Tiromancino
In Continuo Movimento
Non è mai facile tornare in studio dopo due anni di successo dovuti a un album-rivelazione che ti consacra come una delle migliori rivelazioni musicali in circolazione. In questo caso lambito musicale è quello italiano e il gruppo in questione è quello di Zampaglione: i Tiromancino che tanta attenzione hanno raggruppato attorno a sé dopo i successi di canzoni come La descrizione di un attimo e Due destini.
Non è proprio facile tornare, affrontare il successo, guardarlo in faccia, sfidarlo e riuscire a superarlo tornando in studio per lalbum successivo. La maggior parte dei gruppi si sfalda o realizza un seguito imbarazzante. Alcuni invece riescono a raccogliere le energie e ad affrontare la situazione senza troppi imbarazzi.
In questo caso possiamo dire che è accaduto sia luno che laltro. Il gruppo si è sfaldato lasciando di fatto il solo Zampaglione come membro originario nonché superstite del gruppo a tentare di rimettere in piedi un castello andato in cenere. E a quanto pare sembra esserci riuscito più che bene. Partiamo subito dal presupposto che In continuo movimento non è un capolavoro, e probabilmente non raggiunge i livelli di poesia e raffinatezza del precedente: La descrizione di un attimo. Tuttavia è un bellalbum che conferma il talento di Zampaglione nellelaborazione di testi poetici di ottima fattura, il tutto in un contesto musicale squisitamente pop che non disdegna comunque suoni più vicini al rock.
Si parte con il dolce pianoforte di "Come laria" che forse come pezzo avrebbe reso di più se meno dilatato. Eccezionale invece il crescendo de "I giorni migliori" e la sua chiusura quasi in noise. "Nessuna certezza" non è che un riempitivo che anticipa invece un altro bel pezzo come "Tutti intorno" a noi che inizia con sorprendenti rimandi ai Radiohead (!) e si sviluppa con un accattivante assolo e un ottimo canto assemblato.
Per me è importante è un'altra ballata pop-folk per nulla banale che sfrutta un ottimo ritornello. Arriviamo al pezzo migliore del disco, "E necessario" è il pezzo più rock dellalbum e presenta un cambio di ritmo notevole che sorprende lascoltatore ancora immerso nelle parole sensuali dei sinuosi testi. "Polvere" sterza subito verso un uso soft dellelettronica e ne viene fuori un pezzo a metà tra trip hop e post rock e tutto sommato rimane il dubbio che si potesse sviluppare meglio. Il progresso da lontano stona decisamente con il resto dellalbum e riesce ad aggiudicarsi lambito titolo di peggior pezzo. Il livello risale con "Le onde" (bello linizio molto tenebroso, vagamente dark) e "Sarebbe incredibile" (altro splendido pezzo datmosfera, tanto leggero e delicato quanto di valore), per poi concludersi con "Strumentale", pezzo senza troppe pretese. Alla fine dellascolto si può restare soddisfatti. Rimane limpressione che si potesse fare un pizzico di più ma è anche comprensibile che Zampaglione non abbia voluto osare troppo, con una line-up nuova di zecca che, inevitabilmente, ha fatto inevitabilmente pesare su di lui ogni responsabilità per la riuscita del disco.
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