The Dykeenies
Nothing Means Everything
La Scozia, vedendosi invasa dallarrivo di giovani band pseudo indie/rock della vicina Inghilterra, affila i coltelli e non resta a guardare, pronta a sparare le sue migliori cartucce: prima con i Franz Ferdinand, poi con band quali The Fratellis , The View che riescono bene nellimpresa di attutire i colpi dellinvasione British.Ora è tempo di riproporsi con lultima novita di casa Glasgow: i Dykeenies, che si presentano con un primo album, questo Nothing Means Everything , che guarda oltre il mercato discografico Indie rock degli ultimi tempi concedendosi buoni spunti synth e (ovviamente) New Wave. Lalbum prodotto da Dave Eringa e Dimitri Tikovoi, gia al lavoro con Placebo e Goldfrapp, si apre con lenergica The Panic, uno dei pochi pezzi che segue la'inflazionata scia chitarristica e vocale di bands come Kaiser Chiefs e The Pigeon Detectives .
Gia Waiting for go è molto piu vicina ai The Killers, a dimostrazione di come la band voglia forse aprirsi al mercato statunitense, esponendosi anche con coraggiose e discrete ballads ,Stitches mette in luce lottimo stile vocale di Andrew Henderson, nei chorus sempre sostenuto dagli appoggi corali del resto della band. In Clean Up Your Eyes sono evidenti piccole aperture elettroniche che introducono le vivaci e ben lavorate melodie da potenziale singolo di successo. Stesso dicasi per Pick You Up, molto piu sperimentale ma trascinata da una grande ritmica sia vocale che strumentale, che introduce al meglio la splendida New Ideas: pezzo che sancirà sicuramente il successo anche radiofonico dei The Dykeenies , canzone dal sapore agro-dolce dal ritmo ballabile e contaminata da ottime liriche Indie/rock contornate da belle aperture al pop davvero incisive.
Things You Cannot See , consente al gruppo di sfoggiare una certa abilità anche alle tastiere e non mancano canzoni indie senza troppi fronzoli come Symptoms: la chiusura e affidata a brani dalle tonalità new wave che si alternano su basi elettroniche e ritmi serrati, come Lose Ourselves e il finale incantato di "Feels Like Sleep .
Un album di debutto che mette "sul piatto" unaltra band discreta, in grado di scrivere canzoni che sono semplici senza essere eccessivamente scontate , facendo forza sullottima elaborazione creativa e compositiva dei pezzi, guardando in egual modo all'impatto rafiofonico e alla qualità dei pezzi: in altre parole, questo Nothing Means Everything non avrà la stoffa del capolavoro, ma non dispiace comunque affatto.
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