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R Recensione

6/10

Ladytron

Velocifero

In tempi di magra per il cosiddetto rock alternativo uno si aggrappa a qualunque cosa. Perlustra strade fino ad allora poco frequentate, abbassa le difese e si getta d’istinto sul primo esemplare in grado di catturarne l’ascolto o, come in questo caso, lo sguardo. Che sia stato il look delle due cantanti (Mira e Helen), per metà bamboline fetish di Andrew Blake per l’altra sicarie di Tarantino inguainati in bluse e tailleur scurissimi, a convincermi? Perché non provarci con le Ladytron, mi son detto.

Il gruppo di Liverpool torna a distanza di tre anni dal precedente Witching Hour e dopo un tour mondiale di supporto ai NIN che ha sancito, di fatto, l’ammissione alla loggia del rock elettronico che conta per loro che avevano debuttato nell’ormai lontano 1999 con l’easy listening discotecaro di Playgirl (sull’onda di Sexy Boy degli Air). Oggi invece suonano un synth pop aggiornato all’era dell’electroclash e carenato da occasionali pattern industriali.

Questo nuovo Velocifero, ad esempio, assomiglia tanto a certi cioccolatini alla ciliegia, neri e fondenti all’esterno, grondanti e liquorosi dentro. Un innocuo “Moulin Rouge” per feticisti. Un burlesque su sfondo nero. Un luna-park di languide perversioni virtuali.

Black Cat, coi break-beat, la voce effettata (di Mira che canta in bulgaro) che schizza come pioggia contro un vetro sporco, le staffilate da catena di montaggio, e Ghosts, melodia flautata, maliziosa e passo da dancefloor, spartiscono bene gli estremi su cui si delinea il loro sound design: I’m Not Scared e They Have A Heart You Give si pongono sulla scia della seconda mentre The Lover è un giusto mix delle due. Tutto molto luccicante e raffinato come la robotico melodia di Runaway, la dance est-europea filtrata attraverso la grata ferruginosa di Burning Up, ma anche muscolare, meccanicistico, prevedibile. Notevole, invece, il cut up synth-square balcanico e depressurizzato di Kletva, il dark pop orchestrale scalpellato a bpm da discoteca e il martellante vuoto su pieno ritmico di Predict The Day.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 3 voti.
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REBBY 6/10
loson 4,5/10

C Commenti

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TheManMachine alle 2:19 del 24 settembre 2008 ha scritto:

Mister Coacci questa volta in versione più succinta del solito, ma non meno interessante e avvincente è la lettura che ci offre. Stile e classe inconfondibili. Questa volta poi hai considerato un genere che mi sembra non tra i tuoi prediletti. Anche per questo mi hai incuriosito ancor di più, nonostante il tuo giudizio finale non entusiasta, ed è inutile dire che questo disco è già inserito nei miei prossimi ascolti.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 8:28 del 24 settembre 2008 ha scritto:

Delle varie uscite di album synt-pop di quest'anno

('80) questa, tra quelle che ho ascoltato, é la mia preferita, anche se l'ho ascoltata più che altro come sottofondo. Passerò ora ad un'analisi

più approfondita per il voto (ora come ora direi 7)

Dr.Paul alle 21:59 del 25 settembre 2008 ha scritto:

si dai sufficienza piena!

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 9:14 del 29 settembre 2008 ha scritto:

Meglio come sottofondo! 1,2,3 ascolti più attenti

non mi entusiasmano, alla fine mi piace solo la

prima (Black cat). Non siamo poi cosi distanti dai

Cut Copy! Ma siccome il dottore ha ordinato una sufficienza piena obbediamo ... che male non fa.

Vabbe ...