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R Recensione

7/10

Chad Valley

Equatorial Ultravox

La barbe folte richiedono vocoder, quest'anno. Guai però a dirlo a Josh T. Pearson e Warren Ellis, che di barboni ne sanno qualcosa ma del vocoder ignorano giustamente l'esistenza. Ma i due sono una specie in via d'estinzione – da preservare al freddo e alle malattie – gli ultimi di una generazione di country gentlemen, non fanno testo. Ecco adesso che la barba si fa ispida, perde cespugliosità e acquista geometria: Justin Bon Iver VernonHugo Chad Valley Manuel e Abel The Weeknd Tesfaye sono tre splendidi, recenti e diversissimi esempi di questa nuova tendenza barbo-musicale; vocoder in pompa magna, rispettivamente al servizio di generi che non hanno nulla in comune: folkhypnagogic-pop e r'n'b. Ma cosa si nasconde sotto quella del secondo? Diamo una bella sfoltita...

 

Prima metà degli anni zero: l’iniziazione electro dell’allora glabro Manuel ha come viatico "Start Breaking My Heart" (2001), terzo lavoro di Manitoba (ora Caribou): via dal paint business di famiglia, bello gonfio di ascolti Leaf e armato di soli laptop e tastiere, Manuel si cimenta fin da subito in rudimentali lavori di cameretta; ne escono, tempo dopo, svariati remix (a partire dall’ "R’n’B Edit": Alicia KeysR. KellyMariah Carey - ! -, Hilson), ed un primo, grazioso EP ("Chad Valley Ep", 2010) dal tratto puramente dance-pop. L’attenzione intorno al nostro, però, inizia a farsi sentire ora, con "Equatorial Ultravox", secondo Ep da mille e una spiaggia, rilasciato a giugno di quest’anno per la Loose Lips. Il disco è una mezzoretta ipnagogica a spasso tra echi tropicali, basi luccicanti e tanta, tanta acquosità sparsa; e la formula di Chad Valley è semplice come quella dell'acqua, ma gradevole a tutti gli effetti messi in mostra (da "Now That I'm Real", traslucida negli acuti di synth e quasi caraibica sul finire, all'instant-dancefloor "Fast Challanges" per battiti e andamento).

 

Ibiza ispira, e fa ancora sognare; Chad assorbe e crea da qui le sue suggestioni elettroniche: l’indigestione di estetiche chill – imbrattate di umanità e produzione ultra hi-fi – ne enfatizza il tratto emotivo. O meglio, deforma il prototipo dancefloor: fragilità esistenziali, scarti di malinconie adolescenziali, in un mix di limpida spensieratezza-afflizione. Il disco è anche, non spaventiamoci, un piccolo paradiso naturalistico, dai ricchi paesaggi in Technique-color, evocato sciamanicamente dagli oh-ohuh-uhah-ah e altri ululati magnetici di Chad, in seno a un vocoder usato con cura(ggio, visto il godibile abuso) a rifinire la magia tutta (la bellissima "Acker Bilk", meno curata delle altre nelle basi, ma tanto lineare quanto incantevole). Arricchita da una mistica patina neo-psych – chillwave tropicale ritmata e synth-etizzata dagli ultimi Yeasayer – e tenuta unita da una ritmica scomposta di matrice ’80, "Shapeless" è un bailamme infarcito di gemiti e ululati impalpabili (deliziosa l’apertura deep in "moahhh"). Il soft-pop di "Shell Suite", poi, fa leva su degli iniziali 'arpeggi' abbaglianti: a ruota, i beat incalzano, e donano energia ad un cantato dall’impostazione dreamy, con accenni r’n’b; il crescendo vocale e strumentale della seconda parte è colmo di tensione pop, svaporata con grazia nel finale. La stessa dinamica avviene, più o meno, in "Fast Challenges": lo scatenamento dance, al tramonto, sa quasi commuovere per intensità evocativa. L’euro-dance di atenese memoria (la splendida "Reach Lines" sulle linee lounge dei Keep Shelly In Athens) lascia in ombra qualche momento più 'vuoto'; a dire il vero, è la sola "I Want Your Love" a mancare il centro: déjà-vu amplificato (si paga il perfezionismo in produzione) e chiassoso (il loop baldanzoso, da contraltare al cantato 'filtrato') di quanto già sentito. Polvere minima da spazzare sotto i tappeti, comunque, perché rimane solo da deliziarsi con tutta questa estate fuori stagione pronta da gustare e servita ancora frizzante e piena di contagiosa allegrezza.

 

Ma attenzione, spiagge che vedi, malinconia che troverai: e chissà se fra qualche anno non ci ritroviamo tra le mani una giovane promessa glo-fi in più. In ogni caso, piccole barbe crescono...

 

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Voto degli utenti: 6/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 12:02 del 15 ottobre 2011 ha scritto:

Perché il punto esclamativo dopo Mariah Carey?! Cattivoni!!!

Album più che piacevole con una "now that i'm real" che si candida, con quell'uso spettacoloso del synth, a brano preferito...

Forte l'accoppiata FILMAU!

Giuseppe Ienopoli (ha votato 4 questo disco) alle 15:47 del 15 ottobre 2011 ha scritto:

Voglio provocare!

... accoppiata di fatto o pattuglia di Carabinieri??

Giuseppe Ienopoli (ha votato 4 questo disco) alle 16:10 del 15 ottobre 2011 ha scritto:

Giusta penitenza ...

... mi fermo alla vostra alzata di paletta e in ogni caso mi farò crescere una barba così in Chad Valley ... la multa no eh!!

hiperwlt, autore, alle 17:57 del 15 ottobre 2011 ha scritto:

direi accoppiata di sfatti, più che altro!!! )

Giuseppe Ienopoli (ha votato 4 questo disco) alle 20:08 del 15 ottobre 2011 ha scritto:

Sfatti ... e rifatti!

... ottimo Jon-hiperwit-les! ... il sondaggio continua! ... una "doppia" occhiata anche alla rece comunque ... fair play ad oltranza!

Giuseppe Ienopoli (ha votato 4 questo disco) alle 21:12 del primo novembre 2011 ha scritto:

Ideale idea regalo per il 52° di REBBY eheh … eheh … ehuh-ohoh!

… il disco è alquanto bruttarello e artificiale … plasticoso e moschicida (?!) … più che altro eco Valley … ad “oh-he-ho!” si riecheggia “oh-he-ho-uh-uh!” … e questo uh-uh da dove viene? … buh-u-uh!? … “piccole barbe crescono” ai malcapitati ascoltatori che … o frantumano il disco dopo due ascolti o dovranno procurarsi quantità industriali di Proraso e after Chad … due recensori per una recensione? … un vero spreco in tempi di recessione!!

REBBY alle 8:47 del 2 novembre 2011 ha scritto:

Aoh Peppe, fai il bravo su, che io non ho problemi con la mia età, ma lo stesso non è carino aggiungere. Hai un timing davvero balearico uhuh tra un paio di settimane scarse compio 51 anni e mi raccomando non farmi nessun regalo, che chi regala dischi che non gli piacciono meglio perderlo che trovarlo hihi. Il disco non l'ho ascoltato, del genere sino ad ora ho molto apprezzato solo Seek magic e una rondine non fa primavera. Comunque i tre pezzi postati mi sembran meno peggio di altri glofiers. Sulle barbe è stato sicuramente Target a dettare la tendenza nel mondo hypnagogico eheh.

Giuseppe Ienopoli (ha votato 4 questo disco) alle 9:54 del 2 novembre 2011 ha scritto:

Irascibileheh!

... ma io intendevo il 52° scudetto della tua vecchia Signora!! ... ci sei caduto come un ingenuo viso pallido, augh! ... comunque auguri fra 13 lune e 100 anni di buona salute uomo bianco(nero)!!