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6/10

Miriam Mellerin

Miriam Mellerin

Miriam Mellerin è l'omonimo esordio della band composta dai ventenni Diego Ruschena (voce e basso), Daniele Serani (chitarra) e Pietro Borsò (batteria). Ed è un esordio quanto meno energico e grintoso, in grado di far tesoro della lezione noise-rock, sia nella sua anima originaria americana (Parte di me), che nelle sue varianti italiche (Made in Italy pesca a piene mani nello stile del Teatro degli Orrori e rievoca pure alcune cose dei primi aspri Marlene Kuntz).

Ne vengono fuori scosse di puro e rude alt-rock all'italiana, genere all'interno del quale in effetti non molti gruppi hanno dimostrato di sapersi districare senza scadere nel ridicolo o nell'imbarazzante. Il tutto dando una buona prova di credibilità sia cantando in italiano (Insetti) sia che ci si lanci con l'inglese (Trust).

Tra i referenti musicali spuntano riferimenti dotti della tradizione americana: Tool, Don Caballero, Jesus Lizard, e in generale una buona capacità di relazionarsi ai campi del post-core e del post-rock (sentire la sferzante tirata di B.H.O.O.Q.). Ovviamente il tutto con le dovute proporzioni qualitative.

Tra i momenti più elevati del disco la vigorosa Ostrakon che assieme a linee musicali vibranti e succose alza il livello testuale aggiungendoci un tocco di coscienza socio-politica. Notevole però è anche la conclusiva Stilnovo, che rivisita con lucidità e rabbia il classico di Cecco Angiolieri, già riproposto in passato (in tutt'altra maniera ovvio) da Fabrizio De Andrè.

In definitiva un buon esordio che dà una piccola ma significativa scossa all'ascoltatore. Perchè la scossa diventi terremoto vedremo cosa verrà fuori dal successivo album...

V Voti

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