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R Recensione

7,5/10

Alvvays

Antisocialites

A tre anni dal folgorante debutto (omonimo) tornano i canadesi Alvvays, già culto tra le proposte indie pop di questi anni.

Un indie pop, il loro, dalla genetica ultra derivativa (la cassetta C86, lo shoegaze, il dream pop; gli Smiths e i Teenage Fanclub) ma capace di suonare profondamente personale. 

Merito soprattutto di Molly Rankin, in “Antisocialites” meno soggetta a distorsioni nel cantato, più certa e coraggiosa nelle traiettorie (v. le pieghe Chairlift di “Not My Baby”), le quali si armonizzano ad un livello superiore con le dolcezze e alle sferragliate impresse nel sound. Un suono al solito amalgama di jangle pop, chitarre fuzz, tenerezze twee, dinamismo garage pop, inserti sintetici. E con meno saturazioni da wall of sound shoegaze.

Entro una forma pop, il lavoro di co-produzione di John Congleton ha dato aria alle composizioni, portando ad un sapiente equilibrio (anche interno ai brani) tra emotività da ballata (“Dreams Tonite”, “Not My Baby”, “Already Gone”, “Forget About Life) e spontanea fisicità/giocosità anche retromaniaca (“Plimsoll Punks”, “Your Type”, “Hey”, “Saved By A Waif”).

L’attacco di “In Undertow” (apice: una cavalcata pop superiore, intensa dal primo all'ultimo istante) regala la prima delle molte immagini nate dalla penna (splendida) di Rankin: <<You find a wave / and try to hold on / for as long as you can>>, mentre lo sferragliare delle chitarre si sovraespone nel crescendo del brano. Nei testi si parla di relazioni concluse, di altre appena cominciate ( <<Did you want to forget about life with me tonight?>>, in “Forget About Life”), o solo immaginate (<<If I saw you on the street / and I have you in my dream / tonight>>, conclusiva “Dreams Tonite”).

L'eterogeneità stilistica e degli umori (dal punk allo zucchero filato di "Lollipop (Ode to Jim)"/"Your Type" e quello jingle-jangle di "Plimsoll Punks", si diversifica nel concetto di  ballata con episodi quali "Dreams Tonite" e "Already Gone" ) così come la cura per il dettaglio (ad esempio i riverberi, che mettono luce invece di nascondere) permettono, in sostanza, di esprimere raffinatezza (di prima categoria) della scrittura e insieme spensieratezza della forma. 

A buon diritto, “Antisocialites” rafforza lo status di culto attribuito agli Alvvays.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 4 voti.
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C Commenti

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AndreaKant (ha votato 7,5 questo disco) alle 8:43 del 24 ottobre 2017 ha scritto:

Ottimo disco! Il migliore seguito possibile all'esordio che, per quanto mi riguarda, con l'attitudine naif che lo contraddistingue resta un pelo sopra. Qui si sente una maggiore consapevolezza legata a una scrittura sempre molto buona, che con la sua sfumatura malinconica (Dreams Tonite!) ha contribuito fortemente alla mia colonna sonora di inizio autunno.

LucaJoker19_ alle 15:22 del 28 ottobre 2017 ha scritto:

io invece preferisco questo all'esordio , comunque grandissima band ! il Canada porta quasi sempre artisti di qualità ... vedasi anche crystal castles

benoitbrisefer (ha votato 7,5 questo disco) alle 12:39 del primo novembre 2017 ha scritto:

Veramente ottima conferma. Insieme agli Allo Darlin' il miglior indie pop in circolazione.