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R Recensione

7,5/10

Animation

Transparent Heart

C’è Miles Davis. C’è Manhattan. E c’è una rappresentazione in musica di una intera vita. Quella di Bob Belden, vincitore di due Grammy awards,  che descrive “Transparent heart” (RareNoise records) come “ il risultato di 30 di lavoro, dal primo viaggio a Manhattan nel 1979 quale membro della Woody Herman band” .

 Con la nuova e stabile formazione della propria creatura Animation, attiva da un decennio in varie forme,  il sassofonista statunitense si è circondato di un eccellente quartetto di giovanissimi allievi della sua Alma Mater, l’Universita’del Nord Texas - il trentenne Pete Clagett alla tromba, Roberto Verastegui (23 anni) alle tastiere, Jacob Smith al basso elettrico (24 anni) e Matt Young (19anni) alla batteria -   con l’intento di creare una vera e propria narrazione musicale. Riprendendo un percorso sonoro basato sul periodo davisiano di inizi anni ‘70 e di Bitches Brew, (già al centro dei due progetti RareNoise, Asiento e Agemo) , Belden rivitalizzza la formula attraverso l’innesto di alcune componenti attuali.

Ecco quindi una tensione ritmica costante intessuta da una pirotecnica sezione piano elettrico basso e batteria , che replica talvolta cadenze drum’n’bass, un utilizzo più marcato e funzionale all’amalgama sonoro dell’elettronica, l’uso di field recordings che sottolineano il carattere dei singoli pezzi, insieme ad una tromba che più davisiana non si potrebbe, ed al sax e flauto del leader,  ai quali sono demandati temi e parti improvvisate .

Percorrere insieme a Bob Belden le tappe di Transparent Heart è forse il modo migliore per addentraci nella “sua” Manhattan”.

 “Terra Incognito”  il tema, quasi cinematografico nella sua apertura epica, evoca la prima impressione del musicista giunto a New York, e un po’ disorientato di trovarsi in  “un vero Grand Canyon di grattacieli”

 “Urbanoia”. “Quando mi spostai a Manhattan nel 1984, vissi per un periodo in un quartiere molto duro, racconta Belden; sentivo quotidianamente notizie di assassinii ed accoltellamenti” . Il clima di “paranoia urbana” è restituito da tastiere, sax e tromba su un tappeto ripetitivo di una voce che declama un orario in ore, minuti e secondi.

 “Cry in The Wind” . Piano elettrico e basso creano il tappeto per un rarefatto tema affidato al flauto ed alla tromba. È la descrizione di un’esperienza ancora piu’ personale : “Ero nel mio studio al piano terra quando sentii la voce di una donna che supplicava aiuto in strada. Era stata accoltellata. Chiamai la polizia e le chiesi come potevo aiutarla – prese il mio braccio e non lo lascio’ piu’ andare finche’ non arrivo’ l’ambulanza. Questo senso estremo di solitudine e abbandono e’ cio’ che questo brano vuole rappresentare.”

 “Transparent Heart” fa parte del repertorio stabile di Animation  fu registrato a fine anni 90 con Joe Chamberse poi ancora nell’anno 2000, quando Tim Hagans divenne parte della band. Quella attuale è la terza reincarnazione di una composizione che vive in presa diretta con il Miles Davis elettrico.

 “Seven Towers” “è la reazione di Belden agli attacchi al World Trade Center, l’undici settembre 2001. “L’undici settembre non furono due le torri ad essere distrutte, ma sette. Ero presente, filmai tutto e registrai tutte le conversazioni radio NORAD. Si cerca di capire quale oggetto sia per l’aria, il Pentagono viene chiamato, si scopre che due aerei hanno colpito le torri. Si sente la risposta della polizia e dei pompieri … molto inquietante.” Una piccola suite nella suite, con dilatati spazi affidati al flauto ed alle tastiere dopo la sezione di apertura fortemente incentrata nella ritmica.

 “Provocatism” racconta del periodo subito successivo all’undici settembre, quando l’attivita’ economica di Manhattan legata alle torri mori’ . Domina il pezzo un potente motore funk sul tema condotto dalla  tromba che intreccia un serrato dialogo con il sax di Belden.

 "Vanishment” racconta dell’esodo dei musicisti da Manhattan, quando non poterono piu’ permettersi di vivere lì e furono sostituiti da frotte di studenti universitari, che non avevano lo stesso legame con la citta’. Partiti I musicisti si e’ persa una parte dell’anima del cuore di questa citta’. Un disegno a tinte scure ed enigmatiche affidato a flauto e tromba.

 “Occupy!” infine, e’ la memoria musicale dei recenti giorni di protesta a Wall Street dai quali sono riportati estratti di dialoghi,  urla, rumori degli scontri con la polizia. Le atmosfere musicali riflettono il tema con ritmiche serrate che offrono lo sfondo alla tromba di Peter Clagett ed al lungo solo del soprano di Belden, prima della concitata parte conclusivain cui dominano le tastiere e le percussioni in un climax psichedelico.

Dopo avere raccontato , oltre dieci anni fa, la storia di Elizabeth Short nella composizione orchestrale “Black Dahlia”, basata sul  romanzo di James Ellroy, premiata con un Grammy award nel settore del jazz orchestrale, con Transparent Heart Bob Belden ha firmato la propria autobiografia, dando vita ad un affresco ricco di  emozioni e  sentimenti, espressi nel linguaggio più universale che l’uomo conosca.

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