Melt Banana
Bambis Dilemma
Ci hanno sempre detto che fare il rock è una cosa da uomini. Siamo sempre stati abituati a vedere suonare il rock e, successivamente, i suoi derivati più estremi, esclusivamente da uomini. Quando è sorto il movimento noise, i suoi massimi rappresentanti sono stati esclusivamente uomini. Bene: è tempo che questo predominio cessi di esistere, perché fare casino non è più una prerogativa maschile. O almeno, questo è quello che pensano i Melt Banana. In questo caso, larticolo determinativo maschile plurale è una piccola finezza, in quanto il gruppo è guidato dalla grande vocalist Yasuko Onuki che, da sola, fa più rumore di una decina di gruppi metal messi assieme, magari con unasfaltatrice scassata in sottofondo.
La loro è una carriera di tutto rispetto, iniziata nel 1992 a Tokio, quasi per gioco. Da allora, è stato un continuo prolificare di EP ed album veri e propri (fra i più riusciti, lo split realizzato con i Locust, Scratch On Stitch del 1996 e Cell-Scape del 2003, vere e proprie bombe sonore), fino ad arrivare a diventare il nome di punta del noise-core (un intruglio esplosivo di noise e hardcore metal).
Nel 2007, a due anni di distanza dallultimo 13 Hedgehogs, il gruppo del Sol Levante fa uscire il nuovo lavoro, Bambis Dilemma, diciotto nuove canzoni nel nome del pogo e del più sfrenato divertimento in stile rocknroll. Pezzi che, seppure divertenti, caciaroni e ballabili nonostante tutto il rumore prodotto denotano, compositivamente parlando, una nuova e insperata maturità, nonché una maggiore attenzione verso un suono più tecnico e severo, con drumming più precisi e solidi inserimenti di synth elettronici.
I brani del lavoro si muovono, chi più chi meno, tutti sullo stesso piano di potenza: come nella migliore tradizione del trio, non si registrano cadute sonore e stilistiche, grazie alla perfetta alchimia sussistente fra i membri della band e, se vogliamo dirla tutta, anche alla incosciente pazzia insita in ognuno di loro, che li spinge sempre al limite del decente (e dellaccettabile).
E così si parte a girare, in questa giostra allucinante che rappresenta Bambis Dilemma: lavvio è sicuramente scoppiettante, con il riff dal sapore punk che apre Spider Snipe, brano veloce, fluido e scattante che veleggia fra licenze metal (da notare il lavoro frenetico del lillipuziano Agata Ichirou) ed ispirazioni noise. O ancora la dinamica Blank Page Of The Blind, introdotta da un abbaiare furibondo, che diviene un pretesto per rovesciare sui timpani dellascoltatore una filastrocca nonsense, pesantemente debitrice del sintetizzatore, decisivo nel rendere il tutto più frenetico ed incisivo. Senza dimenticare un colpo di genio come Cat Brain Land che alterna un cantato portato allesasperazione con sospetti gorgoglii a 64 bit. Ma non mancano anche episodi più tranquilli e ragionati, che vanno a braccetto con le solite, intense sfuriate del gruppo: la lunga strumentale Type: Ecco System è un esempio. Sembra di assistere ad un personalissimo revival della wave anni 80: i riff cattivi e diretti sono supportati da un tappeto elettronico di loop antiquati e filtrati, accompagnati a loro volta da un persistente scampanellio. Sembra quasi una bonaria presa in giro, e la sensazione aumenta quando partono le note di The Call Of The Vogue. Quella che potrebbe essere una ballata in stile country-folk alla Decemberists (la chitarra acustica è praticamente identica) si distorce, dopo una manciata di secondi, in un vigoroso brano noise-core, dominato in lungo ed in largo dallugola micidiale di Mrs. Yasuko.
La reale potenza di questo disco si esprime però nel giro di cinque brevissime composizioni, che non superano mai il minuto: da T For Tone, assordante trasposizione noise di un classico videogioco di azione, alla simile Slide Down che ne appare quasi un completamento , per virare su Lock The Head, un frammento hardcore punk di straordinaria efficacia e di incredibile frenesia (fa un po effetto sentire una furibonda singer urlare a ripetizione Wake up, wake up, wake up!) e su One Drop, One Life, lennesimo assurdo nonsense, per poi finire con lelettronica balbettante, ancora una volta in stile nipponico, di In Store.
E i Melt Banana regalano ancora una volta delle perle, sia acusticamente che umoristicamente parlando: Dog Song, dove i tre si mettono letteralmente ad abbaiare e a latrare, dopo aver inscenato uningenua filastrocca infantileggiante, merita sicuramente il premio per linventiva. Si chiude alla grande, con una fra le più belle canzoni mai scritte dai giapponesi: Last Target On The Last Day sembra ambientata su una navicella spaziale, grazie ad un riuscitissimo contrasto fra atmosfere misteriosamente eteree ed una voce robotica, priva di emozione e profondità.
Ennesimo album, ennesimo centro: questa è la conclusione che calza a pennello a Bambis Dilemma. È la riconferma che i Melt Banana possono essere amati od odiati, ma sono indiscutibilmente fra le proposte più allettanti dellattuale scena musicale. Ancora una volta, il lavoro di squadra e che squadra! ha fatto la differenza: questo è un disco senza pretese, che forse può risultare fastidioso ai timpani di qualcuno ma solo a chi non ha seguito i dettami dei nipponici: cazzeggio & entertainment, with love. E pochi pensieri per la cervice.
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