Emmy The Great
Second Love
Di un secondo amore si sa in anticipo, potenziale, cosa aspettarsi. La sua fine.
Lidealizzazione, che nel primo rapporto è il motore dellamore, nel successivo diventa tentazione; una tentazione però smussata, controllata, tenuta un po' più a freno rispetto al passato. Per paragone, per paure: ché, allesordio, non si era ancora sperimentata la caduta.
È, forse, con questa idea che Emma Lee Moss ha composto le dodici tracce di Second Love, suo terzo album in studio. Ed è con questo sentimento che la cantautrice newyorkese propone un pop elettronico allosso, a metà tra cantautorato indie dai riferimenti main (Constantly, Social Halo) e attitudine, nei dettagli, arty - Julia Holter, Bat for Lashes, solo per dirne alcuni.
Smussato e controllato il sound, in assoluto e rispetto alle sue produzioni precedenti: estetica minimale, ripiegata, con atmosfere avorio in cui i beat, xx/rnb tenuissimo (Dance w Me), permettono la coesistenza di lunghi vuoti, addobbi (Shadowlawns) e vapori electro, tratteggi di acustica (la corale Algorith)/ elettrica (Hyperlink, Social Halo).
Cè almeno un pezzo capolavoro, qui, da portarsi dietro: Swimming Pool, feat. Tom Fleming dei Wild Beasts. Baritono liminale e vibrante lui, struttura/scheletro compatta in cui lei, elegiaca, interpreta e modula alla perfezione. E viene da domandarsi perché ogni pezzo non giochi con queste dinamiche.
Maggior sostanza nella scrittura, per il futuro: ma la strada, per Emmy, sembra quella giusta.
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