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R Recensione

7,5/10

Nosound

At The Pier EP

Uno sguardo anticipatore del futuro imminente: questo è "At The Pier", una prima visione dell'album in uscita a Marzo 2013 (sempre su Kscope). I Nosound ricompattano le fila e guardano avanti, senza farsi intimorire dai cambi nella line-up appena avvenuti: Marco Berni alle tastiere e Chris Maitland (ex-Porcupine Tree) alla batteria contribuiscono al rinnovo dello "spirito Nosound", inserendosi con grande naturalezza nella sensibilità e nelle location verso le quali la musica induce. La "vecchia guardia", costituita da Giancarlo Erra (ovviamente mastermind del progetto, essendone l'ideatore, il compositore, l'interprete vocale e il principale responsabile delle parti di chitarra e di synth), Alessandro Luci (basso, contrabbasso elettrico), Paolo Vigliarolo (chitarre), sembra trarre grande beneficio da questo ritrovato equilibrio e i nuovi brani – avvalendosi di questo clima salutare – riescono ad esprimersi con una maturità mai emersa in precedenza in modo altrettanto cristallino, tenendo conto comunque dei pur alti risultati raggiunti dal precedente opus in studio "A Sense Of Loss" del 2009.

A New Start in apertura ha la duplice forma di una ballata ambient e di una cavalcata elettrica: si sviluppa in una ascesi spiraleggiante fino ad un finale carico di struggente emozione, con un assolo di chitarra liquido ed incorporeo (quasi Frippiano), sostenuto dalla veemente fantasia ritmica di Maitland, evidentemente desideroso di tornare a confrontarsi con "tematiche sonore" affini a quelle che appartennero suoi Porcupine Tree.

The Anger Song è il pezzo che, rispetto agli altri, ha la valenza e le sembianze di un singolo: a quelle atmosfere che hanno distintamente colorato le pagine importanti della compagine che fu di Steven Wilson, si mescolano fermenti classicamente rock tirando in ballo gli U2 più ieratici ed assorti.

Two Monkeys (la cui anteprima era stata presentata lo scorso anno alla Union Chapel di Londra) è una perla innervata da una malinconia quasi palpabile, scandita dai rintocchi e dai riverberi di piano (una melodia che potrebbe ricordare le introspettive epifanie di Ludovico Einaudi) ed “portata in volo” dal violoncello di Marianne de Chastelaine: una delle composizioni più significative partorite dall'ispirazione di Erra. Una ispirazione che, ieri come oggi, continua ad essere pervasa da influenze variamente provenienti da Sigur Rós, no-man, Porcupine Tree, Bark Psychosis, Pink Floyd, Brian Eno, David Sylvian e che, senza soffermarsi troppo su ognuna di queste, preferisce piuttosto manifestarsi in una amalgama  trasversale.

La prolungata permanenza in UK di Erra gli ha permesso di approdare ad un canto dalla pronuncia anglofona convincente e di scrivere testi maggiormente stratificati ed evocativi (vedi l’osservazione del ricordo di una immaginazione d’infanzia in Two Monkeys).

Viste le premesse, l'attesa del nuovo lavoro (sul quale Maitland suonerà tutte le parti di batteria) diviene ancora di più trepidante. Speriamo che alla visibilità che la band sta avendo a livello internazionale riesca a corrispondere un certo livello di interesse anche in Madre Patria.

E’ indubbio che il “piccolo mondo intimo” dei Nosound si disvela tanto più quanto i suoi ascoltatori coltivano già in sé i medesimi fiori emozionali, contemplandone la loro autunnale bellezza.

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