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6/10

Human don't be angry

Human don't be angry

E vabbè allora riformate gli Arab Strap!

Ok, scusate, questa era la conclusione. Ma è davvero la prima cosa che viene in mente osservando la rinnovata vena compositiva di Aidan Moffat (tornato a livelli altissimi in coppia con Bill Wells l'anno scorso) e Malcolm Middleton. Quest'ultimo si cela dietro il progetto "estemporaneo" (in attesa di nuovi sviluppi della sua carriera solista) chiamato "Human don't be angry" e registrato per la Chemical Underground, storica etichetta scozzese che supportò l'intera carriera degli Arab Strap.

"Human don't be angry" è dichiaratamente un divertissment, un "disco che avevo voglia di ascoltare più che di suonare", citando le parole dello stesso Middleton, creato in semplice forma strumentale (chitarra + drum machine) e solo successivamente arricchito da voce e batteria (suonata indovinate da chi? da Aidan Moffat). E non è un caso se nascosti tra retaggi indietronici ("The Missing Plutonium" sembra un provino dei Notwist) e qualche momento "incompiuto" ("1985", "Getting Better (At Feeling Like Shit)", ci siano proprio loro, gli Arab Strap: nel recitato di "First Person Singular, Present Tense", nelle atmosfere tese di "Monologue: River" (quasi degne di "The Red Thread"), nelle chitarre circolari (proprio quelle) di "Jaded" e nel post-rock "alla scozzese" (produce Paul Savage, ex batterista dei Delgados) di "After the Pleasuredome".

Auguriamo quindi buon divertimento a Malcolm Middleton, che sta già portando in tour il suo nuovo progetto (prima data a Glasgow, indovinate chi ha aperto il set? Aidan Moffat & Bill Wells), ma ci concediamo una riflessione amara: perchè ogni anno dobbiamo subire le reunion di gente come Europe, Take That e Litfiba e contemporaneamente accontentarci di queste briciole di Arab Strap?

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