Aidan
Témno [EP]
La voce verbale attica témno indicava latto del tagliare, del dividere (secondariamente, del sacrificare o del ferire). La radice protoslava *tьmьnъ, etimologicamente legata al (neo)greco skoteinós, indica invece propriamente lassenza di luce: da qui, si capisce, lo stato che ne deriva, loscurità. Riflessi della matrice originaria si colgono, ancora oggi, nelle moderne lingue slave, qualunque sia il ramo di loro appartenenza: fosse solo per curiosità, si confrontino laggettivo russo tëmnyj e i sostantivi tma e temnota, laggettivo ucraino temnyj e il sostantivo tma, laggettivo serbo-croato taman e il sostantivo tama, laggettivo sloveno temen e il sostantivo tema, laggettivo polacco ciemny e il sostantivo ciemność, laggettivo ceco temný e il sostantivo temnota. Inequivocabile, alla luce (!) di questa comparazione, la semantica sussunta da un titolo come Témno: è nel regno dellinvisibile, dello scisso e del recondito che si andrà ad abbeverare la poetica dei nuovi Aidan, quartetto padovano scomparso dai nostri radar colpa di una discontinua attività live e delluscita del primo bassista dalla line up dopo il calligrafico (ma onesto) debutto The Relation Between Brain And Behaviour (2013).
La vulgata afferma che senza contrasto tematico e cromatico non cè possibilità di post metal. Ciononostante lascoltatore medio, per accorto che sia, si sarà reso conto della sterilità crescente ed irrefrenabile di simile contrasto: e con esso gli Aidan che, a dispetto del continuo insistere di facciata su yin e yang, hanno scelto di abiurare ad ogni solarità. La sottile foschia drone che apre Levnad (termine svedese ambivalente che può indicare parimenti life, la vita, e livelihood, la sussistenza) è un ronzio perdurante sul quale stridono gli archi sintetici di Michael Pacella, una palpitante e decadente sonatina romantica alla maniera dei Dead Can Dance. Negazione DellAppartenenza / Appartenenza Alla Negazione è una vera e propria suite, nella quale si possono individuare tre blocchi principali: larrembante prima sezione à la Cult Of Luna, la dimensione cripto-jazz degli arpeggi della successiva (lorecchio di chi sente coglie la lezione dei Lento di Blackness, e non è forse un caso che proprio Lorenzo Stecconi si sia occupato del mastering al Triple Sun di Roma), lindefinitezza materica Ornaments della conclusiva. Peccato per lo scarso amalgama, che fa preferire e di molto la più canonica Il Terzo Escluso, Pelican for dummies nel riffaggio e Red Sparowes periodo At The Soundless Dawn nelle deflagrazioni soniche (ma, come detto, senza alcuna concessione alla luce). Proprio ne Il Terzo Escluso debordando poi nel dark ambient finale di Ora Puoi Scendere Nella Fossa Assieme Alla Tua Musica va ad aggiungersi lultimo, fondamentale tassello per la comprensione dellorizzonte teorico degli Aidan: il sample, tratto dalladattamento cinematografico di Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971), della conversazione fra Tadzio e Gustav von Aschenbach attorno allorigine e ai fini della Bellezza.
Sono scintille di speranza che rifulgono nelle pesanti tenebre di un Témno ancora marcatamente dipendente dalle proprie fonti ispiratrici, ma ne siamo certi sulla buona strada per affrancarsene.
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