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R Recensione

6,5/10

OFF!

Wasted Years

L’intonazione data ad una frase può cambiarne completamente il senso. Sul finire del 2013 i Black Flag sono ritornati con un disco, “What The…”, troppo brutto per essere vero. Si legga il wtf come genuina esternazione di un incredulo scoramento. Keith Morris, sessantadue anni il prossimo 17 settembre, non se n’è mai veramente andato: parlare di “ritorno”, pertanto, non è pertinente. A tutti coloro che “quando si cresce si cambiano prospettive” è dedicata la seconda vita degli OFF!: di fatto, the same old story, ravvivata dal maiuscolo, contornata dal punto esclamativo. OFF! (nella cui line up figura gente come Steven McDonald e Mario Rubalcaba, anche negli Earthless) è attivo dal 2009 e arriva, nel 2014, al terzo disco, “Wasted Years”. Il wtf lo chiosiamo noi, come doveroso sottotitolo: ma non ci avevano detto che sarebbe finito tutto, che nulla era rimasto in piedi? L’avevano detto e avevano mentito, sapendo di mentire. Anni buttati? Forse. Anni rovinati? Mai.

Accogliamo le perplessità di chi pensa che OFF! avrebbe avuto ben altra risonanza, non fosse stato per il nome dell’immortale cantante e frontman inciso a fuoco su ogni pezzo (sedici), che si va ad aggiungere alla valanga di altri schizzi sparsi copiosamente in appena un lustro. Non che “Wasted Years” si distingua, infatti, per originalità nel genere (sempre e solo quello: hardcore) o brillantezza di un songwriting pur sempre di classe, ma ugualmente tendente alla conservazione. Il discorso è un altro: chi avrebbe il coraggio, alla veneranda (e venerea?) età di Morris, di urlare ancora al mondo la propria coerenza, di elevarla a stile di vita, di fregarsene di un mondo che se ne frega? Non apriamo nemmeno i capitoli Jello Biafra e Mike Watt, fenomeni che hanno sempre fatto storia a sé. I Black Flag ci hanno provato, con ventitré anni in più (di stacco, di iato, di antimodernità) sul groppone: non poteva andare bene, bene non è andata. Gli OFF! non hanno mai smesso di farlo, sebbene con altri nomi, altre storie, altri panorami: ecco perché ventitré, in “Wasted Years”, è solamente il numero dei minuti totali.

Bravi anche voi, ad urlarlo con la giusta convinzione, quel wtf. Accompagnatevi con le scorze metalliche di “Time’s Not On Your Side”, con il post-core elementare di “Meet Your God”, col missile terra aria di “Void You Out”, col beach punk ostinatamente uguale a sé stesso di “You Must Be Damned”, con la bava schiumante alla bocca di “Red White And Black” (chapeau), con le tentazioni melodiche di “I Won’t Be A Casualty”, con gli umori ’77 di “Hypnotized” e con i monologhi in musica di “Exorcised”. Siate fieri, di quel wtf, e del vostro alter ego sporco e scarmigliato che vi guarda da quella copertina in bianco e nero…

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