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R Recensione

6,5/10

Ed Ward

Man Overboard

Se qualche volta vi siete chiesti se tra Giuliano Palma e Mannarino ci potessero essere delle similitudini, Ed Ward (nome d’arte di Edoardo Santini), romano classe 1987, potrebbe essere la risposta. E si perché questa sua prima opera, Man Overboard, rilasciata quest’anno per RBL e distribuita da Godfellas sembra proprio una caleidoscopica passeggiata dove a momenti viene in mente l’uno, a momenti l’altro, con un approccio lirico internazionale che ricorda vagamente quel cantautore mezzoitaliano di Paolo Nutini, o quell’altro ancora, tuttoitaliano stavolta, di Marco Guazzone.

Si presenta come cantautore italo-scozzese (altra coincidenza, con uno dei quattro sopra citati, indovinate voi chi) anche se, a dirla tutta, la pronuncia non sembra poi così madrelingua come il passaporto dovrebbe lasciar intendere. Tutto il resto è invece molto credibile e godibile, soprattutto con riferimento ad arrangiamenti ben curati, suoni ricchi e ben registrati che rivelano una sana passione per sonorità soffici, armoniose, avvolgenti, mai ruvide e a tratti maliziose, ma sempre eleganti pur nella esplicita volontà di voler attingere alla tradizione popolare, sia questa celtica, sudamericana o italiana, poco importa.

Otto veloci tracce per un esordio gradevole seppur mai folgorante. Se l’intenzione è di ottenere consensi e successi come i 2 (più due) artisti citati sopra, bisogna ancora studiare per creare qualcosa di riconoscibilmente unico senza dimenticare che, most importantly, per avere successo e consensi, bisogna scrivere qualche pezzo davvero bello, quelli che ti ronzano in testa e non sai nemmeno tu perchè. Tanto per l’una quanto per l’altra cosa non so di preciso come si faccia, ma è questo che fa, alla fine, la differenza.

Con il primo tentativo Ed Ward ci va solo vicino, per entrambe le cose. C’è quindi ancora da lavorare, ma s’intravedono cose buone.

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