V Video

R Recensione

9/10

Mansun

Attack Of The Grey Lantern

"Attack Of The Grey Lantern" dei Mansun è, a parere di chi scrive, il capolavoro definitivo del brit pop e della sua sottocorrente neo-glam.

Pop cameristico e affascinante, denso di delicati ma mai scontati arrangiamenti, la musica del gruppo di Chester è capace di ammaliare al primo ascolto come pochi album. Chissà quanti, infatti, dopo aver ascoltato questo disco per la prima volta saranno tentati di iniziare daccapo la sua riscoperta. Questo perchè, a dispetto della sua apparente "semplicità", "Attack Of The Grey Lantern" va ascoltato e riascoltato più volte: ogni volta è in grado di comunicare cose diverse e sorprendere con sempre diverse soluzioni.

Nell'apertura di archi della prima traccia, "The Chad Who Loved Me", già si intuiscono le trame che costituiranno la base dell'intero album: imponenti melodie e utilizzo dei più disparati arrangiamenti, dal classico all'elettronico, che coprono decenni di musica. Suede, Supergrass, Ash, Pulp, Divine Comedy, Verve e Blur, ovvero gli eroi più rappresentativi di un genere così tanto bistrattato da certa critica ma così notevole in senso storico, si mescolano idealmente e con grande perizia anche nella successiva "Wide Open Space", che trasporta la scena Madchester - altra influenza impossibile da non notare del quartetto - nel '97.

Voci in falsetto, pose glam e maliziosità liriche la fanno da padrone alla grande in pezzi come "Taxloss" (che assomiglia alla ben più famosa "Taxman" beatlesiana, ma trasfigurata da echi alla Bowie), "Mansun's Only Love Song" (che sembra quasi una canzone alla Kinks ultra-rallentata e proiettata su scenari lounge stile Dimitri From Paris, cantata da un Ray Davies in crisi di identità sessuale) e "Disgusting" (quella con l'aria più malinconica e decadente, nonchè con un illuminante intro spettrale e avanguardistico). "Stripper Vicar" (Primal Scream e Stone Roses a braccetto, con l'insistenza martellante della batteria elettronica e sottofondo in salsa acid house. Viene spontaneo chiedersi: "ma è passato anche di qui Andy Weatherall?") ha il compito di movimentare il quadro musicale grazie al suo impianto fortemente ballabile, ma ecco "Naked Twister", gioiellino psichedelico che ridà al panorama nuovamente un orizzonte introspettivo e cupo, a conferma di quanto si sbaglia chi vede nel brit pop un genere per tardi hippy in "sballo" perenne. C'è pure spazio per piccole pillole di musica "concreta": "You, Who Do You Hate?" si apre e chiude con una festa di campane in sottofondo.

E che dire di "She Makes My Noise Bleed", che parte con un riff che assomiglia tantissimo a quello di "Fools Gold" degli Stone Roses? Traccia dopo traccia, capolavoro dopo capolavoro (lo sono tutti i brani di quest'album), ciò che si va a scoprire è un universo di rara bellezza in senso musicale.

L'ultima traccia, "Dark Mavis", curiosamente, dopo quattro minuti si interrompe bruscamente per poi ritornare con un andamento del tutto diverso a seguito di una lunghissima coda finale di silenzio. Niente paura, nessun difetto del supporto: si tratta semplicemente di una traccia fantasma, "An Open Letter To The Lyrical", scartata dai primi Ep.

Sono tantissimi i generi e gli artisti che convergono in questa deliziosa opera prima dei Mansun. Agli elementi già citati è d'obbligo aggiungere una certa vena progressiva, nella magniloquenza generale e nell'imponenza sinfonica di ogni traccia, il pop-rock di derivazione smithsiana di metà anni Ottanta (Wedding Present e House Of Love su tutti), il twee-pop più minimalista dei Field Mice e, ovviamente, il garage-beat più lirico di Beatles e Rolling Stones.

Con questo loro primo disco i Mansun ottennero un grande riconoscimento dalla critica internazionale e si posero come i più grandi idoli dell'ultimo brit pop, in compagnia (forse) del contemporaneo "Urban Hymns" dei Verve.

"Attack Of The Grey Lantern" è un disco emozionale come pochi, capace di fornire, come detto in apertura, stimoli differenti ad ogni ascolto. Dedicato a quanti - ebbene sì, faccio ammenda per la mia passata stoltezza - disprezzano il british pop.

V Voti

Voto degli utenti: 7,6/10 in media su 23 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
target 9/10
4AS 9/10
Cas 5/10
loson 9/10
Sor90 10/10
Zorba 1/10
FeR 10/10
ThirdEye 6,5/10
Lepo 9/10
B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10

C Commenti

Ci sono 17 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

target (ha votato 9 questo disco) alle 12:18 del 7 giugno 2007 ha scritto:

Mansun rock

Disco miliare. Wide open space mi fece andare (e mi fa andare ancora adesso) via di testa: l'attacco è spettacolare. Stipper vicar fenomenale. Ricordo con commozione anche il video di Taxloss. Paul Draper ai suoi indiscutibili picchi. Su una cosa non sono d'accordo con te: secondo è "Six" il capolavoro assoluto dei Mansun e del brit-pop. Un album labirintico, coraggioso, geniale. Peccato che loro siano durati poco: ma meritano una riscoperta.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 8:54 del 25 settembre 2007 ha scritto:

grandioso

L'opera in cui si condensano tutti gli archetipi semantici del brit pop (Suede, Stone Roses, Primal Scream) e strizza l'occhio al glorioso passato del glam e del vignettismo british dei Sixties: puro genio! La recensione è da infarto: meticolosa nella ricostruzione storica e nell'elenco delle fonti ma dallo stile sciolto e brillante. Complimenti! ))

Cas (ha votato 5 questo disco) alle 22:27 del 13 agosto 2008 ha scritto:

mah, a dir la verità, il disco mi convince molto poco...eppure l'ho ascoltato più volte motivato dalle validissima recensione e dagli altrettanto validi commenti...eppure niente da fare, lo trovo semplicemente un cd pop stra-arrangiato (anche bene,ok). a mio parere sopravalutato...e un pò pacchiano anche.

Totalblamblam (ha votato 2,5 questo disco) alle 21:13 del 7 marzo 2015 ha scritto:

non avere paura è così pacchiano pretenzioso e stracciamarroni. un pezzo ascoltabile, wide open space, il resto da orchite. ho comprato la pomata magica per lenire il tutto.

Truffautwins (ha votato 6 questo disco) alle 15:53 del 11 dicembre 2008 ha scritto:

A suo tempo lo ascoltai alcune volte e subito lo cestinai. Non mi sembrava ci fosse un granchè da salvare. Un qualsiasi album di Blur, Suede o Pulp ne vale dieci, per non parlare di lavori epocali come Stone Roses o The La's.

loson (ha votato 9 questo disco) alle 17:24 del 11 dicembre 2008 ha scritto:

RE:

Truffaut, segui il consiglio di un pirla: RIASCOLTALO!

Paranoidguitar (ha votato 9 questo disco) alle 17:16 del 11 dicembre 2008 ha scritto:

discone

disco pieno di pezzi strepitosi.

dire che un qualsiasi album di blur suede e pulp vale dieci volte questo è una grossa offesa. E' come voler ricondurre la storia del rock a pochi nomi enormi e gli altri sudditi e inferiori. Ma non è così, non lo è per lo meno nel caso dei Mansun. Merita tantissime chances in più e più attenzione questo disco bellissimo!

loson (ha votato 9 questo disco) alle 17:25 del 11 dicembre 2008 ha scritto:

By the way... Solo 4,5 stelle gli ho dato? Probabilmente ero ubriaco, perchè questo è un 5 stelle liscio liscio...

Dr.Paul alle 17:36 del 11 dicembre 2008 ha scritto:

è buono, ma certo anche io gli preferisco la sacra triade, in alcuni momenti sono un po pedanti!

target (ha votato 9 questo disco) alle 17:40 del 11 dicembre 2008 ha scritto:

Eh, vecchio los... io le 5 stelle lo sai che le lascio a "Six"... Draper peraltro è in preoccupante fase nostalgica. Per il decennale di Six ha pubblicato un bloggazzo ultra-dettagliato che ripercorre tappa per tappa la composizione del disco, snocciolando aneddoti a go-go (alcuni dei quali probabilmente rivisitati dal suo ego stratosferico) e rivestendo ogni cosa di una patina leggendaria; ma di cose nuove non se ne parla. In una recente intervista, peraltro, ha dichiarato di aver raggiunto il proprio picco compositivo nell'ultimo album, "Kleptomania", mezzo abortito (o meglio, uscito incompleto). Il (non più) ragazzo è proprio partito per la tangente. Rilascia interviste in continuazione e basta, continuando a sputtanare il bassista che ha causato lo scioglimento della band nel momento in cui pensò bene di inculare dei soldi dalla "cassa comune". L'abbiamo perso?

4AS (ha votato 9 questo disco) alle 18:33 del 24 giugno 2009 ha scritto:

disco spettacolare! non capisco come tanti critici musicali con la puzza sotto il naso continuino a denigrare questo genere musicale (il brit pop) quando in realtà mi sembra ci siano stati gruppi molto validi in quel periodo(suede, pulp, verve...). boh...

target (ha votato 9 questo disco) alle 18:46 del 24 giugno 2009 ha scritto:

Ah, sante parole...

Sor90 (ha votato 10 questo disco) alle 22:34 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

Assolutamente uno dei picchi del Britpop e uno dei miei dischi preferiti in assoluto! Erano veramente geniali sotto ogni punto di vista: melodie, arrangiamenti, modo in cui mescolavano tutti i generi che si possono riscontrare in questo disco (che sono innumerabili). Insomma, disco da 10 e gruppo da innalzare al livello degli altri grandi del Britpop.

Utente non più registrato alle 19:58 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

conosciuti con l'ottava traccia, mai più abbandonati.

guidorg (ha votato 8 questo disco) alle 19:33 del 22 gennaio 2012 ha scritto:

disco splendido,wide open space...capolavoro.

Utente non più registrato alle 12:56 del 9 luglio 2012 ha scritto:

Quando nell'ormai lontano '98 acquistai l'ottimo Six (che preferisco anche per le innegabili influenze prog), rimasi sbalordito dalle capacità di questo gruppo. Notevoli

ThirdEye (ha votato 6,5 questo disco) alle 22:05 del 21 ottobre 2012 ha scritto:

Un buon esordio, ma a mio vedere, il meglio arriverà con il successore, bellissimo, e "progressivo" SIX..