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R Recensione

7/10

Wet Wings

Glory Glory

Un disco così ben rispecchiato dalla sua copertina come questo debutto dei neozelandesi Wet Wings è difficile trovarlo, e quasi verrebbe da lasciare all’opera dell’olandese Sebastiaan Bremer il compito di descriverlo (d’altronde già Pitchfork ha recensito album con immagini: come dimenticare questo precedente?). Ma due parole val la pena dirle, quanto meno per dare coordinate più indicative di quelle che forniscono i due Wet Wings, Darian e Lucy, i quali si definiscono genericamente folk. È, però, un folk giocattoloso, il loro, riletto in chiave electro, poptimistico al cento per cento, con puntatine tropical da immersione estiva (“Last Day of Summer”).

Il disco, che segue l’Ep “Skin to Soil” vivacizzandone decisamente i toni, è stato registrato a Christchurch poco prima del terremoto che nel settembre 2010 ha provocato quasi 200 vittime. Nelle textures sonore, arricchite spesso di field recordings ed effetti di strada per far rivivere i luoghi nelle canzoni, non ci sono quindi residui scuri, ma solo formicolii solari, sfocature gloriose stile Panda Bear, movenze pastorali da sogno, tra Beach House in trip radioso (“Super Happy”), Bibio (“Stockholm”), e canti di montagna remixati su arpeggi traslucidi e beat spiazzanti (“Feeeel it”).

Peccato che l’infilata di tre ballads nella parte finale ammosci un po’ l’energia (positiva) della prima parte, per il resto sgargiante sia quando esplode tra flauti, fisarmoniche e archi (“Crowne Plaza”) sia quando si affida quasi totalmente alla voce (la bellissima “You’re Not”, con l’attacco molto Suzanne Vega di “Tom’s Diner”).

Glory Glory” esce per tre etichette diverse, in cd (per la Lil’ Chief Records) e cassetta (per Infinity Tapes e La Station Radar), oltre a essere scaricabile in formato digitale su bandcamp, dove si può ascoltare per intero. Facile farlo proprio, in tutti i sensi.

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salvatore alle 16:28 del 19 luglio 2011 ha scritto:

io non riesco a farlo mio... emhh... insomma... fisicamente... digitalmente...