R Recensione

6/10

Miura

3

Che dire di 3, terzo disco (ma và?) dei Miura? È una domanda difficile. Non va bene. Ricominciamo: perché chiamarsi Miura? Oddio non lo so, perché mi infilo in questi cul de sac? Ricominciamo: chi sono i Miura? Ecco, prendiamo il foglio di presentazione che accompagna il disco e troviamo la risposta: i Miura sono il gruppo di Diego Galeri (batterista dei Timoria), in una line-up che comprende anche Max Tordini (voce), Killa (chitarra) e Illorca (basso).

Cosa fanno i Miura? Rock italiano sostanzialmente. Di quello che brutto non è, ma che non sembra compiere particolati acrobazie perché da vecchi ci si possa ricordare dei Miura. Senza infamia e senza lode insomma, e tutto sommato una mezzora abbondante di buona produzione musicale per un gruppo che in passato ha vantato l'attenzione di Giorgio Canali (produttore di Croci) e che ora gode della supervisione artistica di Giacomo Fiorenza, già al lavoro con nomi come Yuppie Flu, Benvegnù, Moltheni e Giardini di Mirò

Partiamo dalla fine: Stalker, strumentale di tarkovskiana memoria che si muove su trame psichedeliche costruite egregiamente con tecniche di stratificazione anche se senza particolari colpi di scena. Questo brano dovrebbe essere simbolo della svolta psichedelica del gruppo, che per l’occasione avrebbe tirato fuori fuzz, tastiere e tracce di batteria più lineari. Balle. Sì, certo un po’ di fuzz in giro ce n’è, così come un abbozzo di psichedelia qua e là (la coda di Stimola, il leggero sfondo noise di Malati sani).

Sostanzialmente però 3 è un disco che si muove in maniera egregia e convincente nei canoni di un rock-pop italiano di discreta fattura, tra citazioni anche notevoli (i ricordi dei Massimo Volume in Underworld), ma soprattutto con una buona verve in grado di catturare quanto di meglio hanno fatto gruppi come Perturbazione e Verdena (l’adult-pop di Andiamoci piano con le emozioni ne è un buon intreccio).

Ottima anche Normale, pop spensierato ben arrangiato e accattivante dal piglio energico. Non mancano poi episodi più rabbiosi e schizofrenici (Giuda), o accelerazioni punk-pop dalle chitarre graffianti alla Tre Allegri Ragazzi Morti (Non vado forte) che assieme ad un classic-rock fresco e vivace (carino il prezioso riff de Il solista) riescono a far dimenticare episodi un po’ più statici come Io, nella capsula del tempo e Nulla è inutile (dove i Verdena paiono scontrarsi senza successo con cromatismi testuali alla Marlene Kuntz).

Quindi in definitiva che dire di 3, giusto per tornare alla domanda iniziale? Mah, sicuramente che ha una sua dignità. Poi si può dire che è suonato bene, che presenta spunti notevoli ed una varietà stilistica minima ma efficace. Punti deboli ce ne sono ovviamente: la mancanza di quel guizzo necessario per ammaliare del tutto l’ascoltatore, la scarsa originalità in secondo luogo. E poi il nome del gruppo… Miura… sa troppo di orientale, e questo non è un paese per stranieri. Quindi spero non vi importerà se non indagherò sul perchè del nome Miura...    

Myspace - http://www.myspace.com/miuramusic  

Sito ufficiale -  http://www.miuramusic.com/  

Video – Normale - http://www.youtube.com/watch?v=lXFTpr7WXzs

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 1 voto.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.