Primal Scream
XTRMNTR
Quasi tutte le grandi band prima o poi sfornano un album “politico”: per i Pink Floyd fu Animals, per i Primal Scream è stato XTRMNTR. Acclamati per la loro inedita fusione di rock, techno, pop e dance sublimata nel capolavoro Screamadelica, la band di Bobby Gillespie ha pubblicato questo secondo e meno celebrato capolavoro nel 2000. Mai ci si sarebbe aspettato dalla scena rave/elettronica, spinta dalla “chemical generation” assuefatta di Prodigy e Chemical Brothers e di tutte le possibili pasticche fucsia, un interesse così spiccato per la realtà politica che ci circonda. La musica di questo album va di pari passo con i testi: abbandonata la solarità psichedelica del passato, ci si addentra in un’elettronica sporca e martellante, ma piena di gran classe, in sintesi sarebbe stato facile creare un album monocorde, invece ogni canzone ha la sua particolarità, e le sorprese non mancano di certo. A dare un ulteriore tocco di classe ci pensano inoltre le collaborazioni stellari di cui i Primal Scream si sono circondati a questo giro.
Si parte subito alla grande con il basso distorto e penetrante (del nuovo entrato Gary Mounfield ex Stone Roses) di Kill All Hippies; la batteria elettronica, le tastiere e vari effetti digitali ci trasportano in un clima da guerriglia civile, mentre il falsetto di Gillespie ripete ossessivamente “Voi avete il denaro, io ho l’anima/Non potete comprarla”. Si continua col rock sporco e tremendamente lo-fi di Accellerator: se lo scopo della band era spararsi gli MC5 in endovena ci sono riuscito benissimo, sull’assolo finale di questo ibrido techno-garage si sente addirittura il suono della partenza di un aereo. Uno dei picchi più alti del lavoro è la doppietta a seguire: la quasi title-track Exterminator ha un andamento industrial e marziale, basso e batteria all’unisono tengono un ritmo pieno di groove, la chitarra e le tastiere giocano alternandosi con gli effetti, mentre il testo accusa (società e Sistema), un inneggiare velenoso alla rivolta civile, mentre Swastika Eyes è una lunga cavalcata techno perfetta per qualsiasi rave party. Ma chi crede sia un momento spensierato e buono solo per ballare si sbaglia, le invettive posso essere lanciate anche a questi livelli impazziti di bpm. Pills sorprende per l’andamento hip-hop e l’atmosfera tesa, e ancora di più lo fa lo strumentale Blood Money mettendo quasi totalmente da parte l’elettronica per inscenare una lunga jam con batteria, basso e sax tra il free jazz e il post rock (i Mogwai che suonano Miles Davis). Keep Your Dreams è la ballatona di turno, e rievoca il passato acido e psichedelico della band. Più si va avanti e si ascolta attentamente, più ci si accorge che la proposta musicale della band è un meltin’ pot sonoro allucinante di generi e atmosfere, dalla satirica Insect Royalty all’altro strumentale MBV Arkestra (If They Move Kill’Em), rivisitazione di un brano del precedente album Vanishing Point, aperta da flauto e percussioni molto esotiche che finisce in un baccanale dove il sax sembra quasi sfidare le chitarre nel ricreare un suono più acuto e cacofonico, con il magistrale cameo all'elettrica di Mr. Bloody Valentine Kevin Shields. Dopo una nuova Swastica Eyes, rimaneggiata dalle sapienti mani dei Chemical Brothers, abbiamo la conclusiva Shoot Speed/Kill Light con un ultimo ospite importante, il chitarrista Bernard Sumner dei Joy Division e New Order. La conclusione è decisamente meno dura e traumatica rispetto all’incipit iniziale, grazie a una melodia molto più orecchiabile.
Utima curiosità per un lavoro sperimentale e barricadero: l’album è stato inserito nella lista dei “50 Heaviest Albums of All Time”.
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