovi linguaggi musicali.  

"My Heart's Sick Chord" è uno degli album più ispirati e degni di essere definiti – davvero – interessanti tra quelli sui quali mi è capitato di focalizzare i sensi in questi primi mesi del 2012. Ne avrò persi altri probabilmente altrettanto significativi, ma su questo ho sentito di poter mettere tenda per un po’, sentendo svanire il sempre urgente bisogno di affrettarsi verso altri lidi sonori. Leggerezza e pesantezza, estroversione e introspezione nel "pop da camera" innervato di folk messo sapientemente a punto dai Sea + Air: gli opposti si bilanciano in una simbiosi non convenzionale, anzi in uno stato di grazia che poco ha di terreno.  

N.B.: i video correlati a questa recensione fotografano delle versioni acustiche dei brani inclusi nel cd.

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Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 3 voti.
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target 6/10
wascimo 7,5/10

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