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R Recensione

7,5/10

Little Barrie & Malcolm Catto

Quatermass Seven

Tra gli ultimi ascolti di questo freddo novembre, un disco che in parte propone il rilancio di una band inglese, i Little Barrie, dei quali alcuni dischi giacciono ormai impolverati da più di dieci anni tra gli scaffali degli sceriffi di Nottingham dellalternative rock inglese. I primi due album della band risalgono infatti al 2005 e al 2007 ed erano album che sentivano manifestamente l’influenza dell’onda Kings of Leon e White Stripes che al tempo batteva, con chiari riferimenti a un rock più tradizionale, studiato. E a dirla tutta quei dischi molti se li sono dimenticati piuttosto facilmente. I Little Barrie ritornano poi nel 2013 con Shadow, forse un tantino più riuscito, e nel 2017 con il bel Death Express. I netflixiani più accaniti (tra cui ahimè non c’è il qui presente) sapranno che loro è il title theme della serie Better Call Saul, lo spin-off di Breaking Bad. Il fatto è che in questo 2020 la band, che tutto sommato riassume il suo stile compendiando art-rock, funk e acid punk, cioè psichedelia inglese degli anni Settanta, incontra Malcom Catto, co-fondatore dei bravissimi Heliocentrics, usciti quest’anno con un album da recuperare, Telemetric sounds. E visto questo incontro ci è sembrato giusto indagare, in quanto Catto si è rivelato nel corso degli anni un musicista davvero poliedrico, in grado di stupirci regalandoci perle di sperimentazione psych, funk (qui la connessione con i Little Barrie) e jazz.

L’esito è Quatermass Seven. Se sette è il numero delle tracce, il nome Quatermass ci riporta tanto all’omonimo album dell’omonima band progressive rock inglese di fine anni Sessanta - quello con gli pterosauri che volano tra i grattacieli sulla copertina - quanto al nome dello studio di Catto, dove il disco è stato registrato quasi esclusivamente in presa diretta e in analogico. Chi ne ha avuto da guadagnare tra i due sono più probabilmente i Little Barrie, che sembrano essersi rigenerati grazie al fausto incontro con Malcolm. E Quatermass Seven ne è un esito molto felice, che ben impasta un rock psichedelico acidulo e bluastro con il progressive rock. Protagonista sono certamente la chitarra elettrica garage, che ci ricorda un po’ quella dei Greenhornes, e le onnipresenti percussioni.

Tutto comincia con la voce in delay e la chitarra arrugginita, ruvida e affilata di Rest in blue. Il timbro di You’re only you, forse il brano più esemplificativo dell’album, ricorda gli Unknown Mortal Orchestra di II, con tutto ciò che quel sound e quella stagione portò una decina d’anni fa, ma è di certo più votato all’accademia di un rock più vintage, dove protagonisti sono gli assoli, le distorsioni e i vibrati, le note pulsanti che a volte sembrano codice Morse. Così Repeater #2, dove più si lascia spazio ai giri di basso e alle percussioni, anche se queste suonano più spettacolari che mai nel successivo T.R.A.B.S., davvero un brano degno di nota per la vivacità della batteria in contrasto con la monotona litania della chitarra. Più graffiato e prepotente il suono metallico di Steel drum, così come After after è in buona parte un omaggio alla formazione jazz del complesso. In Repeater #1 la chitarra sembra richiamare, come in un rito, un serpente dal fondo di una cesta ed è forse il più degno riassunto di questo album che ci sembra tutto sommato ben riuscito. Forse una nota di vera originalità è mancata al tutto, che suona più un riferimento a un mondo d’altri tempi, una sorta di accompagnamento della tradizione nel futuro. Ma d’altra parte l’esecuzione e la singolarità melodica compensano degnamente.

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C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 0:47 del primo dicembre 2020 ha scritto:

Gran bella sorpresa di quest'ultimo spicchio di 2020: psichedelia fuzz che non si inventa nulla, ma che intrattiene e convince, tra alcune melodie molto azzeccate ("You're Only You") e almeno una jam degna di nota ("After After"). Concordo anche quando suggerisci il recupero di Telemetric Sounds (e io aggiungerei, anche, il gemello Infinity Of Now). Pezzo molto centrato!

tramblogy alle 19:14 del primo dicembre 2020 ha scritto:

ciao, come va?