V Video

R Recensione

9/10

Duran Duran

Rio

Sole, spiagge dorate e donne bellissime. Natura selvaggia, scogliere marmoree e ancora donne bellissime. Non può che essere stata l’invidia a far sì che il complesso più famoso della storia di Birningham sia stato impietosamente screditato per oltre una decade da tutta una frangia della critica musicale più oltranzista e paladina di presunti valori indie o alternativi di sorta. Perché, diciamocela tutta, quando noi aspiranti popstar abbiamo iniziato a suonare nelle nostre cantine con altri due-tre-quattro spostati, il nostro obiettivo ultimo non era certo fare arte. E nemmeno erano le scogliere marmoree. La storia dei Duran Duran non è diversa da quella di migliaia e migliaia di band che si sono formate qua e là per il globo: due ragazzi, amici sin dall’adolescenza, Nick Rhodes (vero nome Bates) e John Taylor, decidono di mettere su un gruppo e per crearlo uniscono le forze con un altro Taylor, Roger, e poi ancora un altro Taylor, Andy. Infine trovano un cantante che si presenta alla prima prova del gruppo con addosso “un paio di pantaloni da sci stretti e lepoardati, con lacci sotto gli stivali” (testuale dall’autobiografia di John Taylor). Sì, ok, forse non è una storia esattamente uguale a quella di tante altre, ma non è questo l’aspetto più importante; quel che conta è che i Duran sono stati un gruppo di matrice indipendente, non certo un manipolo di bei faccini messi assieme da abili manager, come certa discultura tremendamente difficile da estirpare presso l’opinione comune li vorrebbe. Che poi la missione del quintetto fosse creare musica pop, “normalizzando” certe istanze dell’avanguardia new wave imperante all’inizio degli anni ’80, su questo non ci piove, ma nemmeno la qual cosa può, a prescindere, rappresentare una colpa. Tanto più quando il risultato è stato quello di creare musica di gran classe, destinata a segnare l’immaginario collettivo globale, non soltanto in termini di sovraesposizione mediatica, ma soprattutto di lascito artistico (chiedete, tra gli innumerevoli, ai Blur di Girls&Boys, se non è così). 

C'è da dire che, fortunatamente, una buona fetta di critica, nel suo instancabile processo di rivalutazione selvaggia di un decennio, gli anni '80, troppo spesso vituperato (processo invero eccessivamente massivo e spesso privo di buon senso), sembra aver compreso il valore dei birninghamiani o per lo meno quello di alcuni loro dischi. Su un album in particolare tutti si trovano d’accordo negli elogi e questo è, appunto, Rio, il disco del sole, delle spiagge dorate, ecc. E vorrei anche vedere come si possa, nel 2015, ostinarsi a non cogliere la grandezza di un simile LP, pieno com’è di canzoni splendide e suonato divinamente, con grande perizia tecnica (pure i riccardoni sono accontentati, che si vuole di più?). Appunto, per cominciare ad analizzare il long playing in questione, mi interessa soffermarmi sulla coesione e le caratteristiche di un ensemble di musicisti abili e capaci come non molti all'epoca, esattamente come i componenti delle principali altre formazioni new romantic, quali Japan, Simple Minds, A Flock Of Seagulls, ecc. e che già aveva dimostrato le sue innate abilità strumentali e melodiche nell'omonimo debutto del 1981, forte di almeno due inni del pop inglese tutto, Girls on film e Planet Earth. Innanzitutto abbiamo un batterista che è, al contempo, una macchina da guerra e una drum machine: trattasi di Roger Taylor, capace di sostenere pattern molto fisici, tirati e talvolta abbastanza complessi, anche per minuti e minuti; è risaputo, infatti, come le tracce di batteria da lui suonate per garantire agli altri una base su cui improvvisare, si protraessero quasi tutte per circa una decina di minuti e mai che lo si sentisse andare fuori dal clic! Oltre alla batteria metronomica, l'altra componente più smaccatamente wave risiede senz'altro nelle tastiere di Rhodes, ammaliato più di tutti dall'estetismo dandy che imperava in quegli anni (e in particolare dalla figura di David Sylvian) e raffinato selezionatore di suoni e timbri, fondamentale collante di un complesso dominato da prime donne. Quello che, però, smarca i Duran dal resto dei new romantic e, probabilmente, anche ciò che ne ha determinato il successo stratosferico, è una non troppo sopita componente hard rock da arena, che si palesa innanzitutto nel chitarrista Andy Taylor, lui sì, musicista più a suo agio con l'heavy metal che con sequencer ed alienazioni metropolitane di sorta, il quale riuscì, tuttavia, nei suoi pochi anni di militanza, ad integrarsi egregiamente in un complesso di tutt'altre coordinate sonore, fornendo corpo e grezzezza ai raffinati costrutti degli altri. L'altro "hard rocker" è il carismatico frontman Simon Le Bon. Definizione che va presa con le pinze, in quanto il biondo cantante non è affatto un roco urlatore alla Bon Scott, anzi, è perfettamente in grado di gestire una vocalità baritonale, tipica di molti suoi colleghi dell'epoca, ma a differenza di questi, anche di sostenere tonalità molto acute a voce piena, il più delle volte senza i raffinati vibrati dei vari Ure, Oakley, McCulloch, ecc., ma, bensì, con la grinta di cantanti più legati al classic rock. Al di sopra (o al di sotto, dipende dalle preferenze) di tutti si staglia il divino John Taylor, bassista tra i migliori in un'epoca in cui il basso era, insieme ai synth, lo strumento principe del rock pop. Il "rivale di copertine" di Le Bon dimostra, in special modo tra i solchi di questi nove brani, una personalità e una versatilità mostruose, oltre che una tecnica sopraffina. In soldoni il suo stile è fortemente debitore di quello di Bernard Edwards degli Chic, ma a differenza di questi, quel che ne viene fuori non è un groove "rotondo" e godereccio, ma una sferzante sequenza di note aggressiva e trascinante, al tempo stesso in linea con e a capo di tutto il resto della proposta musicale. Davvero si potrebbe apprezzare Rio anche solo per le invenzioni di questo bassista incredibile, che riesce, oltretutto, ad avere senso della misura e a non interpretare il suo ruolo in maniera eccessivamente protagonistica e totalizzante. Si ascolti nel ritornello di Hungry Like The Wolf, per esempio, come riesca ad inserire quei due-tre colpi di slap decisivi per fornire il giusto tiro ad una melodia già bellissima ed immediata di suo; in Hold Back The Rain, poi, è grande protagonista, nelle strofe a puntellare ficcanti riff sincopati e a prodursi in esaltanti cavalcate a colpi di plettro nei ritornelli; ancora, il ragazzo sale in cattedra nella meravigliosa e non troppo conosciuta Last Chance On The Stairway, in cui è una scheggia impazzita e iper dinamica, ma sempre dotata di grande lucidità e senso della misura: al servizio della canzone, insomma, e non dello strumento.

Essendo questa, ad ogni modo, una recensione sui Duran Duran e non sul solo J. Taylor, è giusto, a questo punto, soffermarsi sul songwriting, sugli arrangiamenti e sulla produzione in generale. Quest'ultima è affidata al produttore di culto new wave Colin Thurston, che nell’82 aveva già lavorato con Magazine e Human League, il quale fornisce la giusta lascivia e perdizione sensuale vagamente psicotica tipica di molti dischi dell'epoca a canzoni in apparenza molto leggere. Ecco, le canzoni, il nodo centrale di un qualunque disco di pop music, come sono in Rio? Ovviamente splendide, dalla lussureggiante title track alla sinistra The Chaffeur e piene di più o meno esplicite raffinatezze sonore e compositive. Introdotta da uno spettrale suono di pianoforte rovesciato, Rio comincia sugli scudi, sincopata e dissonante, con violente pennate di elettrica. Nulla farebbe presagire all'esplosione di vitalità del ritornello, magistralmente lanciato dai sequencer di Rhodes. Anche grazie allo splendido solo di sax del bridge e ai vocalizzi finali suggellati dall'accumulo di grandeur dell'apparato strumentale, si può definire questa canzone il  manifesto dell'album e, forse, anche della stessa band. Seguono a ruota My Own Way, forte di una produzione molto potente e decisa (si ascolti l'aggressività del rullante) e la più delicata Lonely In Your Nightmare. Tra gli highlights della scaletta, spicca senz'altro New Religion, probabilmente il pezzo tecnicamente più variegato e complesso (davvero, roba quasi da gruppo prog): dopo un avvio condotto da metafisici pad floydiani, la canzone si regge su un loop funkettaro della sezione ritmica, su cui Le Bon può mostrare tutto il suo carisma vocale. Infatti, al netto delle molte finezze e dei tecnicismi (su tutti, le indiavolate sincopi di John e Roger Taylor nel bridge), il vero protagonista della canzone è proprio il biondo frontman, che è qui mattatore eclettico ed instancabile: parte baritonale e composto, per poi rappare, raggiungere tonalità impervie (tra il minuto 4:24 e il 4:54 anche tutto assieme, in più sovrapposizioni), ma senza mai perdere classe e aplomb, un po' come il pezzo nel suo insieme, che, nonostante l’atrusità tecnica, scorre sempre fluido e orecchiabile. Il finale di album regala probabilmente le due perle più fulgide: una è la celeberrima ballata Save A Prayer, su cui non intendo dilungarmi perché davvero è patrimonio comune. Segnalo soltanto, oltre all'accorato testo (un inno alla bellezza e la profondità che l'amore riveste, anche qualora esso venga consumato in maniera fugace, come un'irripetibile one night stand), come gli arpeggiatori sontuosi che introducono il pezzo siano diventati un suono pre set dell'ultimo modello di sintetizzatori micro korg, giusto per dare un'idea di quanto abbiano fatto epoca. La seconda di queste perle è la mesmerica e decadente The Chaffeur, pezzo in cui la parte del leone è interpretata dal diversamente refrattario alle luci della ribalta Nick Rhodes. Introdotta da sinistre note di synth e da un inquietante pianoforte flangerato, la canzone è puro synth pop almeno fino all’inizio della seconda strofa, quando si inserisce, stavolta in punta di piedi, John Taylor ed è continuamente impreziosita dagli splendidi ricami intessuti da Rhodes (come scordarsi il temino di flauti sintetici che domina il finale?) e da un grandissimo Roger Taylor, robotica macchina, in grado però di fornire groove e trasporto a una canzone altrimenti molto rigida, senza peraltro dover strafare. Su tutto questo popo’ di base, Le Bon si produce in un’interpretazione sontuosa e, questa volta, davvero in linea con il dannatismo distaccato tipico di molti tra i migliori cantanti del periodo.

Insomma, come si sarà capito leggendo queste righe e, soprattutto, ascoltandolo più volte, forse la descrizione perfetta per Rio non è esattamente quella di un disco frivolo, o meglio, sì, Rio è un disco frivolo, puro estetismo applicato al lato più pop della new wave, ma quanta grazia, quanta perizia strumentale e quanto accorato struggimento può provocare il lasciarsi andare all’immediatezza emozionale più anti intellettualistica? La risposta è scritta in questi 42 minuti e 38 che cristallizzarono l’estetica e il suono degli anni ’80 come poche altre opere.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 24 voti.
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Dr.Paul 8,5/10
REBBY 5,5/10
zagor 6,5/10
B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10
Manci01 7,5/10
luca.r 2,5/10
inter1964 7,5/10

C Commenti

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zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 0:56 del 18 marzo 2015 ha scritto:

bella "the chauffeur", anche coverizzata dai deftones.

Lepo, autore, alle 11:36 del 18 marzo 2015 ha scritto:

Carina la cover, non la conoscevo!

Utente non più registrato alle 13:41 del 18 marzo 2015 ha scritto:

Bellina Save a prayer, per il resto gruppo e scena che non mi ha mai preso...

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 14:02 del 18 marzo 2015 ha scritto:

mah pure quella non è che sia poi sto granchè...il tipo sulla spiaggia che suona il flauto di pan per suoni che escono dal sintetizzatore è da lol. un esotismo ruffiano e pacchiano che adocchia ai Japan senza arrivare a quei livelli . mai piaciuti.

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:34 del 18 marzo 2015 ha scritto:

oooh finalmente tornano tra i classici di SdM un po' di dischi pop'n'roll coi controcosi. chi non ha mai parlato male dei duran in vita sua? tutti! poi però quando acquisici un minimo di sobrietà e saggezza non puoi non riconoscere al disco lo status di pietra miliare della musica tutta! più che save a prayer io direi the chauffeur e new religion capolavori del disco, subito dopo save a prayer. bravo giacomo...questo e il primo omonimo sono dei must-have! riguardo Rio (il brano) io ho sempre avuto la sensazione che un pochino in studio fosse stata accelerata la velocità del basso....

Lepo, autore, alle 15:30 del 18 marzo 2015 ha scritto:

Grazie dei complimenti! Per quanto riguarda il basso di Rio, non saprei, può darsi che sia accelerato però dal vivo la suonavano sempre alla stessa velocità e Taylor la teneva bene...

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 23:12 del 18 marzo 2015 ha scritto:

sobrietà? saggezza? LOL ma che a sta a rinco? mo' bastano due tre peli di fica (aka due tre pezzi carini) per far gridare alla pietra miliare ghghh

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 23:54 del 18 marzo 2015 ha scritto:

eh la madoooonna, 5 su 9 sono pezzi che conoscono pure i sassi....

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 11:13 del 19 marzo 2015 ha scritto:

…che il mare ha consumato ahhah ah si e ora il criterio di giudizio sono 4 sassi che tutti conoscono fanno una pietra miliare, un discone da 8.5/9 …’namo bene. Che poi i ne ricordo solo tre di sassi : rio, hungry like the wolf, save a prayer ( 3 pezzi carini ma nulla di che su…senza i video chi se li sarebbe sciroppati? ). Di certo non the chaffeur o new religion che su MTV mi pare non girassero proprio anche perché non supportati da nessun video promozionale. Ma sai te per questi due pezzi quanta roba molto migliore girava su altre sponde “new romantics” ? Allora per coerenza di pensiero molti dei dischi usciti in quel periodo e trainati da MTV nelle charts sarebbero miliari: let’s dance, thriller, born in the usa, true blue pensa ai true sassi papa don’t preach, open your heart, live to tell, true blue , la isla bonita siamo a 5 abbiamo un monolite miliare.

Utente non più registrato alle 14:15 del 19 marzo 2015 ha scritto:

In effetti all'epoca questo e altri gruppi (anche a chi non interessava) era impossibile non conoscerli...ma che la "popolarità" implichi la "qualità" è tutto da verificare...

Con questo, sia chiaro, non voglio in nessun modo "contestare" i gusti di nessuno...

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:42 del 19 marzo 2015 ha scritto:

però aspe...nessuno ha parlato di video e di mtv.... ho segnalato come capolavori chauffeur e new religion che non sono mai state supportate da video/mtv...semplicemente nel corso degli anni hanno raggiunto lo status di pezzoni intoccabili.... e se li ascolti anche te (oggi) senza pregiudizi non potrai che essere d'accordo. io credo che il video possa aver colpito (in positivo o in negativo) chi ha vissuto il momento in diretta...a tutti gli altri...non interessa nulla del video di hungry like the wolf, i primi due dischi dei duran godono di ottima stima ormai da tempo, la scuola critica ha fortunatamente mutato il suo atteggiamento scioccamente severo del "o sei rock o niente", "o suoni l'assolo di chitarra o niente", "o rock o dance", "o rock o pop", "o rock o electro", insomma fortunatamente il baldacchino dei parrucconi è caduto...(io li chiamo i gendarmi della memoria dei seventies), tranne minori sacche di resistenza che si ostinano, tipo il giapponese nella foresta che ancora credeva di stare in guerra contro gli stati uniti dopo trent'anni dalla fine del conflitto, lasciando campo libero ad una nuova scuola di pensiero che ha ristabilito il giusto ordine delle cose ghghgh! certo, i japan erano molto migliori, ma gli stessi duran lo ammetterebbero! riguardo madonna..... sembra che anche lei sia ormai entrata nel gotha per alcune vecchie cose....che dire....

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 15:35 del 19 marzo 2015 ha scritto:

ah non lo so che dire forse che è ormai fico dire che DD, Spandau, Madonna sono cool? dimmelo tu che sei il wild boy. se seguiamo i tuoi ragionamenti dobbiamo prenderne atto e assentire ghhgh. sono quelli i due pezzi che risaltano nel contesto generale di un album costruito su alcuni pezzi catchy e tanti riempitivi ( io ne conto almeno quattro) . Per me non sono dei capolavori tout court. Sono solo i due pezzoni del disco e basta. Mi pare francamente un po’ pochino. Della critica mi frega poco Paolo anche perché siamo passati ormai alla fase degli sdoganamenti più assurdi egocentrici (sul Reynolds con le annesse aggiunte successive delle bands mancanti però mi pare che dei DD si taccia nel modo più assoluto) e non so se sia così unanime il consenso nel considerare come dici tu questo disco una pietra miliare della musica tutta e anche perché se le dovessi stare dietro su tutto quello che fagocita e risputa anche i queen, madonna e compagnia bella hanno raggiunto lo status di miliari nel firmamento pop. Anche Gary Glitter era diventato dopo anni all’improvviso cool se dopo non avessero dovuto incriminarlo per pedofilia… Sono sul boulevard lì a Los Angeles come anche i DD. Volenti o nolenti è così. Io non metto barriere acustiche ma la band francamente era costruita per piacere, nulla di male, e ha sfondato anche perché la proposta edonista, otiimistica del tutto era a la page coi tempi della Lady Iron e della povera Diana Spencer, prima fan della band, pace all’anima sua. Ma il tutto era così sterile fuoco fatuo: dalla voce senza qualità di Simon, alle tastiere plasticose di Nick, al basso di Taylor brutta copia di quello di Mick Karn. Dubito che la band ammetterebbe di essere inferiore ai Japan anche perché ti direbbe che ha venduto 80 milioni di dischi e non credo che si avventurerebbe in qualche discorso creativo, qualitativo.

tramblogy alle 21:22 del 19 marzo 2015 ha scritto:

comunque, queste sono tue opinioni....sulla base dei tuoi gusti personali.

tramblogy alle 21:36 del 19 marzo 2015 ha scritto:

comunque, queste sono tue opinioni....sulla base dei tuoi gusti personali. e comunque true blue è un disco dell' 86....booo?

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 23:18 del 19 marzo 2015 ha scritto:

e tu scusa eh non hai capito molto del mio intervento. anche queste di Reynolds sono opinioni... di un clown : The blend of vapid exoticism and Pirelli calendar eroticism propelled hugry like the wolf, rio, save a prayer into heavy rotation on the fledging MTV.

tramblogy alle 12:57 del 20 marzo 2015 ha scritto:

nervosetto?

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 16:27 del 20 marzo 2015 ha scritto:

che fai copi le mie battute? ahahah figurati se mi devo innervosire per i DD!

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:47 del 18 marzo 2015 ha scritto:

Non proprio la mia cup of tea, ma "the chauffeur" e "new religion" sono due pezzi clamorosi. I duran Duran sono anche un pezzo di storia del costume, questo ha sempre un po' polarizzato gli schieramenti....

tramblogy alle 21:07 del 19 marzo 2015 ha scritto:

meraviglia!!!

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 11:15 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Sarà solo una questione di gusti? Mah, tra Japan ( esempio di band che è andata progressivamente migliorando nel tempo) e Duran Duran (esempio di band che è andata progressivamente peggiorando nel tempo) non c'è proprio match (se vogliamo il match era con gli Spandau ballet). Ok i Duran Duran avevano come modello i primi Japan, purtroppo per loro però le capacità vocali e strumentali non erano le stesse (anche il pur bravo bassista non vale Karn eh) e soprattutto non avevano le stesse capacità creative (parlo di musica, non di "immagine", campo in cui si sono dimostrati indiscutibili maestri). Sicuramente la questione video/MTV/... non è irrilevante. In questo campo sono stati indubbiamente tra i precursori e il successo planetario, oltre al bel faccino di Simon Le Bon che tanto piaceva alle fanciulle, è dovuto principalmente proprio all'efficacia del loro utilizzo di questo media (è un merito certamente anche questo, non discuto). La questione poi, evidenziata in recensione (pur non condividendone Il giudizio nel merito non posso dire certo che non sia ben fatta), della "non troppo sopita componente hard rock da arena" rende solo più "tamarra" la loro proposta musicale (oltretutto questa "tamarraggine" aumenterà negli album successivi anche in altre componenti). Non voglio far loro una colpa di aver principalmente inseguito soprattutto il successo commerciale (i soldi piacciono a tutti), ma se questo album è una pietra miliare perché ha avuto all'epoca un grosso successo (ma l'inno dei paninari Wild boys ancora di più allora) e perché i Duran Duran sono da considerare dei maestri nel campo audiovisivo o del sex appeal va bene, se è per meriti di pura creatività musicale (i loro eredi sono stati gli Wham eheh) dissento.

Meglio questo o meglio il primo, mah, certo che riascoltati oggi (parlo delle canzoni qui sopra postate) non mi sembrano migliorati da allora, anzi!

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 12:55 del 20 marzo 2015 ha scritto:

aspe rebby ma di wild boys non ci interessa, anche secondo me dopo si sono guastati, e nile rodgers ai duran ha fatto più male che bene imho! i primi due album però sono un'altra cosa, il sound è più asciutto. i video del primo album sono diventati famosi dopo, non durante, stesso discorso o quasi per questi, e poi continuo a credere che a chi è nato dopo non interessa molto del video di rio o delle guerre con gli spandau....boh impressione mia!

Lepo, autore, alle 14:06 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Che poi saran pure peggiorati ma tra i gruppi "storici" britannici che hanno avuto un successo stratosferico negli anni '80 sono forse quelli meglio invecchiati; l'ultimo all you need is now dà una pista a tutte le ultime uscite dei vari u2, depeche,...

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 16:51 del 20 marzo 2015 ha scritto:

MTV e i video dei Duran Duran a me risulta abbian iniziato insieme (credo che per questo sia accaduto che una synth-pop band inglese è diventata così famosa in USA). E comunque, al di là dell'emittente, ribadisco, i video dei Duran Duran hanno avuto fin da subito una marcia in più ed hanno (questi si) dettato i tempi. Planet earth, Is there something I should know, nel 1981, Rio, Hungry like the wolf e Save a prayer, tratti da questo album, hanno avuto un successo planetario. Lasciamo pure stare il peggio che è venuto dopo (siamo d'accordo), ma anche limitandoci ai capolavori del synth-pop quali sarebbero i meriti musicali dei Duran rispetto agli album precedenti (non solo dei Japan eh, inutile fare a te i nomi che li conosci meglio di me)? E rimanendo anche solo nell'ambito di quell'anno e di quel genere secondo te New gold dream o Sulk non meritano, sempre dal punto di vista musicale, almeno due o tre stellette in più? A mio parere i Duran Duran hanno banalizzato è reso più commerciale il synth-pop, emerso negli anni loro precedenti, questo il loro principale contributo. Magari son troppo cattivo, perché meno distaccato (io c'ero ed avevo poco più di vent'anni), e questo non è un album mediocre (5,5), sarà discreto (6) od al massimo appagante (6,5).

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:17 del 20 marzo 2015 ha scritto:

a me risulta che la popolarità dei duran sia cresciuta con wild boys.....nel 1981 non li filava nessuno, leggermente meglio nel 82. in america poi erano degli sconosciuti o quasi prima di wild boys. questo rio ha avuto successo in america con una ristampa l'anno successivo, dopo una campagna pubblicitaria diversa dalla prima ecc.....come is there something non è dell 81 ma del 1983.....non ci incasiniamo! inizialmente nessuno ha dato peso al primo disco, e questo secondo ha aperto le porte del successo arrivato in realtà un anno o due dopo con wild boys e seven and the ragged tiger e il seguente arena live! da qui al rimpasto dei vecchi video il passo (di mtv) è breve. ma poi voglio dire, mtv è morta e sepolta da una vita.....i due dischi in questione sono stati analizzati in anni più o meno recenti, senza l'ausilio dei video.....i video non interessano più a nessuno.....ma da parecchio!

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 18:52 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Adesso non interesseranno più a nessuno, ma i video sono stati il motore portante del loro successo, mi pare sia scritto da tutte le parti e comunque, potrò sbagliarmi di qualche mese sulle date, me lo ricordo anch'io. Il primo e secondo album erano famosi addirittura in quel di Bologna soprattutto grazie a quei video che ti ho citato, altro che sconosciuti. Rio è stato primo in UK quando uscì ed in top ten USA nell' 83 (all'epoca era tutto più lento, non c'era internet). Saranno diventati anche più famosi dopo, ma dei primi due album parlo. Se non ti fidi controlla sul sito ufficiale di Mtv (anche quello italiano, biografia Duran Duran) che con l'Ipad sono scarso e non mi riesce mai di dare un link riuscito eheh.

Ma al di là del mese più mese meno, che allora eravamo tutti rebby concentrati sui dischi dell'annata precedente (c'era meno frenesia eh) e dell'importanza dei video nel successo della band, sempre relativamente ai primi due album, il parere tuo che mi interessa di più è quali sono secondo te i meriti musicali dei Duran Duran rispetto ai capolavori precedenti del synth-pop? E paragonando Rio ai due album sempre di new pop (definizione di Reynolds, che all'epoca non si diceva) come quelli contemporanei di Simple minds (dopo sono peggiorati anche loro) e Associates, che ti ho citato, qual'è la tua scala di valore?

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 19:14 del 20 marzo 2015 ha scritto:

eh top ten usa nell'83, non nell'82 quando è uscito rio!! vabe che prima era tutto lento...ma i cream o beatles o zepp mica arrivavano in classifica un anno dopo l'uscita del disco! poi ripeto mtv è morta e sepolta..... non interessa più il potere del video...ormai è un po' la solita storia dei clichè da immaginario rock: bowie camaleonte, i duran negli anni reaganiani dei video, gli stones si bucavano e poi facevano le trasfusioni di sangue.... è tutto parte del vecchio armamentario, secondo me (a questo punto) ormai in decadenza. riguardo duran vs associates o simple minds non saprei dirti......sono molto differenti, anche i talk talk mi piacciono nel periodo 84/86.....ma non riuscirei a confrontarli con i duran...e se vogliamo per forza mettere i duran all'ultimo posto tra queste quattro band...può anche starmi bene....non saprei.... è un po' come mischiare mele con le pere....

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 21:30 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Rio è uscito alla fine dell'estate 1982, era una band emergente per il mercato USA, normalissimo (in caso di successo) viste le dimensioni del mercato americano e considerando che allora i dischi si vendevano che sia entrato in top ten l'anno successivo (erano inglesi eh, oltretutto). Ma in Inghilterra erano già stati primi per vendite appena uscito. Ed anche se non ti interessa più i video, superiori per "raffinatezza" rispetto alla media della concorrenza sono stati il traino. Erano molto più famosi allora che tra quelli che son nati dopo, commissionamo un sondaggino a Lepo? Sarà anche un luogo comune, la storia è piena di luoghi comuni che sono effettivamente documentati. Questo è stato il primo successo planetario dei Duran Duran, coi dischi successivi hanno cavalcato l'onda ed aumentato il business.

Oggi alla critica musicale (immagino ti riferisca a questo) non frega più dei loro video? Da quel che ho letto io non mi risulta, anche questa recensione inizia con "Sole, spiagge dorate, donne bellissime....".

E poi, Paul, stiamo parlando io e te, Gassed, ci conosci, a noi del vecchio armamentario non ci frega nulla, non banalizzare le risposte, come han fatto i Duran Duran con il synth-pop

Lepo, autore, alle 22:13 del 20 marzo 2015 ha scritto:

I videoclip di questo album hanno inciso moltissimo nell'estetica degli anni '80 e del pop in generale, e per un gruppo come i duran tralasciare questo aspetto non avrebbe alcun senso, in quanto completamento della loro musica. Con ciò, quello che penso è che da soli non sarebbero bastati a far sì che ancora oggi (anzi, più oggi di allora) i Duran godano di una certa stima, anche di gruppo "miliare", presso la critica. La frase iniziale l'ho anche usata per dettare il tono un po' scanzonato della recensione

Per quanto riguarda il sondaggino, ti posso dire che da quel che vedo tra i miei coetanei li conoscono praticamente tutti, ma non sono poi così tanti ad averli ascoltati per davvero, forse proprio perché ancora condizionati dai "gendarmi della memoria..." eheh

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 22:32 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Cioè tutti i tuoi coetanei li conoscono di fama, ma la maggior parte non li ha ascoltati (lol)perché condizionati dai gendarmi della memoria (doppio lol) mandovivi ? Triplo lol

Lepo, autore, alle 22:54 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Eh me lo chiedo anche io... Che poi io ho scritto "non così tanti li hanno ascoltati", non "la maggior parte non li ha ascoltati", non è che nego che ancora oggi godano di una certa popolarità, ma non godono certo di serio approfondimento nella media degli ascoltatori.

Il mio rimando all'espressione di Paul sui gendarmi della memoria non era da prendersi così seriamente, comunque un certo tipo di barriera mentale/spocchia verso i duran permane ancora oggi

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 23:03 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Tranquillo non l'avevo presa così seriamente, ho riso come un matto eheh mi fa piacere comunque che un giovane mi confermi che tralasciare l'aspetto dei videoclip quando si parla dei Duran Duran non abbia senso.

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:23 del 21 marzo 2015 ha scritto:

il botto mondiale lo hanno fatto con wild boys, da lì il rigurgito di tutti i vecchi video su mtv compreso planet earth e girls on film. io ho queste info, non so cosa altro aggiungere. il resto è armamentario vecchio, poi che uno durante una rece abbia voglia di strizzare l'occhiolino alle spiagge dorate ci sta tutta, lo avrei fatto anche io....la rece in qualche modo va riempita, non lo so! oggi ma già da mo' dei video dei duran non gliene frega niente a nessuno. uno che deve pietrificare i duran...se ne fotte dei video, non credo pietrifichi in base alle fighe che vede o al taglio di capelli di simon

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 11:25 del 20 marzo 2015 ha scritto:

" i gendarmi della memoria dei seventies" è una formula geniale Paul, però non ti chiedo chi preferisci tra Led Zeppelin e Duran Duran

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 12:46 del 20 marzo 2015 ha scritto:

lo so che dovrei dire i led zeppelin perchè sono rock'n'roll.....e posso anche dirlo..perchè no....

Utente non più registrato alle 14:19 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Non credo sia necessario essere "depositari" delle ricchezze '60/'70 per rispondere ad una simile domanda... e se questo o altri dischi non piacciono non è certo quello il motivo...

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 14:39 del 20 marzo 2015 ha scritto:

secondo me invece serve, a meno che non si facciano partire i duran da un gradino inferiore solo xche si chiamano duran. e questo accade comunemente, non è granchè democratico! è questo il baldacchino (mentale) che ci siamo (siamo) portati dietro per decenni e che ora fortunatamente sta crollando! certo musicalmente gli zepp sono superiori.....ma chissenefrega è come dire che la levi montalcini aveva ottime unghie dei piedi.... non è questo quel che conta. ma solo io sono stato contorniato da gente invasata che mi parlava delle dita del chitarrista tizio che "hai visto come volano sulla tastiera?" oppure il batterista caio che "è una macchina da guerra", e poi " no gli chic sono dance", " no i beatles sono pop", " no i kraftwerk sono freddi", "no belew non va bene meglio satriani", "no satriani è lento in confronto a malmsteem", "gli indie sono sfigati, hai visto invece i queen a wembley?", "vuoi mettere woodstock con ******** -qualsiasi nome mettete per sostituire le stelline vince sempre woodstock-", si potrebbero fare ancora esempi di sciocchezze simili (imho), questa è purtroppo stata uan triste realtà per decenni, una realtà fagocitata dai media (italiani in special modo, per bertoncelli bowie era troppo checca, meglio un macho coi pantaloni stretti e uccello imbottito dall'ovatta in evidenza! la critica specialmente italiana ha fatto più danni che altro, io benedico le webzine e gioisco per la chiusura delle testate cartacee....hanno fatto un lavoro del cazzo (non sempre ok)...foraggiati per decenni dai soldi pubblici, morire!!!

Utente non più registrato alle 15:11 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Per me è semplicemente una questione di valori (musicali) diversi, che si chiamino duran duran o altri gruppi simili, ma è una questione personale (fino ad un certo punto...).

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 16:26 del 20 marzo 2015 ha scritto:

secondo me invece serve, a meno che non si facciano partire i queen da un gradino inferiore solo xche si chiamano queen. e questo accade comunemente, non è granchè democratico!

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:41 del 20 marzo 2015 ha scritto:

scusa gassed non volevo ferire il tuo orgoglio di fan dei ***** ghghghg io sto sempre attento a non commettere errori simili, ci provo and I try hard!! vedi che involontariamente mi confermi che ciò che dico è il pane quotidiano che ci siamo cibati chissà per quanto tempo? è un baldacchino di spocchia supportata dal nulla che ci portiamo ancora dietro dopo anni di libri, riviste sempre in questo senso. rebby ha nominato i simple minds...loro hanno goduto di discreta stima ma sempre dietro i famigerati rocker sudati (o anche intellettualoidi) dei 70's, e sono stati apprezzati ancor di più quando si sono U2izzati intorno al 1989.....clamoroso in tal senso il live in the city of light!!! quando fai rock sudato (o anche cosiddetto intellettuale) hai sempre una credenziale in più per certi personaggi, meno male che il tempo ha restituito giustizia ai simple minds di new gold dream o quelli addirittura precedenti!! e ti rammento fabio, che i gendarmi della memoria dei seventies sono quelli che hanno sempre tarpato le ali al tuo (e mio) eroe john foxx, solo perchè usava le macchine e non poteva di conseguenza essere geniale come il rocker sudato di turno....... fidati.....è meglio che cadano dal trespolo i gendarmi.... eh fidati

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 20:03 del 20 marzo 2015 ha scritto:

scusa Paolo ma Rio pietra miliare della musica tutta come scrivi tu io proprio non ce lo vedo. Poi posso fidarmi delle tue e mie contraddizioni ( da qui il giochino che ho fatto cambiando il nome della band ...il risultato non cambia ghghh) ma qui non è questione di ascelle più o meno asciutte ma proprio di sostanza musicale e ahimè io nei 5 di Birmingham non l'ho mai riscontrata. Anche il primo si carino ma ai tempi io guardavo ad altro facendomi le pugnette con girls on film versione non censurata ovvio. Le ali sono state tarpate a tanti non solo a Foxx . Che so anche gli Human League ai tempi non vendevano nulla ed erano il futuro del rock per il biondino ( ci aveva preso di nuovo). Nel bellissimo documentario della BBC synth britannia ( lo trovi sul tubo) dei primi due dei DD mi pare che non si parli proprio ed è stato prodotto di recente quindi avendo ben metabolizzato chi valeva qualcosa e chi non.

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 21:20 del 20 marzo 2015 ha scritto:

si fabio, mi costringi a ripetere sempre le stesse cose. a te Rio può non piacere, ma se facciamo dei controlli incrociati possiamo renderci conto cosa ne pensa il resto del mondo. a me non interessa più di tanto il discorso duran (ho detto già a rebby mettiamo pure i duran per ultimi tra le quattro band elencate) quanto quello dei gendarmi... mi meraviglio che tu.....uno di quelli che ha contribuito a far cadere il baldacchino....per l'antipatia che nutri x i duran (è palese) saresti disposto (anche solo per giocare) a tirarlo su di nuovo! le ali sono state tarpate a tanti e non solo a foxx be' motivo in più per arrabbiarsi, ci mancherebbe!! ps i duran non sono synth pop! synth pop sono i soft cell, numan, depeche mode, foxx.....tutta gente osteggiata dai gendarmi.....gendarmi sconfitti dalla storia, e dal tempo!

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 0:10 del 21 marzo 2015 ha scritto:

ma sono d'accordo che i baldacchini vengano quanto meno messi in discussione ma sui primi due dei DD la critica non è, dopo 30 anni, unanime. Reynolds ne parla male ( vapid e calendario Pirelli ) e sono dischi i primi due che girano intorno all'orbita synth pop , wave, new romantics. Non prendo Scaruffi perché è un estremo alla Bertoncelli il quale però su molte cose ha riaperto le sue vedute. Rio di miliare nella musica tutta cosa ha? te lo chiedo candidamente: ci credi tu personalmente quando lo fai girare sul player trovandoci o sentendoci novità clamorose nel sound, nella scrittura, nei testi o ti sei convinto perché altri ti hanno indotto a crederci? su Pichfork la deluxe edition viene votata con un 7.3.

Questo un estratto che mi pare una onesta disanima :Their first album was made by a group shaking off its David Bowie and Japan crushes, Seven and the Ragged Tiger was a grand and flimsy folly: Rio is where the band's hunger for success really catalyzed its mix of rock, disco, and heartthrob pop. You can't understand the 1980s without watching the promos for "Rio" (yachts!) and "Save a Prayer" (elephants!), but the album has higher peaks. "Hungry Like The Wolf" is the group at their most lustily, nonsensically exciting, and the self-mythologizing "Hold Back the Rain" supercharges the band's early synth-pop sound and strafes it with gated snare drums to magnificently shameless effect. As for "The Chauffeur", Rio's big art-rock climax, it's a new wave "A Whiter Shade of Pale": cryptic, stately, sealed into its time but defining it.

Alla fine l'unico capolavoro del disco è the chaffeur. Su OR il voto è otto. Ma nessuno si sogna di etichettarlo disco miliare della musica tutta.

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 0:29 del 21 marzo 2015 ha scritto:

be' ne parla più che bene, di certo non dà voto insufficiente...che non è un voto ponderato e sereno! cmq sarà capolavoro da 8....sta bene anche così. e quando dovrai prendere atto che anche madonna è entrata nelle grazie del'intellighenzia (prendi qualsiasi libro scritto dopo il 2000 e trovi sia madonna che duran tra i dischi che hanno segnato l'evoluzione e blabla) che farai....mi manderai gli accidenti? io non c'entro nulla eh.

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 12:49 del 21 marzo 2015 ha scritto:

per colpa tua e delle tue crociate anche i queen sono entrati nel politburo non solo madonna ( che per me oca era e oca resta anche se venisse gesu cri a dirmi di no ) ahhaha non vedo perché il mio 5 non sia sereno e invece il nove del recensore lo è ? ho dato le mie motivazioni, le ho argomentate, il disco me lo sono sciroppato tante volte per sforzarmi di capirne il capolavoro che molti sostengono che sia ( originale uk con copertina ruvida ) che vuoi di più? it did not work life's go on . Non capisco questo dover rincorrere il pensiero altrui su un disco (un film un libro) ed accettarlo soprattutto se al mio ascolto non combacia per nulla. Fossi un pivello con 100 dischi in collezione non aprirei bocca ma di dischi ne ho oltre 8000 e molti li sto anche dando via quelli che ho capito non mi servono più: non a caso i primi due dei DD e tanti maxi singles ella band li ho "appena" venduti in Italia senza nessun pentimento. Figurati ho dato via Beatles, Stones, Sabbath, LZ e non solo doppioni eh per dirti che io sono al nirvana ormai. Noi siamo l'ultima generazione che è nata libera di pensare e ascoltare quello che realmente ci piaceva. Medita medita ahahah

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 1:20 del 21 marzo 2015 ha scritto:

No guarda bene, per Sgrignoli (OR) è proprio pietra miliare, come Celebration di Madonna.

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 12:31 del 21 marzo 2015 ha scritto:

hai ragione ho controllato ...ma sai ormai ognuno può dire la sua anche vienna degli ultravox è miliare e ha!ha!ha! ha-aspettato secoli perché lo diventasse . vienna aveva se be ricordo anche un bel nove che ora vedo abbassato a 8.5 LOL . Il bello è leggere : il suono è così grande, ricco, avvolgente - così tronfio perfino, lo si può dire? ( ma dillo pure che è vapid LOL ) quando se prendi il vinile originale e lo metti sul piatto tutto suona tranne che così grande ricco e avvolgente...anzi il sound è molto sottile.

Utente non più registrato alle 20:32 del 20 marzo 2015 ha scritto:

Ci sarà un motivo (anche più di uno) se rimangono dietro...

E non è forse vero che certa critica (su carta o sul web) ha tarpato (o vorrebbe farlo) le ali ai rocker sudati o intellettualoidi?!

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 21:27 del 20 marzo 2015 ha scritto:

be' dopo trent'anni di soprusi ingiustificati ovvio che ci sia un sentimento contrario.... sentimento iniziato nel 77 ma che ancora oggi trova rare sacche di resistenza (il discorso del giapponese nella foresta). e poi...non è per rilanciare ma ...su quale libro o tavola sacra è scritto che rimangono dietro? cioè....si parte da presupposti....che non esistono nella realtà, è questa la questione annosa!

FrancescoB (ha votato 7 questo disco) alle 8:40 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Per me questo è un ottimo lavoro, con vari pezzi che sono hook autentici, e altre robe discrete.

Non entro nel merito dei discorsi su "snobismo" della critica, rocker sudati & c. Per me il valore della musica non si misura in generi, e "Rio" è un bel disco a prescindere dal contorno. Poi ecco per me lo snobismo più pericoloso, perché strisciante, e perché rispecchia l'orientamento "comune" molto più di quello critico, è proprio quello rovesciato: se ti piacciono di DD o Madonna sei un libero pensatore, e anzi coraggioso, se ti piacciono Coltrane o Van Morrison sei uno snob che ama solo artisti celebrati dalla critica. Per me la tesi è interamente da respingere su entrambi i fronti.

L'ostracismo di molta critica "militante" oggi appare una forzatura, ma rimane un punto di vista legato alla particolare ottica e visuale adottata all'epoca, al peso determinante attribuito al "significato", alla ricerca, alla musica come strumento che traina la cultura. L'eccezione "semantica" sta in quell'epoca, in ogni caso, si tranquillizzino tutti i Dr. Paul: la stragrande maggioranza del mondo sta con voi e sposa la vostra visione :9

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 9:03 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Beh, sul fatto che la maggioranza del mondo stia con i Duran Duran (e con Madonna) non penso ci siano mai stati dubbi, i records di vendite parlano da soli lol

tramblogy alle 11:20 del 21 marzo 2015 ha scritto:

mito!(non capivo più nulla qui sopra...)

Utente non più registrato alle 12:37 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Mah non so...questo tipo di ragionamento l'abbiamo già fatto recentemente sul forum...

Ognuno di noi ha delle preferenze musicali; questo disco è una pietra miliare?! E' un capolavoro?!

Va benissimo, personalmente non lo credo...molto serenamente, senza ombra di polemica...

Ma per questo bisogna sempre parlare di snobismo, gendarmerie o farsi venire gli occhi a mandorla?!

Non credo neanche a questo...

Il tuo ragionamento è interessante ma, a mio parere, si corre il "rischio" di appiattire (verso il basso) tutto.

Esiste una scala di valori oggettiva e/o personale?!

Infine, per quanto riguarda il successo e le vendite, anche i cinepanettoni incassano di brutto...

Sono delle pietre miliari, dei capolavori?! Possiamo in tutta serenità "paragonarli" a film di altro spessore?!...

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 13:08 del 21 marzo 2015 ha scritto:

strano che non ti piaccia visto che la chiave di lettura di rio di sgrignoli è in chiave progressive ( guarda caso lui un fan di quel genere...): la chitarra che suona alla manzanera o no meglio alla Fripp , il sintetizzatore di Rhodes che suona alla Wakeman e vabbè io sono diventato sordo e Bowie è diventato progressive perché la coda finale di Ashes to ashes ricapitola tutta la storia del genere. la chiosa finale è perlacea: "Soprattutto, però, a dar corpo all'analogia col prog è una constatazione: in tutti gli anni intercorsi tra gli ultimi fuochi del progressive storico e l'uscita di "Rio", nessun musicista bianco ha incentrato così tanto la sua formula sull'equilibrio di funambolismo tecnico, energia pop e sana grandeur. "Rio" segna il ritorno di questo approccio alla musica. Ritorno molto passeggero, si dirà. Bene: un motivo in più per considerarlo un album unico, un capolavoro."

Utente non più registrato alle 13:38 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Non so chi sia costui e, per la cronaca, non è che tutto quello che porta l'"etichetta" progressive mi piace a prescindere...mi pare ovvio

Immagino che anche tu, nei tuoi generi preferiti, faccia delle differenze...o no?!...

Mi sembrava anche chiaro che, personalmente, non facevo un discorso di genere...

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 13:41 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Guarda Fabio che è più attento il più giovane Rivoira (ribadisco è giovane, abbiamo gusti diversi, ma davvero ottima recensione, meglio del disco eheh) quello che però smarca i Duran dal resto dei new romantic e, probabilmente, anche ciò che ne ha determinato il successo stratosferico, è una non troppo sopita componente hard rock da arena, che si palesa innanzitutto nel chitarrista Andy Taylor....", altroché Manzanera o Fripp lolllllissimo veramente eheh

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 14:35 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Mah il gruppo ha avuto vita lunga e gli inizi sono new romantics c’è poco da discutere anche perché Bowie-Roxy erano le coordinate del gruppo…che poi si siano sganciati da lì anche con l’afflosciarsi di quel movimento con nuove strategie di mercato da soppesare è anche pur vero. La band ha bisogno di inventarsi un sound che non ha nel suo DNA proprio quello da grandi spazi all’aperto dove il sound deve uscire in qualche modo e coprire le urla isteriche dei fans ( tanto che anche loro ammetteranno di fare una fatica boia ad ascoltarsi …). Quindi più che sopita componente hard rock da arena quella diventa una necessità per far suonare la band live … 60 mila a Bari ( ma non solo anche a Palermo Firenze Roma Milano ecce cc) allo stadio, sotto la consueta pioggia battente del 30 maggio barese, se non tiri il sound in chiave hard rock non senti nulla! La band ha sempre avuto un sound molto scheletrico erano tipi anche emaciati nonostante la coca sarebbe venuta dopo coi soldi e le bon tendesse al pagnotelloprogr come il mio avatarro. Avrebbero cercato di riempire il sound con musicisti black anche perché era il Nile moment e qualsiasi cosa lui toccasse erano soldoni … ma non vorrei dire una puttanata fu un flop critico ma non commerciale coi platino e d’oro vari in sintonia anche con il loro look. Ricordiamoci anche dell’apparizione al live aid :rivitalizzò band che erano morte vedi i queen o che avrebbero molto beneficiato della partecipazione vedi U2 ma ahimè l’ugola d’ora di le bon ( cantante pessimo ma lo vogliamo ribadire senza tanti infingimenti) cedette sul finale sun una nota davvero impossibile da prendere e tra piroette alla Paul Young e ammiccamenti sensuali alla Morrissey il pubblico pagante sorrise e qualcuno forse anche capì e voltò pagina. Oggi le bon si presenta con barba e baffi , il bello del gruppo sembra un vampiro con calvizie incipiente, il tastierista emette sempre i soliti flebili gemiti ma aho so i DD 80 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e le 200 pubblicazioni che ha contato dr paul, che il mercato dove può attingere attinge, and that’s success!

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:40 del 21 marzo 2015 ha scritto:

mah secondo me state facendo un calderone con il rock hard, andy e le arene, la pioggia, si parlava semplicmente dei duran di rio o al massimo del precedente....dopo si può dire di tutto boh....

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 19:31 del 21 marzo 2015 ha scritto:

vabbè ne abbiamo parlato a sufficienza di rio su che altro dobbiamo aggiungere? è anche un modo per affrontare il discorso DD a 360 gradi

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 21:16 del 21 marzo 2015 ha scritto:

...Componente hard rock da arena che si palesa innanzitutto nel chitarrista Andy ...è scritto qui sopra nella recensione di Rio, si parla di questo, non del precedente o successivo.

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 22:05 del 21 marzo 2015 ha scritto:

nono gassed ha perfettamente capito a cosa mi riferivo! difatti mi ha già risposto correttamente 3 ore fa!

Dr.Paul (ha votato 8,5 questo disco) alle 15:28 del 21 marzo 2015 ha scritto:

francesco ma tu la sposi o no? io a naso dico di sì, ormai un pochino dovrei conoscerti.....ma se sbaglio dillo senza problemi!!

PetoMan 2.0 evolution alle 14:20 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Non male tutto sommato. Era musica pensata essenzialmente per divertire e direi pensata abbastanza bene, con un songwriting di un certo livello e arrangiamenti quasi perfetti (per il genere). Soprattutto le parti di basso, in questo album, sono notevoli, clap clap per John Taylor. Il loro problema è sempre stato Simon Le Bon, cantante a mio parere tra il mediocre e l'inutile, quasi sempre incapace di valorizzare i brani, di dare quel qualcosa in più insomma. Credo che se lo siano tenuto solo per il bel viso piacione e il ciuffo perfetto lacca spray che acchiappava un sacco.

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 22:34 del 21 marzo 2015 ha scritto:

Ah, ha risposto!

Scusami allora, credevo ti rivolgessi anche a me. Il plurale che hai usato (state facendo un calderone) mi aveva ingannato eheh

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 1:53 del 22 marzo 2015 ha scritto:

Si avevo risposto e aggiungo che la band aveva due anime quella più synth wave diciamo così di lebon-rhodes e quella più rock-oriented di andy taylor che culminerà nei due progetti , non pienamente riusciti, chiamati arcadia e power station. Questi ultimi un ibrido potenzialmente devastante con Robert Palmer vocalista e la sezione ritmica degli Chic , uno dei quali in cabina di regia come produttore. Il songwriting però non fu all’altezza delle aspettative. I DD ripresero poi nuova verve con Cuccurullo.

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 15:39 del 22 marzo 2015 ha scritto:

I miei ricordi collegano "Rio" alla pionieristica trasmissione Rai "Mister Fantasy" di Carlo Massarini che aprì le porte alla cukltura del videoclip prima di MTV/Videomusic. Accanto a roba poco digeribile non era raro imbattersi in qualche perla (Joe Jackson, XTC) ma mai senza osare troppo. I Duran Duran furono fortemente sostenuti da almeno tre video (Rio, Hungry like the wolf e Save a prayer) e alla fine il bombardamento fu tale (e le canzoni erano alla fine piuttosto piacevoli) che il vinile è finito sui miei scaffali, ascoltato molto inizialmente e poi sempre più raramente tirato fuori... comunque la piacevolezza restava ma anche la convinzione che cercavo altro musicalmente. Rimane il ricordo di un'epoca in cui c'era talmente poco di nuovo a giro nel circuito ufficiale dei media che i Duran Duran potevano apparire imprescindibilmente desiderabili....

tramblogy alle 17:29 del 22 marzo 2015 ha scritto:

c'era poco?

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 18:40 del 22 marzo 2015 ha scritto:

Non mi dirai che la tv di stato e la sua emergente concorrente berlusconiana erano finestre aperte sulla scena musicale post-punk-new wave all'inizio degli anni '80? C'erano le radio "libere" di nicchia, i negozi di dischi alternativi e alcune riviste che stavano uscendo dallo status di fanzine (vedi i primissimi numeri di Rockerilla). Le testate musicali già affermate erano piuttosto sospettose sulla scena new wave ed avevano un atteggiamento piuttosto tradizionalista. Mi ricordo ancora lo scalpore che suscitò l'Altra Domenica di Arbore quando per al prima volta fece un servizio sulla scena punk UK & USA e a lungo di questo non se ne parlò più... Ci siamo dimenticati che a lungo punk/new wave da noi era considerato Alberto Camerini che cantava Rock'n'roll robot? Questi erano i MEDIA UFFICIALI e a loro mi sto riferendo. Che poi esistesse una scena underground vitale, composita (ma a lungo ignorata e talvolta riscoperta ora nostalgicamente) e innovativa è tutt'altro discorso.

tramblogy alle 19:07 del 22 marzo 2015 ha scritto:

a parte che agli inizi c'era dj television, non videomusic, se ben ricordo, però anche se i media non spingevano troppo , c'era talmente tanta bella roba da ascoltare per radio, dall' 83 i singoli 45 giri, erano così tanti che non si capiva nulla nei negozi...tutti belli....e il singolo, solitamente (se ricordo bene) spingeva l' ascoltatore a prendere tutto l' ellepi. Poi io nel 1983, avevo 13 anni, non potevo andare nel negozio a comprarmi quello che volevo...a quel tempo se avevo preso un 45 giri ogni 3 mesi per me era un traguardo, e 4 album in tutto l' anno , era tutto ciò che ascoltavo (ovvio non si navigava nell'oro, poi qualcuno invece aveva molto di più), ma la radio accesa , cassetta maxwell vuota, registratore con rec pronto, cronometro sull' attenti era tutto ciò che facevo dopo scuola....in surriscaldamento.

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 22:35 del 22 marzo 2015 ha scritto:

Deejay television era una trasmissione (a mio giudizio pessima) trasmessa da Mediaset (canale 5 o Italia 1) e condotta, almeno all'inizio da Claudio Cecchetto (non sarà anche lui diventato una pietra miliare?). Videomusic invece era una vera e propria tv tematica musicale.

Su alcune radio in quegli anni (83/84) si poteva anche ascoltare buona musica, ma il "tempo d'oro" delle radio libere che trasmettevano spesso in base a logiche non strettamente commerciali era finito da un pezzo. In quegli anni spesso, ascoltare una o l'altra era uguale, tanto il 90% delle canzoni erano le stesse (ovviamente c'era anche qualche eccezione, magari quella che ascoltavi tu). Insomma condivido quello che ricorda Benoit.

Totalblamblam (ha votato 5 questo disco) alle 23:29 del 22 marzo 2015 ha scritto:

ma Maurizio Seymandi non ti piaceva? il suo parrucchino e il supertelegattone che faceva volare i 45 giri a colpi di coda tipo mazza da baseball sono ormai leggenda ghghgh l'unica cosa buona che girava in Italia nei primi ottanta è stata Mr Fantasy con un davvero lungimirante Carlo Massarini che aveva ben fiutato dove stava andando la musica...pensiamo che lui veniva dal laurel canyon come suoi gusti musicali e giustamente glorificava i Talking Heads in trasmissione. poi c'era radio stereo notte con molti del circuito di rockstar i peppe videtti, stefano bonagura, carlo sisti, giampiero vigorito tutti grandi intenditori e scrittori sopraffini. Vigorito scriveva poesie non recensioni, vedi brilliant trees di sylvian pazzesca. Videtti che ti intervista Eno e inizia a fare domande assurde su before and after science tipo se arriveremo mai alla fusione nucleare come metafora della fusione dei tempi moderni e lui basito alla fine con flemma inglese gli fa it's only a rock' n' roll album LOL

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 23:39 del 22 marzo 2015 ha scritto:

Si Gassed, concordo assolutamente con te su Mr. Fantasy.

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 9:54 del 23 marzo 2015 ha scritto:

enorme Seymandi, "gli occhi blublublu di Paul Newman" LOL....comunque direi di completare il momento amarcord con il mitico film "sposerò simon le bon"

tramblogy alle 23:33 del 22 marzo 2015 ha scritto:

Uhmm...dal mio punto di vista, trasportato in quegli anni , la trasmissione era lodevole, giravano semplicemente video musicali, thompspn twins e culture club, wham e yazoo li ho conosciuti e amati, grazie a questa trasmissione che trasportava anche album usciti l anno precedente, come per esempio i singoli di rio...avevo solo 13 anni, questa tendenza di parlare di nicchia o immaginarmi a quell età , da ragazzino ascoltare jazz e guardarmi film di Bergman, quando vi leggo , senza immedesimarsi al momento storico in cui si è vissuti e' illogico...(non so cosa intendi con radio libera, anche radiofonicamente ero sempre un ragazzino che girava le stazioni nervosamente , mannaggia....) w Rudy e Rita .

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 0:32 del 23 marzo 2015 ha scritto:

Quando nascono le prime radio libere (in poco mesi si moltiplicheranno "geometricamente") fino a diventare centinaia tu credo avrai avuto 5 o 6 anni. Fino ad allora avresti potuto cambiare poco con la manopola, Rai 1,2 e 3, radio vaticana, radio Montecarlo e credo radio Capodistria. STOP. Esse furono occupazioni semi-illegali delle frequenze fm, con ponti radio fatti spesso in maniera relativamente economica da gruppi privati di persone su base volontaria. Ci sono sicuramente delle pubblicazioni che possono spiegarti questo fenomeno (anche sul web puoi trovare delle notizie). Da lì in poi hai potuto iniziare a girare nervosamente tra le varie stazioni eheh.

Io, ad esempio, ho contribuito, quando avevo 16/18 anni, alla creazione di una di queste in un piccolissimo paese di provincia (Castiglione Mantovano) insieme ad altri ragazzi ed adulti del circondario. Si chiamava Onda RadioActivity e la sigla di inizio delle trasmissioni era l'omonimo pezzo dei Kraftwerk, uscito da pochi mesi. Le prime trasmissioni coprivano 5 o 6 km, poi in seguito riuscimmo a piazzare un antenna sul monte Baldo ed aumentammo l'utenza potenziale eheh Avevo una mia trasmissione di 2 ore quasi quotidianamente al pomeriggio. Nessuno mi diceva che cosa dovevo dire o che musica proporre. Perlopiu portavo con me i miei dischi o preparavo delle miste (in cassetta) e raccontavo qualcosa tra un brano e l'altro (di sicuro dicevo il titolo del brano, dell'album è il nome dell'artista eheh così facevano gli altri, che magari avevano gusti diversissimi dai miei. Non c'era compenso, niente pubblicità (quella arriva più tardi insieme alle direttive sulla musica da mettere, soprattutto disco music, ma io a quel punto me ne andai eheh). Si faceva tutto ciò solo per divertirsi e proporre agli altri la tua musica preferita. Era eccitante ghgh

tramblogy alle 9:19 del 23 marzo 2015 ha scritto:

grande rio rebby

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 17:36 del 23 marzo 2015 ha scritto:

Si, Rio è una grande pietra biliare! I calcoli alla colecisti sono davvero molto diffusi, specie col progredire degli anni eheh

tramblogy alle 18:34 del 23 marzo 2015 ha scritto:

finchè , non si provi una colica biliare...non hai idea di quanta tenerezza....(però rio è un bel disco e il tuo voto un pò...mha..)

REBBY (ha votato 5,5 questo disco) alle 21:28 del 23 marzo 2015 ha scritto:

Beh si, son per il mah! Non per il bah o per il buuhh. E tu sei per l'ooohhh

galassiagon (ha votato 5,5 questo disco) alle 17:31 del 2 maggio 2015 ha scritto:

difficile avere la pazienza di ascoltar tutto un disco dove non c'è nulla di suonato in maniera un poco personale, paradossalmente è proprio la voce si LeBon a salvare il gruppo da una certa mediocrità sonora, lui almeno aveva un timbro molto inusuale

poi vabbeh in radio se li passano li ascolto volentieri

Truffautwins (ha votato 7 questo disco) alle 2:24 del 15 ottobre 2015 ha scritto:

Ho la sensazione che se i Duran Duran non fossero diventati i Duran Duran quest'album non sarebbe stato giudicato prima una merda ed ora un capolavoro!

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 0:28 del 17 ottobre 2015 ha scritto:

ma del nuovo album che si dice? il connubio copertina-primo singolo e' agghiaggiande

Lepo, autore, alle 0:31 del 17 ottobre 2015 ha scritto:

Si dice che è una discreta figata pure lui Ultra-cinquantenni che paiono almeno trentenni, se non addirittura più giovani, per quanto riescono a stare al passo coi tempi. Poi, chiaro, i capolavori loro sono altri (oltre a questo recensito anche il penultimo All You Need Is Now ci si avvicina molto...), ma diversi pezzi di ottima fattura ce li hanno regalati anche quest'anno.

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 10:20 del 17 ottobre 2015 ha scritto:

grande lepo, facci la recensione anche del nuovo duran!

ulanbator86 alle 10:17 del primo luglio 2020 ha scritto:

Album Pop della Madonna, punto. Ancora esiste sta gente che li definisce merda perché cool negli nani 80? Suvvia, stiamo parlando di un gruppo tecnicamente eccelso e creatvo, mica dell'Italo-disco. A Chi dice che poi sono andati via via calando direi di ascoltarsi l'album So red the rose (a firma Arcadia, ma loro sono...). Senza contare che gli ultimi dischi del decennio sono veramente di buona fattura.