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R Recensione

6/10

Skruigners

Niente Dietro Niente Davanti

Per suonare l’hardcore non hai bisogno di strofe o ritornelli, non hai bisogno di assoli, non hai bisogno di un cazzo!” (Mike Watt, Minutemen)

Ecco, forse gli Skruigners non la pensano proprio così.

A ben cinque anni di distanza da quell’eccidio sonoro intitolato semplicemente come l’anno di uscita (“Duemilatre”), e dopo lo split con Cripple Bastards e Woptime uscito nel 2005 (“Night Of The Speed Demons”), torna il quartetto milanese più inferocito del Pianeta Italia, che da oltre un decennio sparge per la Penisola rabbia, sangue, sudore e violentissimo stile di vita hardcore. Ivan, Mattia, Tadzio e Carlame fanno la loro ricomparsa a gennaio, con il nuovo “Niente Dietro Niente Davanti”, ennesimo sunto di tutto ciò che non va in Italia e subitamente vomitato fuori con passione, furore e amara disillusione. Da sempre musica impegnata socialmente, quella degli Skruigners, che tuttavia, non hanno mai trascurato od obliato l’importanza di coltivare una sezione strumentale all’altezza del compito: ottime le trame che intrecciano fra di loro chitarra e basso, buona varietà stilistica delle percussioni, discreto anche il lavoro del vocalist, seppur ampiamente limitato alle rapide esigenze espressive dell’hardcore. Ventotto minuti appena, dunque, quelli che scorrono fra questi diciannove nuovi brani: facile fare una veloce media.

Qualcosa, però, è cambiato, nel lustro che intercorre fra gli ultimi due dischi dei Nostri. In peggio, per quanto riguarda la nostra classe politica, fra lodi ed intercettazioni, blocca-processi e carrocci, una giustizia che pare non vada per le alte cariche ed una tirannia mediatica senza precedenti. Gli Skruigners, pur continuando a non esprimere comunque opinioni politiche, si sono perciò ulteriormente incattiviti, e nei testi –mai così cupi e velenosi- e nella musica, che spesso rompe gli statici argini dell’hc ed esonda tumultuosa a saccheggiare le rene di thrash metal e, addirittura, grind (certi pezzi, come “Ltsvf” oppure l’intensissima “Tra Le Fiamme”, sono schegge di potenza inafferrabile che possono ricordare band del calibro dei Locust).

Altrove, invece, è la melodia – o meglio, una particolarissima interpretazione della stessa – a predominare sul resto. Così, brani dai riff deflagranti o dalle ritmiche terremotanti si scoprono vagamente canticchiabili, nonostante le tonnellate di watt che si riversano sull’ascoltatore: è il caso di “Alba”, del thrash-core a mille di “Generazione Senza”, della bellissima “Il Peso Del Cielo” (la migliore di “Niente Dietro Niente Davanti”) oppure di “L’Ultimo Sorriso”, ben più che apprezzabile a livello musicale.

Infine, il sarcasmo, da sempre nel genoma della band, che in più di qualche frangente implode fragoroso: i sovrastrati rumoristici di “Cane” (provate a scovare il nome del pezzo che, in “Duemilatre”, ha la medesima funzione), il furioso crollo ritmico che anima “Soltanto Tombe”, una delle più illuminanti in quanto a liriche, l’ostentazione pseudo-machistica ampiamente sbeffeggiata nella conclusiva, chiara “Suono Per I Soldi” –con tanto di sample estratto da pellicola di dubbio valore cinematografico, punto forte dei colleghi Cripple Bastards) o la didascalica “Oggi La Rivolta Indossa Una Divisa”, frecciatina nemmeno troppo velata ai fatti del G8 di Genova.

E gli Skruigners, sì, sono veramente cambiati anche loro. Non sempre in meglio.

In generale, il disco soffre di un’eccessiva uniformità a livello chitarristico. Il passaggio di genere spesso non sortisce gli effetti desiderati, e le tablature cominciano a farsi difficili da distinguere l’una con l’altra, rendendo consistente l’effetto di dejà vu che si avverte lungo tutto il lavoro. Come sempre sopra la media, la prova dei quattro musicisti, che spesso, però, non sembra bastare. E anche hardcore più classico e contenuto come quello della doppietta d’apertura, “Non Mi Volto Mai” e “Io Ci Odio”, non riesce ad essere incisivo come un tempo, pur mantenendosi fedele a tutte le caratteristiche principali che ne avevano decretato il successo.

Insomma: più che sufficiente, ed ottimo punto di partenza per neofiti. Ma non è che le cartucce cominciano a scarseggiare?

V Voti

Voto degli utenti: 8,5/10 in media su 4 voti.
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B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10

C Commenti

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ProgHardHeavy (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:36 del 9 settembre 2014 ha scritto:

A mio parere, la migliore band punk italiana. Geniali e originali nella musica, e con testi interessanti. Il disco grandioso, ma di un voto sotto al precedente capolavoro "Duemilatre", che non mi vergogno a mettere nella top 10 dei migliori album punk. Bella recensione, scritta molto bene, ma secondo me dovresti rivalutarlo