R Recensione

9/10

Marlene Kuntz

Catartica

Marlene Kuntz, Catartica... Due nomi che sono entrati nella storia della musica italiana. Tutto merito di 14 tracce a dir poco memorabili per uno dei migliori album italiani di tutti i tempi. E pensare che il gruppo era stato molte volte sul punto di sciogliersi dopo aver passato 4 anni tra Ep e concerti infruttuosi fino alla pubblicazione di questo loro secondo album che consacrò (almeno per la critica) Godano e soci. La principale fonte di ispirazione del gruppo è la decade degli '80 da cui pescano a piene mani con una predilezione particolare per il noise dei maestri Sonic Youth. Un altro importante fattore da ricordare è la produzione artistica del duo Lega-Maroccolo (CCCP, CSI) che garantisce una guida esperta ai quattro ragazzi di Cuneo.

Il disco si apre con M.K. e già si capisce quale sarà la linea del gruppo: violente schitarrate che colpiscono per l' intensità e la passione, una componente quest' ultima che è trasmessa anche dalla grande voce di Godano. La splendida Festa Mesta riesce se possibile ad alzare ulteriormente un livello già elevatissimo grazie ad una cavalcata imperiosa del chitarrista Tesio che si esalta con grandi assoli. Il tempo di riprendersi e in un attimo si è incalzati dalla poderosa batteria di Sonica (uno dei capolavori dell' album) che sfrutta un lento incedere che culmina nell'emozionante ritornello, per poi rifiatare e terminare in maniera cupa e oscura. Da brividi. Nuotando nell' aria è l' ennesimo grande pezzo: comincia tra i bisbigli del cantante facendo quasi pensare a una dolce e tenera ballata ma ben presto sfocia in tutta la sua potenza. Se l' album finisse qui sarebbe uno dei migliori di tutti i tempi (non solo italiano), purtroppo però cala quasi inevitabilmente: Giù giù giù è un pezzo di transizione così come Lieve (pezzo rifatto anche dai Csi di Maroccolo in tempi non sospetti) che preparano all' ottima Trasudamericana che ritorna ai vertiginosi ritmi qualitativi iniziali. Oh però intendiamoci: i pezzi di transizione di questo album sono tali solo perchè paragonati alle gemme iniziali, infatti potenzialmente potrebbero essere tutti singoli di successo. Fuoco su di te è uno dei punti più bassi dell' album perdendosi in un inutile ritornello, invece Merry X-Mas torna sul genere di Festa Mesta e ridà vivacità all'ascolto. Gioia (che mi do) è l'ultimo grande capolavoro del disco, adattando perfettamente la musica ad un intensissimo testo che rende il pezzo uno dei momenti più delicati e dolci dei 60 minuti di ascolto. Canzone di domani segue la malinconia della traccia precedente mentre interessante è Mala Mela che ancora una volta sfrutta i continui cambi di ritmo e di tensione. 1°2°3° è uno dei pezzi più interessanti e innovativi dell' album con un' ammaliante riff iniziale.

Nel complesso l'album gode di una sfilza incredibile di grandissime canzoni (Festa Mesta, Sonica, Nuotando nell'aria, Trasudamericana, Mala mela) accompagnate da altre meno grandi ma di sicura ottima qualità/quantità, rendendo un lavoro di grande compattezza che può essere considerato quasi perfetto.

Come spesso succede ai grandi capolavori della musica all' uscita l' album non fu considerato minimamente dal pubblico, così come il successivo capolavoro Il vile. Oggi però sono ampiamente riconosciuti i meriti di una band che con la sua freschezza e la voglia di far rock ha rinnovato in maniera determinante la scena rock italiana.

V Voti

Voto degli utenti: 8,4/10 in media su 27 voti.

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Asidrec (ha votato 9 questo disco) alle 16:55 del 25 maggio 2007 ha scritto:

La sola Trasudamerica vale gran parte della discografia di tanti incensati guru della musica indipendente (italiana) dell'era post-punk.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 10:21 del 26 agosto 2007 ha scritto:

decisamente una pietra miliare della musica rock italiana, e produrne una non è davvero una cosa facile.bravi davvero!

andystarsailor (ha votato 10 questo disco) alle 10:41 del 18 dicembre 2007 ha scritto:

Album fondamentale del rock italiano dei '90...imprescindibile.

Lux (ha votato 6 questo disco) alle 16:39 del 10 aprile 2008 ha scritto:

Non un capolavoro per me

dopo le prime, significative, 4 tracce, si incappa in canzoni inutilmente enfatiche con i luoghi comuni del noise rock.

Roberto_Perissinotto (ha votato 9 questo disco) alle 10:35 del 22 marzo 2009 ha scritto:

Gradisco quasi tutta la discografia dei Marlene Kuntz, ma nessun disco riesce a raggiungere i livelli di espressività e compattezza di Catartica...come se gli Sonic Youth e i CCCP si unissero in una furiosa cavalcata declamatoria. Stupendi anche i testi, eterei e rabbiosi insieme...meraviglioso!

george (ha votato 8 questo disco) alle 21:38 del 21 aprile 2009 ha scritto:

Il vile è più personale ma questo disco è un grande esordio!!!

sarah (ha votato 9 questo disco) alle 11:41 del 30 giugno 2009 ha scritto:

Uno dei dischi cui sono più legata, tutti i brani sono dei classici: festa mesta, lieve, nuotando nell'aria...

TomooTaniguchi (ha votato 10 questo disco) alle 2:09 del 12 dicembre 2009 ha scritto:

MK? OK!

Preferisco di poco "Il Vile", ma questo disco rimane una bomba.

TexasGin_82 (ha votato 10 questo disco) alle 17:11 del 25 maggio 2010 ha scritto:

cosa è successo sei cambiato

Cristiano Godano genio assoluto. Catartica il suo album più geniale. Io questo gruppo l'ho amato tantissimo, fino a "che cosa vedi" (secondo me l'ultima perla uscita dalle loro corde). Poi che cosa è successo? Mah... tutt'ora non trovo una risposta che riesca a darmi pace. Ho sentito dire che Cristiano è stato coraggioso a cambiare genere, che sarebbe stato facile continuare a fare canzoni come quelle che lo hanno portato al successo. E invece no, lui è stato coraggioso a cambiare genere. Sarebbe stato facile fare un'altra Festa Mesta, Sonica, Gioia (che mi do), Mala Mela, Ape Regina, Il Vile. Certo, facilissimo, e che ci vuole? Ma che noia, tutti uguali... Hei, ragazzi, mi è venuta un'idea, facciamo qualcosa di molle, quelle cose leggere che sciolgono le balle ed emozionano tantissimo. Sentite questa, l'ho chiamata Musa. Fa così: "E' una questione di qualitàhàhàhàhà...". Forse hanno ragione, ci vuole davvero coraggio...

Liuk Pottis alle 10:51 del 16 novembre 2010 ha scritto:

Da pazzi!

La prima volta che ho ascoltato questo disco ne sonbìo rimasto letteralmente travolto: era la prima volta che ascoltavo il disco di una band italiana in cui le chitarre si sentissero come si deve! Magari uscisse un altro disco di tale livello dalle nostre parti!

Mattia Linea (ha votato 10 questo disco) alle 17:14 del 14 agosto 2014 ha scritto:

Sono troppo di parte. Mi limito a dire che è uno dei dischi più belli che abbia mai ascoltato. Capolavoro.