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R Recensione

7/10

Es

Tutti Contro Tutti Portiere Volante

A otto anni di distanza dall’esordio, e tre dall’ultimo concerto, la band che ha diffuso il pop-rock naif nel mondo moderno (così almeno si definiscono nel comunicato stampa) torna con un lavoro per il quale, se proprio si volesse usare un paragone pittorico, più che il termine naif userei impressionista e minimalista. La cifra stilistica più evidente, almeno dal punto di vista dei testi, è infatti l’uso di versi brevi, minimali, spesso ripetuti con piccole modifiche di strofa in strofa, come in "Lenzuola Nuove", una ballata lenta per voce e piano costruita da otto brevissimi versi, o la quasi angosciante "7:30 Lunedì", con le sue chitarre e tastiere a guidare un bel rock dal testo costruito su una sola immagine ripetuta, l’angoscia, appunto, dell’inizio della settimana, la routine quotidiana che riprende ("brividi, sette e mezza lunedì, hai la nebbia in bocca ed è normale che ti dispiaccia") in cui risulta evidente la capacità di descrivere uno stato d’animo con pochissime parole.

 

Un disco minimale che sa essere anche cattivo e che sa giocare con l’ironia, come nella splendida presa per i fondelli delle band costruite a tavolino di "L’articolo The Davanti a Nome di Band": un brano molto rock, con le due voci di Ales e Tina che si alternano per poi unirsi nel ritornello, ed un testo molto ironico sulle pose studiate ad arte, partendo dal nome ("l'articolo the davanti a nome di band, rende un disco più intimo e sofferto, per non dire dell’uso del solo, tanto più bello quanto più errato ed incerto") per arrivare all’atteggiamento del cantante ("la posa degli occhi studiata, la posizione dell’uomo dannata, l’articolo the davanti a nome di band, è come il tale emaciato e scavato che ormai, in ogni complesso scimmiotta verlaine").

 

Meno ironici e più sarcastici sono gli Es di "Ex Bambini Buoni", una gran ballatona pop rock, con la seconda voce nel ritornello che risponde alla prima, ed un ottimo testo ("giunto alla maggiore età, metti in cornice tutto quello che si fa ma non si dice, giovani stesi a colpi di fucile, a cosa è servito essere servile?") e una chiusura che non lascia speranze ad una generazione senza futuro ("crivellati da continue delusioni, gli ex bambini buoni anche domani si copriranno il viso con le mani"). L’ironia acida pervade anche "Pardesòra", rock mid tempo con una melodia davvero azzeccata, dove, ancora una volta con poche frasi, è descritta in maniera geniale la sensazione del front man sul palco a capo chino, con la platea al buio silenziosa, e l’ego che vacilla ("chiedo a chi mi sta vicino, ho un talento inesistente, o a tal punto cristallino, da sembrare trasparente?")

 

Il ritorno degli Es ci consegna un disco dal suono omogeneo ma non statico, in cui si passa da brani più pop, come "La lingua Sotto i Denti", dotata di un gran bel ritornello, e "Un Soldino Per i Tuoi Pensieri (Economia Domestica)" guidata dalle due voci di Ales e Tina, ad altri decisamente più tirati e rock ("Kerry Von Erich"), a ballate accattivanti ("Metà di Metà", con le sue ottime pennellate di chitarra, e "Sto Benissimo", un altro testo splendido), al quasi punk di "Ho Ormai i Tuoi Nei (Quando Tu Accarezzi i Miei)", per chiudersi con un lento, "Virgola", aperto da un'intro voce e chitarra acustica, a cui segue l’ingresso dell’elettrica, e il suono si apre in una bella melodia che accompagna l’ascoltatore alla fine del disco.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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matusel 10/10

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