R Recensione

7/10

Caparezza

Le Dimensioni del mio Caos

Vende, fa classifica e mantiene serrate le fila delle nicchie che lo venerano.

Un mostro a due teste che da un lato scala gli indicatori di vendita, dall’altro ammalia intellettuali adolescenti e fasce di pubblico abituate al senso di élite. Da un lato ritornelli ruffiani e spesso segnati da orecchiabilità priva di senso, dall’altro testi che si muovono tra un’abilità rara (quasi geniale) e un coraggio di contenuti che in Italia appare impavido, degno del William Wallace hollywoodiano (altrove sarebbe un “”normale” Arturo Baldini).

La quarta fatica di Caparezza è uno strano concept, che lega 14 tracce apparentemente scollegate tra loro ad una soap opera a cavallo tra ’68 e 2008.

Per rendere omaggio ad Hendrix, Testa Riccia imbraccia una stratocaster in sede live, con tanto di rituale spacca-chitara conclusivo. Il gesto scatena un incidente spazio temporale che trasporta Ilaria, giovane sessantottina, nel presente. La ragazza si innamora della nuova epoca, ammaliata da Facebook, Myspace e dalle varie conquiste del mondo occidentale contemporaneo. Il permanere del paradosso storico scatena un presente parallelo, dove un unico partito governa la  penisola italiana ed è impegnato nella costruzione di un enorme quanto inutile ponte sullo Str… ehm, scusate. Un unico partito impegnato nella costruzione di un enorme quanto inutile spazioporto. Nel cantiere lavora Luigi delle Bicocche, operaio che  tante manifestazioni e concerti ha vissuto da protagonista (musicale).

Il lavoro è strutturato in modo libero e per certi versi decisamente coraggioso. Le connessioni cancellano la tradizione del concept, forzando con fantasia la struttura narrativa. Apprezzabile anche il tentativo di spaziare su un largo fronte musicale, più o meno felice a seconda dei casi.

Il tutto su una base rap ben consolidata dai tempi di Fuori dal Tunnel. Il gioco di parole/voce lascia brevi parentesi musicali declinate a seconda della necessità.

Il fonoromanzo (andrebbe accompagnato dalla lettura di Saghe mentali ed. Rizzoli) apre soprattutto al vasto mondo del rock, comprendendo una sana citazione dei Tool (Ilaria condizionata) e influenze acid rock (Sessintutto). Vengono meno i campionamenti e l’intero album, pur mantenendo le porte spalancate all’elettronica, vanta di essere stato suonato in ogni sua parte.

Le citazioni sono continue e a 360°, musicali come letterarie/ludiche, aperte soprattutto al vasto mondo dei nerd, o degli sfigati come va di moda dire tra i gggiovani.

Cori (Ulisse), tarantelle (Vieni a ballare in Puglia), cadute in ambientazioni tetre e cupe (Non mettere le mani in tasca) e intenti apertamente provocatori (Bonobo power) meritano quanto meno un ascolto.

Un rap che tende  alla ripetitività ma coltiva un’attrazione piacevole grazie al variare di influenze musicali e, soprattutto, all’insieme dei testi.

Cede quasi sempre al ritornello del tutto discutibile, quasi fosse obbligatorio sterilizzare la parte della canzone che deve girare tra le radio, ma contiene piccoli gioielli (su tutte Pimpami la storia) che possono valerne l’acquisto anche per chi, come il sottoscritto, coltiva forti pregiudizi verso ciò che rappresenta Caparezza come artista.

Non sarà un capolavoro musicale e forse ha senso soprattutto su determinate fasce d’età ma, per essere un lavoro da piani alti del mercato italiano del 2008, c’è di che sorprendersi con favore.

L’equilibrio tra ricerca e vendita verte comunque sul secondo elemento e pesa come limite di cemento. Si spera che prima poi i muri crollino, accompagnando , alla voglia di comunicare, qualche innovazione compositiva più "impavida".

Nel frattempo resta l’epos di Eroe, l’assurdità di Ilaria Condizionata e uno strano rap collegato a rock ed elettronica.

Sei metallaro? Ma ascoltati Albano

V Voti

Voto degli utenti: 5,7/10 in media su 18 voti.
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Dige 8/10
george 2/10
stef 5/10
Kid A 7,5/10
K.O.P. 7/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 2 questo disco) alle 9:51 del primo aprile 2009 ha scritto:

Miki Mix

Eccolo qua, Miki Mix! Io a uno come lui non gli farei suonare neanche il campanello di casa mia. Dopo aver scimmiottato per un paio di albums il povero Eminem (avete presente la differenza tra la merda ed il cioccolato? Sembrano uguali ma...) adesso si butta sul recupero di certe inutili (ma tanto di moda) radici. Un pezzo come "Vieni a ballare in Puglia" e l'apoteosi della sua ipocrisia. Ironizza sul recupero delle tradizioni, ma nel farlo sfrutta la tarantella pugliese. Aggiungeteci il falso, demagogico, populistico, infantile e Jovanottiano "impegno" socio-politico dei testi e tirate le conclusioni.

Dr.Paul (ha votato 1 questo disco) alle 10:46 del primo aprile 2009 ha scritto:

chi ammalia questo? fasce di pubblico abituate al senso di élite? è prorpio vero che si stava meglio quando si stava peggio, lol! evviva arisa almeno è simpatica!

simone coacci (ha votato 5 questo disco) alle 12:21 del primo aprile 2009 ha scritto:

Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il se stesso odierno

è un autore pop intelligente e come rapper sa ampiamente il fatto suo, pur non essendo mai stato, fino in fondo, nè l'uno, nè l'altro. Questo, musicalmente, è forse il suo disco più ambizioso, ma anche il più fiacco. Il migliore è l'omonimo del 2000. "La Fitta Sassaiola dell'ingiuria" col sample di Branduardi è un gioiellino alternative italo-rap.

fabfabfab (ha votato 2 questo disco) alle 12:43 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE: Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il se stesso odierno

"La fitta sassaiola ..." piaceva anche a me, ma forse mi piaceva solo il sample di Branduardi.

simone coacci (ha votato 5 questo disco) alle 12:53 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE: RE: Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il se stesso odierno

Beh, si, indubbiamente, Branduardi non è l'ultimo coglione. Ma era bello anche il taglio uptempo/drum'n'bass che gli aveva dato Michele in arte Capa.

fabfabfab (ha votato 2 questo disco) alle 13:10 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE: RE: RE: Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il se stesso odierno

Sicuro, però vedi, anche quello rientrava secondo me in una deliziosa ottica "popular". Era un bislacco incrocio tra il citazionismo "cartoon" di Eminem ("The Marshall Mathers" uscì in quel periodo, se non sbaglio...) e la tendenza al ripescaggio/rivalutazione dei vecchi cantautori italiani ... Forse non mi sono capito neanche io: voglio dire che puzzava di finto, mi è sembrato solo un pretesto per parlare della "capigliatura" ... insomma, questo sui capelli ci ha marciato parecchio.

simone coacci (ha votato 5 questo disco) alle 12:54 del primo aprile 2009 ha scritto:

Ah complimenti, a Dimitri, essenziale, ironico e preciso as usual

SanteCaserio, autore, alle 14:30 del primo aprile 2009 ha scritto:

Sarà

vero che è ipocrita ma tra i pischelli (e i trentenni purtroppo) ha sortito un buon effetto. La cultura "da sfigato" è bella sostenuta e alcuni affondi mi sono sembrati particolarmente felici. Caparezza fa parte di una categoria verso cui nutro profondo risentimento (evito di spiegarne i motivi) ma per una volta mi è sembrato cercasse di distaccarsi dal piattume de "vado al primo maggio perchè così faccio il finto-alternativo".

Inoltre (tentando una risposta a fabio) conosco alcuni amici che ne hanno invece sottolineato l'impegno diretto a Padova (per il muro) ed in alcune zone pugliesi (su questioni civili). Intendiamoci, io son militante politico convinto e compromesso, so qual'è la differenze tra Beppe Grillo ed Enrico Malatesta.

Però vedo più ipocrisia in tanti altri, anche musicalmente più validi, soprattutto in Italia.

Fino a 4 mesi fa ero il primo a "sputare" sul nome di Testa Riccia ma una serie di sfortunati eventi mi ha convinto che questo suo disco riesce a trasmettere un minimo di coscienza civile ad alcune amebe peninsulari, anche grazie alla formula musicale decisamente ruffiana

SanteCaserio, autore, alle 14:31 del primo aprile 2009 ha scritto:

Dimentico

(grazie per i complimenti, anche se ritrovarmi questo disco fra le novità mi ha fatto effetto )

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 17:18 del primo aprile 2009 ha scritto:

A me non dispiace. Vuole fare forse troppe cose, ma alcune gli riescono bene. Dal vivo, anche se troppo piacione, sa il fatto suo. 6.5, e lode a Dmitrij!

Mr. Wave (ha votato 6 questo disco) alle 17:22 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE:

concordo con Marco. Disco a tratti piacevole a tratti borioso e spocchioso. [voto: 6.5]

bargeld (ha votato 6 questo disco) alle 20:09 del primo aprile 2009 ha scritto:

anche a me diverte. e credo comunque che se i cosiddetti gggiovani si ascoltassero mille caparezza invece che mille gigi d'alessio l'italia dei teenager non sarebbe tutta così lercia. mica pretenderete miracoli. per scoprire dylan e cohen avranno tempo... ottima recensione!

fabfabfab (ha votato 2 questo disco) alle 20:15 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE:

Magari sì. O magari no. Se potessi io redimerei (o eliminerei) prima i figli di Caparezza e poi quelli di Gigi D'Alessio...

bargeld (ha votato 6 questo disco) alle 20:28 del primo aprile 2009 ha scritto:

de gustibus! io non avrei dubbi mi butterei sui figli del frignone! ahuahuaauh!

Dr.Paul (ha votato 1 questo disco) alle 20:52 del primo aprile 2009 ha scritto:

eh ma sti teenager crescessero con i depeche mode o i placebo tiè...ahahah sarebbe meglio!

bargeld (ha votato 6 questo disco) alle 21:14 del primo aprile 2009 ha scritto:

più si va avanti peggio è, caro paolo! altro che utopie!

Dr.Paul (ha votato 1 questo disco) alle 21:27 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE:

azz, rilancio con baustelle, dente e uochi toki, lollll

bargeld (ha votato 6 questo disco) alle 21:33 del primo aprile 2009 ha scritto:

RE: RE:

già ci può stare... se solo ci fosse meno mafia nei media! ...ancora utopia? eh eh

otherdaysothereyes (ha votato 3 questo disco) alle 21:02 del primo aprile 2009 ha scritto:

no no ragazzi questo è proprio brutto, dai!Concordo in pieno con Fabio!

Dige (ha votato 8 questo disco) alle 21:12 del 2 aprile 2009 ha scritto:

Purtroppo la recensione dice quello che tutti più o meno sanno sul Capa,ma in questo album i testi raggiungono una genialità assoluta(pensate solo alle martellanti allitterazioni,consonanze,rime equivoche ecc. di "La Grande Opera").Un otto tondo tondo ai testi ci sta,come l'ammissione che è un album che merita più di un ascolto-anche perchè la ricerca musicale questa volta va oltre la semplice base per le parole di Verita Supposte e Habemus Capa-.

SanteCaserio, autore, alle 1:04 del 3 aprile 2009 ha scritto:

Mmm

i testi son geniali fino ai ritornelli. Lì sinceramente cascano le braccia. Sulla musica invece concordo (come scritto) che la ricerca è apprezzabile, meno sul merito del modo in cui la compie. Mai troppo in là, riprende qualche stilema e lo attacca a quello che sa fare. Niente commistione, semplice incolla accanto a questo, incolla accanto a quello

(ma l'esordio del commento si traduce in "purtoppo la recensione dice cose scontate?" )

Dmitrij, il codadipaglia

george (ha votato 2 questo disco) alle 0:18 del 6 aprile 2009 ha scritto:

mah

Utente non più registrato alle 22:00 del 15 dicembre 2009 ha scritto:

Mio cuggino mi prestò Abemus Capa di Caparezza. Mi-tic-O. Penso che l'eredità di De Andrè sia in mano agli esponenti della musica hip-hop nostrana. Sono cambiati gli scenari: non più i paesini, le strade, il porto ma la periferia, il centro commerciale e il quartiere ma nonostante ciò i temi sono sempre quelli, la realtà, la storia, il rapporto con sè stessi e con gli altri. Tutto questo per dire che...a me Caparezza me piace.

stef (ha votato 5 questo disco) alle 22:03 del 21 settembre 2011 ha scritto:

Il peggiore del Capa

Mi sembra eccessivo considerare "Il sogno eretico" peggiore di questo album, è spanne sopra... questo album ha una serie di difetti strutturali, il primo dei quali è l'aver voluto creare un concept album a tutti i costi rimanendo il più libero possibile nei testi, con il risultato che il fonoromanzo, come lo chiama CapaRezza, è forzatissimo e privo di senso, secondo me... il secondo fatto è che i testi sono mediocri, rispetto ad album in cui erano veramente geniali (ad esempio, tutti i predecessori, fino ad "Habemus Capa"), oltre al fatto che le canzoni-riempitivo (i cosiddetti "filler") sono troppe e veramente orrende ("Il circo delle pantegane", "Ulisse", e via dicendo), di quest'album potrei salvare a pieni voti solamente "Eroe" e "Abiura di me"