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R Recensione

8/10

St .Vincent

Strange Mercy

Nel favoloso mondo di Annie Clark gli opposti si attraggono e respingono in perpetuo reverse. Nei suoi riccioli scuri e occhioni svegli c’è tutta l’arguta sensibilità pop del moniker St.Vincent, la “one girl band” preferita da chi ama cozzare istinto arty e tocco avanguardista. E’ uno sfizioso progetto di “melodismo anomalo più suoni obliqui”, quello dell’ex-multistrumentista dei Polyphonic Spree, affine tanto al Bowie berlinese e electro-wave di “Scary Monsters” che a una Leslie Feist resettata con l’elettroshock. Volevate una nuova contessa scalza di-nero-vestita? Eccola. Può sussurrare languida che lei non sarà mai una “Cheerleader” e poi maledirvi con riff di lunatica elettricità (ha un arsenale di effetti pedal-board che nemmeno Tom Morello). Può farlo immergendo Tori Amos tra vampate di droni reznoriani, oppure mentre immagina le nuvole pastello di Brian Eno a immalinconire il prossimo Terry Gilliam.

La ragazza ci sa fare e non lascia indifferenti con il suo estroverso pot-pourri di contrasti e schizofrenie latenti in mosaici-canzone da 3-4 minuti, sempre sull’orlo di un’implosione cerebrale come tanti Randle McMurphy chiusi nello stanzino a discutere di neutrini e velocità della luce. Capitava con i pregevoli embrioni di baroque-pop mutante “Marry Me” e “Actor”, e capita ora alla terza prova strabordante e compiuta di “Strange Mercy”. Una “strana pietà” che ha il gusto beffardo del tranello: troppo furba e consapevole di sé la dolceamara Annie per simulare il mea-culpa da queste undici “stranezze” di gelido impressionismo alt-pop, troppo fessi noi che al primo schioppo sonoro della cinemascopica “Chloe In The Afternoon” (i Dirty Projectors al ralenty su sfondo disneyano) siamo già candidamente ipnotizzati.

A St.Vincent piace vincere facile con i suoi indie-clienti, li seduce e maltratta come l’omonimo casinò valdostano, spariglia le carte e ammicca truffaldina tra l’assolo astratto che spunta a tre quarti della fantasmagorica “Surgeon”, un dionisiaco Prince destrutturato, e le isteriche poliritmie di “Northern Lights” e, appunto, “Hysterical Strength”. Dissonanze che sommate alla voce di porcellana della pallida cantautrice-chitarrista, agli archi, sax nevrastenici, violini, bjorkismi digitali e vaporosi synth-mini moog fanno pensare a un ingordo musical gotico su “Il Mago Di Oz”. Produce col solito escapismo alternative l’ottimo John Congleton, perfetto nel bilanciare ai texani Elmwood Studio l’intricata ragnatela avant-rock dell’ancella di Tulsa, sirena impagabile quando gioca con i ritornelli wave del singolo “Cruel”, epidermica danza non-sense à la David Byrne, e fa la maliarda nelle sincopi in naftalina del post-soul “Dilettante”, una madame Eleanor Friedberger meno stressata.

In “Strange Mercy” la contundente musica di Miss Clark pare aver trovato un suo baricentro d’inquietudine uterina (vedi la bella art-cover di Tina Tyrell), un teso equilibrio che apre agli inediti slanci della Joan As Policewoman infine pacificata di “Year Of TheTiger” e dell’intima “Champagne Year”. Lodi alla ragazza quindi, col talento sulle spalle di chi, ripeto, ci sa fare. D’altra parte una che prende il nome dal Saint Vincent’s Catholic Medical Center in cui Dylan Thomas salutò questa terra ha una marcia in più, e raramente passa inosservata.

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Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 19 voti.
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Teo 8/10
creep 8/10
mavsi 9/10
REBBY 6,5/10

C Commenti

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stefabeca666 (ha votato 7 questo disco) alle 13:46 del 11 ottobre 2011 ha scritto:

Ho aspettato con ansia la recensione di questo disco.

Un buon disco, gran bella prova! Ha un sound così fresco e al contempo così vintage... un approccio alla musica così spontaneo e sanguigno. Il 2011, in musica, è donna.

REBBY (ha votato 6,5 questo disco) alle 15:32 del 11 ottobre 2011 ha scritto:

"Il 2011, in musica, è donna"

Questo devo ancora ascoltarlo. PJ Harvey, Austra, Feist, Joan as a police woman, Anna calvi e chi altro, Stefano?

rdegioann452 (ha votato 9 questo disco) alle 20:33 del 11 ottobre 2011 ha scritto:

non so perché ma mi piace da impazzire

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 20:54 del 11 ottobre 2011 ha scritto:

RE: non so perché ma mi piace da impazzire

non sei il solo ribadisco quanto detto (in modo più dettagliato) sul forum: annie clark porta a maturazione il suo percorso artistico, e lo fa con un disco articolato, esuberante, dalle molteplici anime. tra i dischi dell'anno.

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 21:21 del 11 ottobre 2011 ha scritto:

bellissimo!

la ragazza si conferma una fuoriclasse. riesce a scrivere brani che suonano al contempo sghembi e solenni. un po' Bacarach e un po' Fiery Furnaces. molto brava. autrice originale, buonissima interprete. diverse canzoni di questo album mi emozionano, oltre che intrigarmi. il che non è poco. ho da poco riscoperto anche l'esordio, validissimo. probabilmente devo cominciare a considerarla una delle migliori cantautrici partorite dagli anni '00. anzi, lo è sicuramente

Suicida (ha votato 7 questo disco) alle 8:25 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

I brani girano e sono intriganti ma hanno alle spalle una produzione molto solida. Ottimo disco comunque.

ozzy(d) (ha votato 6 questo disco) alle 14:19 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

caruccia ma anche un po' troppo soporifera, tra le donne 2011 a me "acchiappa" completamente solo la divina PJ.

TexasGin_82 (ha votato 6 questo disco) alle 16:48 del 14 ottobre 2011 ha scritto:

RE:

solo un po'? io mi sono calcolato una media di 4 sbadigli a canzone. neanche bossi sbadiglia tanto quando parla silvio. comunque c'è del buono...

bill_carson (ha votato 8 questo disco) alle 17:28 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

non mi è mai piaciuta tanto PJ

REBBY (ha votato 6,5 questo disco) alle 9:16 del 16 gennaio 2012 ha scritto:

Anch'io penso che Annie abbia talento, anche se il mio apprezzamento per questo album è più di testa che di pancia. Tra le "molteplici anime", di cui parlano giustamente Hiper e Daniele, forse una è a me indigesta (musica leggera americana 50/60?) o più probabilmente i cocktails proposti non sempre, per il mio gusto, sono bilanciati. Mah! In ogni caso Cheerleader l'adoro senza se e senza ma.