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R Recensione

4,5/10

Elvis Costello & The Roots

Wise Up Ghost and Other Songs

Le premesse per qualcosa di straordinario c’erano tutte, in effetti. Uno dei personaggi più longevi e stravaganti della scena musicale internazionale degli ultimi 40 anni ed una delle più importanti crew della scena hip pop d’oltreoceano, tra le più oltranziste e durature, (da) sempre fedeli alla fisicità del suono, continuamente ispirati e attenti alle curiose divagazioni, che decidono di fare un disco assieme. Altrove, se vi interessa, troverete pure i retroscena, veri o presunti che siano, di questa curiosa collaborazione. Qui, no.

L’idea o molto più banalmente quello che ne viene fuori, è l’innesto di Elvis Costello che fa poi alla fine Elvis Costello sui Roots che fanno i Roots, senza straordinarie opere di assestamento, solo tanti e più espliciti, ottimi nella fattura,  riferimenti al funky, all’R&B con divagazione nel dub o nel jazz. Solo che Elvis in più episodi appare stanco, quasi inadatto al nuovo ruolo, qualunque esso sia. A tratti il suo canto è al limite della lagna (Sugar Won’t Work, Tripwire) e sembra male adagiarsi sulla musica dei Roots che invece è (quasi sempre) puro godimento.  Il suono è prettamente fisico e produce delle ottime vibrazioni quando si esibisce in nude osmosi di basso/batteria (forse la batteria più famosa dell’hip pop (?), quella di ?uestlove) di black music revival. Non si capisce mai realmente fino a quanto Elvis provi a fare hip pop o dove i Roots facciano altro rispetto al loro consueto mood, ma qualunque siano i semi, il frutto è meno entusiasmante del previsto. Passata infatti la sbornia iniziale per il groove caldo e avvolgente delle sonorità rootsiane, dal forte accento R&B (per capirsi, ricorda molto il sound dell’ultimo Dr. John) ci si accorge che le due cose (la voce di Costello e la musica dei Roots), che per i fatti loro hanno sempre funzionato piuttosto bene, una volta assieme sono quasi incompatibili. No dico, ve la ricordate la collaborazione dei The Roots con Cody ChesnuTT, o no? Ecco, quella è una cosa che funziona, questa no. Salvo solo Cinco Minutos con vos, nella parte cantata da Marisol “La Marisoul” Hernandez. E credo di aver detto tutto.

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 1 voto.
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zagor 5/10

C Commenti

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zagor (ha votato 5 questo disco) alle 8:12 del 3 ottobre 2013 ha scritto:

abbastanza d'accordo con la recensione,i roots hanno fatto ben altro mentre costello boh all'insegna del "famolo strano" non combina molto, pensi a collaborare con bacharach e macca che era molto meglio!