Sebastien Tellier
Sexuality
Che Sebastien Tellier fosse un artista eclettico era cosa nota: nella sua carriera ha affrontato con successo pop, lo-fi, elettronica e spesso anche all'interno dello stesso album. Il primo "L'incroyoble vérité" era stato da molti accomunato ai connazionali Air; "Politics" era invece un concept-album sul potere e la politica. Anche questo "Sexuality", come si evince già dal titolo, affronta nelle sue 11 tracce un solo tema, in tutte le sue sfaccettature: quello del sesso, senza risparimare nulla all'ascoltatore: vocals suadenti, mugolii, sospiri e così via.
C'è un nome da tener ben presente per comprendere il sound dell'opera: Guy-Manuel de Homem-Christo, meglio conosciuto come metà dei Daft Punk. C'è lui alla produzione dell'album: si può quasi immaginarlo mentre rispolvera i sintetizzatori più vintage della sua collezione privata per dare man forte all'amico Sebastien. Sembra che l'ossessione per le tastiere e le drum machine di fine anni '70 / inizio anni '80 che va tanto di moda di questi tempi abbia colpito anche Tellier; ed è curioso che l'intero disco presenti fortissime somiglianze con il recente singolo "Sensual Seduction" di Snoop Doggy Dog, pezzo che potrebbe tranquillamente apparire su questo Sexuality, che condivide con il brano citato l'atmosfera da film soft-core di trent'anni fa.
Tellier alterna inglese e francese, perfettamente a suo agio nel riproporre a distanza di anni lo stile e i temi di Serge Gainsbourg: eppure l'operazione non convince fino in fondo, e soprattutto non regge ascolti ripetuti. Da un lato ci sono le canzoni che più rimandano all'anima cantautorale dell'artista francese: il pop gommoso di "Divine", la già sentita "Elle" e la curiosa "Manty", con voce femminile ad accompagnare la melodia e il suo curioso "stupenda fantasià", in italiano accentato alla francese, nel testo. Buona anche "L'amour e la violence", ballata per voce e piano con un finale elettronico che non può non richiamare alla mente i Vangelis. "Pomme" vorrebbe essere la "Je t'aime, Moi non Plus" del XXI secolo, ma risulta invece piuttosto imbarazzante, con una melodia che richiama quelle che accompagnavano le "esibizioni" di Edwige Fenech sotto la doccia trenta anni or sono.
Un'altra metà dell'album invece è quasi una versione aggiornata (o meglio, ancora più retrò) delle sonorità già esplorate da de Homem-Christo in "Human After All": l'ipnotico synth-pop di "Kilometer" o l'iniziale "Roche", una lenta discesa nelle fantasie erotiche di Tellier. Proprio queste sono le composizioni che convincono di più; anche lo strumentale Kraftwerk-iano "Sexual Sportswear" - forse perchè privo dell'abituale corredo di mugolii femminili - è particolarmente convincente, così come l'elettronica new wave di "Fingers of Steel" e la malinconica "Look".
Intendiamoci: il travestimento funziona, e per quasi un'ora ci si trova catapultati in atmosfere d'epoca, a volte anche discretamente affascinanti: ma alla lunga subentra una certa noia e insofferenza, anche vista l'eccessiva omogeneità di tema che mostra tutti i suoi limiti dopo ascolti ripetuti, tanto che sarà difficile aver voglia di riascoltare il disco; ciò può essere dovuto anche alla qualità musicale dei singoli brani, non all'altezza delle precedenti opere di Tellier. Non resta quindi che aspettare le prossime opere dell'autore francese, perchè questo "Sexuality" non mette in mostra tutte le qualità del suo autore.
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