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R Recensione

8/10

Keep Shelly In Athens

Keep Shelly In Athens

Che le crisi stimolino l’arte non è una novità. A guardare le immagini che arrivano dalla Grecia, però, tra barricate di gente ben oltre la soglia dell’indignazione e cariche della polizia, si fatica a pensare che due giovani possano decidere di chiudersi in una cameretta per uscirne con un disco di sgargiante pop balearico. Suona troppo désengagé. Ma ogni rivoluzione e ogni rivolta vogliono vibrazioni positive. E i due Keep Shelly In Athens, che da un quartiere di Atene (Kypseli) prendono il nome, ne danno a valanga.

Quasi tutto l’ep di debutto dell’anno scorso, “In Love with Dusk”, viene riprodotto in questa cassetta eponima pubblicata per la giapponese Sixteen Tambourines (i proventi vanno ai terremotati nipponici). Restano escluse “Rainy Nights” e “In Love with Dusk”, mentre appaiono le inedite “A Tear In My I”, “Yellow Man” e “Hauntin’ Me”, assieme a un remix di Memory Tapes. Il risultato è eccellente: la cosa migliore uscita dal calderone chillwave e dintorni dall’estate 2009.

Keep Shelly In Athens” è viaggi lounge primi-‘90, strusci per località di mare al tramonto, glo-fi aggiornato all’euro-dance più soft, serata mediterranea su una macchina in corsa. Spire di tastiere morbidissime da chill-out intontito con l’alba che spunta (“A Tear In My I”) si alternano a downtempo glassati di esotica (“Fokionos Negri Street”), sullo sfondo di splendidi riverberi eighties (“Yellow Man”). RΠЯ, a synth e tastiere, si è ripassato tutto il vecchio sound ibizenco con sguisci nella post-Madchester da ballo (The Beloved), lasciando a Sarah P un cantato vaporoso che suona scandinavo piuttosto che greco (Korallreven, vicinissimi; ma i Saint Etienne sono sempre sullo sfondo). Il risultato è un dream pop urbano, sempre sul punto di deflagrare in caleidoscopi di effetti e samples travolgenti (“Running Out of You”, la cui esplosione a metà pezzo fa immancabilmente svenire), seguendo il ritmo di una metropoli vorticosa e baciata dal sole.

È questo l’effetto del ricorso insistito ai samples, con esiti di sovrapposizione labirintici, da fumetto a mille voci, per cui “Cremona Memories”, costruita su due accordi, diventa un mosaico sfavillante, e così “A Tear In My I” e “Hauntin’ Me”, che apre su chitarra e tromba, per poi lanciarsi sul drumming fisicissimo: per dire che questi l’elettronica non hanno neppure bisogno di strausarla, potendoci giocare a nascondino, dosarla con raffinatezza (Air, yeah). L’apice, “Don’t Be Afraid”, è una goduria che parte eurotrance e diventa sognante downtempo metà anni ’90, con un sax trasandato e cascate di organo: primo minuto da manuale della canzone perfetta, il resto quasi.

C’è altro del genere in circolazione (Still Corners, Shine 2009, Sleep ∞ Over, il primo Memory Tapes, qui sui suoi standard migliori nel remix di “Running Out of You”), ma quasi nulla a questi livelli. È vero che dietro una musica così c’è soprattutto voglia di fuga («out rhythm is about the need to go somewhere else. We are dreaming of another world», confessa Sarah), ma è come dire che c’è voglia di stare meglio. Se non sono rivolte, poco ci manca. Altro che ‘fare come la Russia’: fare come la Grecia, bisogna.

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 7 voti.

C Commenti

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crisas (ha votato 8 questo disco) alle 0:17 del 24 giugno 2011 ha scritto:

Stiamo parlando dell'album Lounge più di classe dell'ultimo anno, perfetto sottofondo per un tramonto estivo.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 12:01 del 8 ottobre 2011 ha scritto:

Eccomi, anche se in ritardo... Che dire? Veramente notevole! Un suono profondamente stratificato che nella sua apparente semplicità nasconde mille trovate spiazzanti, geniali e molto molto eleganti (quando l'arrangiamento diventa arte...)! Fokionos e Cremonia, vette assolute nel loro genere (e miei brani preferiti)...

Fra', ma una canzone come Running out of you non deve qualcosa ai Portishead per quanto riguarda scrittura, atmosfera e cantato (essenzialmente nella prima metà del brano)?

Filippo Maradei alle 12:54 del 8 ottobre 2011 ha scritto:

RE:

Beh sì, sembrano proprio i Portishead, ora che ci penso anch'io.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 12:20 del 8 ottobre 2011 ha scritto:

Vabbè tra le preferite, ovviamente, anche "don't be afraid"...

target, autore, alle 13:20 del 8 ottobre 2011 ha scritto:

Non so, ai Portishead non avevo pensato: li ho sempre avvertiti come più claustrofobici. Però è vero che qualche effetto nella prima parte di "Running out of you" - che claustrofobica lo è - può rimandare a quei lidi (l'effettino moog al minuto e venti, ad esempio, ma anche il cantato, sì). Più Massive Attack, forse. Comunque, l'aria è certamente quella '90, e anche accenni trip-hop o new age (gli Enigma, vedi soprattutto il pezzo nuovo) possono trovare spazio. (Se volete 'fisicamente' l'ep nuovo, affrettatevi: sta finendo!).