V Video

R Recensione

8/10

Tears for Fears

Songs from the Big Chair

Se chiedete consigli sulla scena pop anni ‘80 ad un qualsiasi cultore musicale, anche di livello medio-basso, non possono che venirgli i brividi: la decade che ha visto lo sviluppo di 2 importantissimi e vastissimi generi come il metal e la new wave è stata anche la decade dell’esplosione della musica commerciale, banale, danzereccia e povera di contenuti, chiusa in un edonismo sfrenato e nauseante. Ma è stato veramente tutto da buttare? Poco veramente si salva, e tra questi spicca il duo, composto dal chitarrista Roland Orzabal e dal bassista Curt Smith rispondente al nome di Tears for Fears. Secondo album della band e uno dei punti più alti del pop inglese del decennio è l’album, pubblicato nell’85, Songs from the Big Chair. Musicalmente notiamo una maggiore commistione dei synth e dell’elettronica con gli strumenti rock rispetto ai gruppi coevi, tanto da far sembrare il lavoro quello di una vera band, ma sono i testi il vero punto forte: dolenti, intimi, narrano di problemi privati, quasi sempre indirizzati ai traumi e alle delusioni dell’infanzia. Sembra di trovarsi nel mezzo di una seduta psicanalitica, e non è un caso che “tears for fears” sia il nome di un trattamento psicoterapeutico, o che il titolo dell’album sia ispirato a un telefilm in cui la protagonista, affetta da personalità multiple, trova conforto solo sulla “big chair” dell’analista.

 

L’opener Shout, intramontabile hit anni ‘80, si presenta come una epica cavalcata musicale che inizia con battiti elettronici e tastiere per tramutarsi in un brano rock estremamente incalzante col passare dei minuti fino al finale sorretto anche da cori femminili. Il testo è un inno positivo, un invito a prendere in mano la propria vita; nessuno può non sentirsi chiamato in causa da quell’”I’m talking to you, come on” del ritornello. Cambio totale di atmosfera per The Working Hour, introdotta dal sax di Mel Collins, una ballata notturna che ci avvolge con gli accordi di piano e il sottofondo di tastiere, ma che risulta anche movimentata dalla sezione ritmica. Il culmine emotivo lo si raggiunge a metà brano, prima che il sax prenda il sopravvento in un lungo ed emozionante assolo. Altra hit di livello mondiale è Everybody Wants to Rule the World, il brano più pop e immediato, e anche per questo forse il più scontato, chilometri più in alto comunque come qualità rispetto al pattume che dominava le classifiche dell’epoca. Mothers Talks sfodera basso funky, batteria elettronica ritmatissima e tappeti tastieristici sintetici assortiti; sarebbe quasi ballabile se non fosse così agressiva e spigolosa. I Belive è un’altra ballata soul pianistica, ma troppo lenta e monocorde, sicuramente l’episodio meno riuscito del lotto. In coda troviamo un curioso medley: Broken, un semi-strumentale rockeggiante trainato dalla chitarra apre e chiude un altro classico della band, Head over Heels, che inizia ricalcando il riff di Broken con il piano, prima di sfociare in un’altra splendida perla pop-rock, con voce in falsetto, cori e tantissimi suoni in sottofondo, particolarità che permette alla band di dilungare le canzoni senza mai farle sembrare noiose o ripetitive. A chiudere troviamo Listen, il brano più atipico, una lunga composizione quasi totalmente strumentale eterea e sognante, in cui veniamo cullati dalle onde delle tastiere. In questo brano si sfiora l’ambient o la new age.

 

I 5 singoli vennero accompagnati da altrettante b-sides. In queste, quasi tutte strumentali, veniva dato sfogo alla vena sperimentale del duo. Significativa è The Big Chair, che presenta samples dell’omonimo telefilm, mentre curiosi episodi sono la quasi industrial Empire Buildings e quella che è una versione embrionale di The Working Hour, When in Love with a Blind Man. Infine Pharaos contiene un sample della BBC sulle previsioni del mare e Sea Song è una cover di Robert Wyatt.

V Voti

Voto degli utenti: 7,7/10 in media su 20 voti.
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Cas 8/10
Teo 8/10
magma 7/10
loson 8/10
4AS 8/10
zagor 6,5/10

C Commenti

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Cas (ha votato 8 questo disco) alle 10:04 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

Per quanto mi riguarda gli anni '80 sono stati un decennio incredibile, strabordante di ottima musica. Grandi Tears for Fears, ottimo disco!

Norvegese, autore, alle 11:15 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

Sono perfettamente daccordo, mi riferivo solo al pop mainstream, in cui, a parte i TfF o gli Smiths, non credo ci fosse granchè da salvare (o che sia stato salvato dal passare del tempo)

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 11:26 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

eheh evidentemente non la pensiamo allo stesso modo. io ad esempio credo che anche nel mainstream ci sia un mare di bella roba (da Cyndi Lauper agli ABC, da Kate Bush ai Depeche Mode, senza contare i tanti validissimi artisti synth pop...). btw, dei Tears for Fears è muy bueno anche il precedente The Hurting...

Totalblamblam (ha votato 6 questo disco) alle 13:40 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

mi piace molto di più il primo che trovo più ispirato e fresco ...questo è ridondante con produzione più lavish

Dr.Paul (ha votato 5 questo disco) alle 14:29 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

per me i tears for fears rappresentano il lato peggiore degli 80s. sorry )

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 20:43 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

Mha...per me disco stupendo!

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 20:51 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

....

Se affermi questo mi sa che tu paul negli anni 80 non eri nemmeno presente.....

TheManMachine (ha votato 7 questo disco) alle 22:32 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

Qua erano già troppo entrati nel business. Nel 1983 avevano fatto The Hurting, grande new wave, poi due cose come Change e Pale Shelter sono di quelle che restano a futura memoria.

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 22:47 del 27 febbraio 2012 ha scritto:

Mad world....bad boy

Dr.Paul (ha votato 5 questo disco) alle 17:40 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

non eri nemmeno presente.....

ahah! tramb conosco bene questo disco e non i precedenti. questo lo trovo poco sincero, laccato malissimo! molto meglio i talk talk nel loro periodo terra terra o i duran e spandau....nella loro ingenuità...puri!

Totalblamblam (ha votato 6 questo disco) alle 18:12 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

RE: non eri nemmeno presente.....

beh tanto puri DD e Spandau su quali basi? fenomeni da MTV anche loro se vogliamo ben costruiti e se recuperi l'unico precedente dei tears vedrai che è un'altra storia e ti piacerà tanto.

Questo è super-prodotto e fece il botto con oltre 10 milioni di copie vendute anche grazie ai due mega hits, l'insostenibile shout e everybody wants to rule the world.

Meglio loro dei kaja o howard jones o numan o la lista è lunga la conosci di già ghhghg

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 18:25 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

Qual e' il problema di un disco super prodotto

Un disco e' super prodotto quando ci sono delle demo che promettono bene, che non si possono lasciare a chicchessia....e questo discorso vale per qualsiasi secondo disco quando il precedente già diventava un nuovo mito. Prrrrr ragazzini!

NathanAdler77 (ha votato 7 questo disco) alle 18:49 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

My features form with a change in the weather

Nel bene e nel male simbolo della propria epoca ma Gary Kemp non sarebbe mai stato capace di scrivere un'anomalia electro-wave tipo "Mothers Talk"...Orzabal aveva un talento melodico non comune e "Head Over Heels" rimane uno dei migliori singoli pop-rock anni Ottanta.

Totalblamblam (ha votato 6 questo disco) alle 19:00 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

RE: My features form with a change in the weather

sono d'accordo con te incredibile pensavo fossi morto dopo le 4 pappine di bergamo ghghhg

mi spiego sulla over production: a volte rende un disco drammaticamente figlio della sua epoca con i suoi troppi pieni e troppe pompe e troppa musica...io personalmente apprezzo anche i silenzi le sfumature cose che nel primo album ci sono e qui no ( però sono decenni che non lo sento, non mi piacque ai tempi e quindi mai più ripreso). anche la voce del duo mi risulta fastidiosa enfatica

NathanAdler77 (ha votato 7 questo disco) alle 19:12 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

RE: pensavo fossi morto dopo le 4 pappine di bergamo

Mi sono autopunito per i tre minuti di ritardo by DDR, tutta colpa del codice etico asturiano... ghghgh

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 18:52 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

.....irraggiungibile The Working Hour

Dr.Paul (ha votato 5 questo disco) alle 19:57 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

fenomeni da MTV

certo tutti da circuito mtv, ma duran e spandau conoscevano i loro limiti e ci sguazzavano, questa è una cosa che riesco ad apprezzare. in questo disco c'è una vena di pretenziosità...troppo superiore alle effettive capacità personali.

poi certo un voto dal 6 al 7 ci può tranquillamente stare anche x me!! meglio questo disco -addirittura più sincero- di uno qualsiasi dei queen! ghghgh

cmq sì, quello che non mi piace assolutamente è la produzione, il missaggio e le voci...i brani possono andare nella loro ordinarietà.

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 19:48 del 23 agosto 2013 ha scritto:

Ho letto ora....ma che commento e'??...eri ubriaco?

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 23:46 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

Non credo che parlare di lato peggiore degli '80 sia necessariamente pensarne male. Significa distinguere fra gli Ottanta del post punk e della new wave più impegnata nella prima metà e al fenomeno C86, alla Creation e al noise sound della seconda metà che, a mio giudizio sono il meglio che il decennio ha prodotto, da un "peggio" semplicemente relativo che, accanto a vere ciofeche, può comprendere cose godibilissime e apprezzabili come questo e tanti altri dischi coevi, ma che, sempre a mio personale giudizio, restano nettamente inferiori sia sul piano creativo che emozionale.

benoitbrisefer (ha votato 7 questo disco) alle 23:47 del 28 febbraio 2012 ha scritto:

ah già, dopo lo sproloquio, il voto!

magma (ha votato 7 questo disco) alle 18:42 del 5 marzo 2012 ha scritto:

Poche storie, i Tears For Fears sono stati indubbiamente tra i più validi gruppi pop degli anni '80; in un panorama di Madonna, Duran Duran e Wham vari (sono prendendo in considerazione la parte più becera degli anni '80 che per altre cose sono stati anni musicalmente meravigliosi) loro tirano fuori tre dischi pop assolutamente eccellenti. "The Hurting" e "The Seeds of Love" belli belli, questo è sempre stato quello per me meno riuscito ma contiene bellissime cose, in primis Head Over Hills, una delle migliori pop songs degli anni '80.

scottwalker (ha votato 8 questo disco) alle 16:16 del 12 aprile 2012 ha scritto:

RE:

Un disco veramente interessante e raffinato!

fgodzilla (ha votato 9 questo disco) alle 17:34 del 23 agosto 2013 ha scritto:

riascoltato oggi ........bellissimo

scottwalker (ha votato 8 questo disco) alle 9:53 del 26 agosto 2013 ha scritto:

D'accordo con te disco di una bellezza subblime, in particolare the working hour!

scottwalker (ha votato 8 questo disco) alle 8:23 del 26 agosto 2013 ha scritto:

Caro Dr paul, rispetto il tuo parere ma non lo condivido, li considero una band strepitosa!

nebraska82 (ha votato 6,5 questo disco) alle 0:11 del 27 agosto 2013 ha scritto:

meglio "the hurting", che vanta pezzoni clamorosi come "pale shelter" e "mad world". questo è discreto, l'urgenza del debutto si scioglie in soluzioni più ariose e agevoli.

4AS (ha votato 8 questo disco) alle 16:03 del 27 agosto 2013 ha scritto:

Ce ne fossero di gruppi così, altro che fenomeni da MTV. Vorrei proprio vedere cosa passa oggi MTV... E poi fare il paragone con loro. Bellissima Head Over Heels!!

scottwalker (ha votato 8 questo disco) alle 8:15 del 28 agosto 2013 ha scritto:

Perfettamente d'accordo con te, gruppi come i tears non esistono +!!!!!

theRaven (ha votato 8 questo disco) alle 17:40 del 16 marzo 2021 ha scritto:

Ecco questo è un gruppo che mi garba parecchio, forse The seeds of love è il mio preferito

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 14:10 del 17 marzo 2021 ha scritto:

the working hour è un grandissimo pezzo, quasi sophisti pop ( si dice cosi? lol), ma i singoli sono un po' troppo furbetti.

Stefano_85 (ha votato 9 questo disco) alle 15:25 del 17 marzo 2021 ha scritto:

Dai, "Shout" spacca di brutto. Di questo ho il vinile, acquistato - se non erro - insieme a "Introspective" dei Pet Shop Boys e "Promise" di Sade. Tutti in un colpo solo, gran botta di... sedere

zagor (ha votato 6,5 questo disco) alle 16:58 del 17 marzo 2021 ha scritto:

già il refrain è un po' troppo piacione, poi lo tirano troppo per le lunghe