V Video

R Recensione

7/10

Mew

No More Stories Are Told Today I'm Sorry They Washed Away No More Stories The World Is Grey I'm Sorry Let's Wash Away

Le lingue sono specchi fedeli delle culture che mettono in parola: questo è un dato di fatto. E se l’italiano non conosce un termine per ‘kitsch’, tanto da dover ricorrere al tedesco, un motivo ci sarà, e per trovarlo basterà pensare a certe tendenze vestiarie o gastronomiche dei popoli teutonici. I Mew sono danesi. Sono al quinto disco. E sguazzano nel kitsch, un po’ volontariamente un po’ per innata predisposizione formativa, che è cosa pericolosa assai, perché rischia di far perdere il senso del limite. Ma è dal 1997 che sfornano dischi notevoli, ormai saldi nei termini di un’originalità vistosa, ai limiti della pacchianeria, tanto da essersi auto-etichettati come una band di ‘pretentious art rock’ o addirittura come «the world’s only indie stadium band». Che, detto fra noi, sono definizioni molto calzanti, ma di cui non tutti andrebbero fieri. Qui sta la loro tipicità. Il loro geniale kitsch.

Emersi tra ’90 e ’00 durante un interessante exploit musicale danese (Saybia, The Raveonettes, Kashmir, Carpark North, che forse sono i più assimilabili al loro sound), i Mew sono riusciti a migliorarsi con gli anni e a diventare una sconosciuta band di richiamo internazionale. Ché il paradosso e l’antitesi sono nel loro DNA, visto come cercano di coniugare estetica mainstream e impianto indie, sonorità da arena e melodie svirgolate, easy-listening ruffiano e contorti inviluppi tecnici, ingenuità sognanti e complicazioni cerebrali, restando sempre nei confini del pop. Un pop, certo, sbilenco, che alcuni prefissano con prog-, altri con power-, altri ancora con dream-, a dare l’idea di un assetto musicale epico e solenne, complesso e ambizioso, in bilico tra la sperimentazione da laboratorio e l’inno interstellare, i Radiohead del secondo corso e il cattivo gusto dei Muse.

Ma loro sono i Mew. Che possono dare un titolo chilometrico, poesiola e formula magica, al loro nuovo disco; che possono spargere tre inutili riempitivi strumentali dando loro, invece che un titolo, una figura; che possono piazzare come prima traccia un magniloquente mantra space-pop (“New Terrain”) di impatto prepotente e di struttura diabolica. Il diavolo vero, dico, quello che abitava i dischi dei Beatles e dei Rolling Stones se ascoltati al contrario. E infatti se si ascolta al contrario “New Terrain” tenendo premuto il tasto rewind o risvoltando l’mp3 con qualche programmino smanettone, si può sentire “Nervous”, che è un’altra canzone, con un suo testo e una sua melodia, sorta di ghost-track a specchio. E se i Mew sono riusciti a scrivere una canzone retrograda, che funziona in entrambi i sensi, è perché sono genialmente kitsch, e magari pure nerd.

Rispetto alle campate scure di “And The Glass Handed Kites”, “No More Stories” scopre vie più luminose, persino ballabili (“Beach”, il synth-pop di “Tricks of the Trade”), spesso aperte dalla voce sognante, volentieri stravolta dagli effetti, di Jonas Bjerre (efficace nel dream-pop di “Silas The Magic Car”). “Hawai”, poi, è art-rock tropicale, tra marimba e chitarre emo, come se gli Arcade Fire di “Haiti” fossero fusi con gli Architecture In Helsinki di “Heart It Races” e con (uhm) i 30 Seconds To Mars.

Ma il versante ‘matematico’ dello strambo pop targato Mew piace di più, soprattutto in pezzi come “Introducing Palace Players”, dove lo slapping di basso e le tastiere distensive creano tensioni continue su cui la melodia cantata da Bjerre si incastra come su un quadro cubista, o come in “Cartoons And Macramé Wounds”, 7’21’’ di canzone che partono dalla fine, quando ritornello e strofa si sovrappongono e segnano lo zenit del pezzo, per riavvolgersi indietro in una tregua alla Duran Duran pomiciosi, e quindi, dopo un rigurgito di ritornello pomposissimo, in un’intro (che però è un’outro) di mugugnii sognanti. Struttura delirante, in- e per-vertita. “Sometimes Life Isn’t Easy”, poi, passa dal new romantic a un noise-pop dadaista con sax, per poi scoprire la dis-armonia attraverso una somma di furbe melodie, in uno zig-zag tra stili e generi a dir poco ubriacante.

Lo fanno strano, i Mew. Ancipiti, capaci di barattare inizi e fini, di invertire le direzioni, confondere studio e stadio, truccare l’indie, farsi Gioconda e mettersi i baffi da soli, trasformare le righe orizzontali in stelle fosforescenti. Suonare kitsch, ma bene.

V Voti

Voto degli utenti: 8,2/10 in media su 30 voti.
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4AS 8/10
Sor90 8/10
lev 7/10
mew 10/10
Emash 9/10
Tizio 8/10
REBBY 9/10
Renbourn 10/10
motek 9/10
Cas 9/10
Lepo 8,5/10
B-B-B 9/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 5 questo disco) alle 14:04 del primo settembre 2009 ha scritto:

Magari è un limite mio, ma non mi piace... lo trovo semplicemente noioso.

tarantula (ha votato 4 questo disco) alle 11:21 del 2 settembre 2009 ha scritto:

"Introducing Palace Players" è un gran pezzo (rovinato un pò dal cantato); forse anche meglio la seguente "Repeater Beater". Il resto è inascoltabile: non è certo il loro album pi riuscito!

jhonnysuede (ha votato 4 questo disco) alle 17:49 del 11 ottobre 2009 ha scritto:

unico pezzo decente "Introducing Palace Players",

il resto molto banale!

loson (ha votato 9 questo disco) alle 19:05 del 11 ottobre 2009 ha scritto:

Banale, come no... Banale ascoltare gli Yes alle prese con pezzi (e che pezzi...) dream-pop, aggiungerci striature math, controtempi impossibili, sfumature minimaliste alla Reich, richiami esotici ed electro... Sìsì, di una banalità assoluta. Ma mi facci il piacere, mi facci! ;D Questo disco è celestiale, angelico, intensamente poetico. Può essere il mio disco dell'anno, forse. Soprattutto, è praticamente impossibile coglierne tutte le sfumature dopo un ascolto o due (per me almeno ha funzionato così). QUESTO MONDO NON LI MERITA, I MEW. Bella recensione, Targ, ma non mi convince il voler ricondurre il gruppo esclusivamente alla dimensione kitsch, come fossero una burla. C'è una spiritualità latente e profonda in questo disco, magari espressa con naivetè e fare bambinesco - proprio come Jon Anderson sapeva fare nei suoi migliori album solisti - nondimeno pulsante. Non ho poi capito i riferimenti a gentaglia come Muse e 30 Seconds To Mars, ma ti perdono perchè siamo fratelli. Ciauz!

target, autore, alle 19:48 del 11 ottobre 2009 ha scritto:

Grande Los! Mi sentivo così solo tra tutte queste stroncature... I riferimenti a quella gentaglia vorrebbero dare un'idea dell'attitudine epica (appunto, da stadio) di molte sonorità dei Mew. Volevo suggerire (e l'ho fatto, forse, in modo un po' banalizzante), come il disco sia costruito con elementi tipici del pop (come dire) da classifica, ma riusati e scomposti in un lavoro di destrutturazione che, in sostanza, risvolta l'immaginario mainstream come un guanto, rifugiandosi in pieghe assolutamente non canoniche. Insomma, quelli sono punti di riferimento al contrario, visti (come nella traccia iniziale) per rovescio. Comunque, in effetti, johnnysuede: banale è proprio l'ultimo aggettivo che userei!

loson (ha votato 9 questo disco) alle 20:38 del 11 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

"Volevo suggerire come il disco sia costruito con elementi tipici del pop (come dire) da classifica, ma riusati e scomposti in un lavoro di destrutturazione che, in sostanza, risvolta l'immaginario mainstream come un guanto, rifugiandosi in pieghe assolutamente non canoniche." ---> Sìsì, il concetto è chiarissimo, l'hai espresso in modo ammirevole. E' che tirando in ballo nomi ad alto tasso d'intollerabilità il rischio è sempre quello di allontanare potenziali ascoltatori (una volta si sarebbe detto acquirenti... ) dal disco in questione. Cioè, uno legge "Muse" e pensa: "Oddio, sarà la solita poltiglia chitarrosa & epica post-radiohead", quando la realtà è assai diversa e ben più complessa (come poi hai rilevato anche tu nella recensione). Niente, bro, era solo una piccolezza estrapolata per fare due chiacchiere. Te ne dico un'altra: dovevi dargli almeno 8, porcaccia miseria! ;DDDD

target, autore, alle 23:17 del 11 ottobre 2009 ha scritto:

Eh, ero tentato dall'8 ma alla fine mi devo essere fatto distrarre dal mio superego sparagnino! Dimmi, Los: i Mew hanno scalzato Wolf dalla cima delle tue preferenze 2009? Dimmi di sì! Mi rifaccio, comunque, dell'involontaria antipubblicità fatta al disco postando qui il link al video (nuovo e inquietante) di "Repeaterbeater":

loson (ha votato 9 questo disco) alle 11:46 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

Guarda, sono sulla buona strada per scalzare anche Wolf, e ho detto tutto. Sconvolgente il video, anche se il finale poteva essere migliorato con qualche bel colpo di scena, non trovi? Cmq speriamo che l'ìpnosi non abbia causato loro troppi danni psicologici, perchè li voglio belli in forma per i live: Ma che razza di grandiosa live band sono? ;D

target, autore, alle 12:27 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Sì, nel video c'è una tensione che poi un po' si smonta. Dal vivo, invece, sono fenomenali. E ovviamente non verranno in italia...

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 16:19 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Vabbè mi avete convinto (ma solo perchè ho appena

ascoltato qualcosa su Youtube eheh) o tarloschi figuri ...

Krautrick (ha votato 10 questo disco) alle 16:28 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Guarda, sono sulla buona strada per scalzare anche Wolf, e ho detto tutto. <---- O_________________________________________________________________O l'ultimo ostacolo per il nostro matrimonio è crollato! Voliamo in Spagna! ;DDDDDD

simone coacci alle 16:39 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

Insomma siete un associazione a delinquere. Volete farmi ascoltare a tutti i costi 'sta roba che non volevo ascoltare. Se fa più schifo di Wolf vi aspetto sotto casa con Mike Tyson come autista. ghghghgh

loson (ha votato 9 questo disco) alle 17:12 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE: RE:

Se fa più schifo di Wolf vi aspetto sotto casa con Mike Tyson come autista. ghghghgh ---> Ahah. No problem, io porto con me Daniele Capezzone, così so già che non riuscirai a resistere e menerai lui, com'è sacrosanto! ;DDDDD

simone coacci alle 17:17 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE: RE: RE:

No, invece, oh, è proprio bellino. Almeno musicalmente. Leggiadro, esotico, fantasioso. Non gli darei 5 stelle nemmeno sotto tortura. Ma è davvero meglio dell'ultimo Wolf. Decisamente.

simone coacci alle 17:26 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE: RE: RE:

No tu porta Mourinho e Materazzi. Io mi prendo Josè, l'infamatore di madri e sorelle innocenti lo lascio a Mike. Così si sgranchisce le nocche. ihihih

loson (ha votato 9 questo disco) alle 17:07 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

l'ultimo ostacolo per il nostro matrimonio è crollato! Voliamo in Spagna! ;DDDDDD ---> Ammmoreee! ;D Addirittura 5 stelle, bravo! No, davvero: potrebbe farmi mettere in secondo piano il Patrick, 'sto disco. Ogni nuovo ascolto è una gioia assoluta...

Krautrick (ha votato 10 questo disco) alle 17:01 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Tyson è più finito e patetico dei Guns N Roses, non mi fa paura! ;D

Krautrick (ha votato 10 questo disco) alle 17:18 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Eh, te lo dicevo che ad un iniziale sbigottimento segue un amore sempre crescente...è troppo complesso per essere assimilato subito, ma curiosamente allo stesso tempo è melodicamente diretto e "catchy"

loson (ha votato 9 questo disco) alle 17:27 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

"Eh, te lo dicevo che ad un iniziale sbigottimento segue un amore sempre crescente..." ---> Già, avevi ragione. A me poi piaceva già eh, solo digerivo male la seconda parte, che inizialmente giudicavo un pò pesante. E invece... Andando avanti si scopre anche laggiù una varietà di spunti infinitesimali. "Tricks Of The Trade" è quasi "troppo", per l'orecchio umano. ;DDDDD

Krautrick (ha votato 10 questo disco) alle 17:19 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Ah, ovviamente ho dato 5 stelle per dire che secondo me è un capolavoro, non certo perchè lo ritengo da 10 (voto che non ho mai dato e mai darò)

simone coacci alle 17:21 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

Si infatti, secondo la nuova scala di valutazione da me proposta, 9 dovrebbe essere capolavoro. 10 patrimonio dell'umanità.

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 17:23 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Tyson autista?

Mike non ha la patente e non sa guidare (lui ha

sempre avuto l'autista d'altra parte), quindi son

tutti ca..i tuoi Simone, così impari a disprezzare

Wolf (eheh)

target, autore, alle 18:57 del 12 ottobre 2009 ha scritto:

Marò, uno si assenta un pomeriggio e guarda che roba: un disco che fino a tre giorni fa era in preda soltanto alle stroncature è diventato un must-have! Sono contento, giudizio coacciano incluso, ma con lui continuo a ritenere che manchi qualcosa al capolavoro. Tornando al concetto di kitsch con cui apro la recensione, Los, sai ormai come io abbia verso quel concetto una predisposizione a corrente alternata ma come non lo ritenga affatto un elemento negativo: qui il kitsch lo vedo per il crossover ubriacante di spunti e generi compresenti (dream, prog, math, power, epic: praticamente qualsiasi prefisso può calzare a un passaggio del disco) e soprattutto per i riusi di sonorità 'mainstream' e 'popular' piazzate fuori contesto (che è poi l'essenza del kitsch). Non è una burla, anche se alcune aperture più ruffiane ("Vaccine", alcuni stralci di "Sometimes life...") non mi garbano, perché superano alle mie orecchie quel senso di limite di cui parlo all'inizio. Ma è chiaramente una reazione soggettiva.

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 10:38 del 26 ottobre 2009 ha scritto:

Davvero bravi sti danesi. Hanno confezionato un

album di musica pop ricco di soluzioni armoniche

raffinate ed assolutamente non banali. La prima

parte dell'opera è da incorniciare. A mio giudizio

una selezione più accurata dei brani (una loro

riduzione quindi) avrebbe giovato. D'altra parte

questo è un "difetto" tipico delle proposte

contemporanee. Probabile che le dimensioni

"grandi" del cd rispetto al vinile finiscano per

nuocere spesso per nuocere. E' già dura mettere

in fila tracklist di 35/40 minuti senza (o con

pochi) "punti deboli" ... Numerosi i riferimenti,

come già messo in evidenza dai tarloschi figuri

(eheh).Io ne aggiungo uno che sento forte e chiaro

(specie in Silas the magic car): Sufjan Stevens

del mitico Illinois.

4AS (ha votato 8 questo disco) alle 13:33 del 27 ottobre 2009 ha scritto:

Uno dei migliori del 2009. Alcuni episodi sono davvero straordinari (come "Silas The Magic Car","Introducing Palace Players", "Tricks Of The Trade")e il disco si mantiene sempre su livelli più che buoni. L'eccessiva "pomposità" di alcuni passaggi potrebbe inizialmente appesantire l'ascolto (come era stato per "canopy glow" degli "anathallo", capolavoro del 2008 passato quasi inosservato...)ma vale la pena insistere.

Sor90 (ha votato 8 questo disco) alle 16:08 del 27 ottobre 2009 ha scritto:

Ringrazio Target per la segnalazione quasi un mesetto fa; in questi giorni sono riuscito ad ascoltare il disco intero cn calma (mentre avevo già precedentemente divorato alcune canzoni come "Introducing Palace Players" e "Repeater Beater").

Che dire, davvero bravi, ogni controtempo, ogni ricamo arzigogolato di chitarra è una delizia, riescono a coniugare ognuna delle numerose componenti sonore in maniera eccezionale, alternando passaggi pop sempre diversi e curati a atmosfere sognanti ed eteree per nulla noiose o banali, mantenendosi su livelli ottimi per tutto il disco. Solo "Sometime life..." non mi piace molto... P.S. io il video di "Repeater Beater nn l'ho capito :-$ ma forse ero troppo preso dalla canzone

sambamark (ha votato 9 questo disco) alle 16:48 del 27 ottobre 2009 ha scritto:

Che meraviglia di album :_)

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 16:20 del 28 ottobre 2009 ha scritto:

da utente a utente eh

Si un bell'album, sambamark, ma occhio che qui chi

"gioca sporco" viene bannato (ma che t'ha fatto

Mulatu eheh)

fabfabfab (ha votato 5 questo disco) alle 16:38 del 28 ottobre 2009 ha scritto:

RE: da utente a utente eh

ogni tanto salta fuori un fenomeno ....

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 17:53 del 28 ottobre 2009 ha scritto:

Uno sfavillante, radioso e splendente arcobaleno di sonorità, propensioni stilistiche, umori e sensazioni. Un'opea cangiante, nella quale convivono in equilibrio fra esse, impressioni di magniloquenza, ampollosità stilistica e di trionfale enfasi, ma anche sensazioni intime, malinconiche ed insicure. Uno degli elementi distintivi di quest'opera, è l'incessante inclinazione di sperimentare, mettere alla prova sè stessi, emancipandosi da qualsiasi canone e/o precetto stilistico, con la possibilità di incentivare la creatività, l'estro, e l'inventiva artistica. Nell'echeggiante e ansiosa ''New Terrain'', si assiste ad una ricorrente altalena, tra turbini shoegazing e carezze dream-pop. La geometria math-rock di ''Introducing Palace Players'', sorretta da una struttura prog squadrata e spigolosa, viene accolta e metabolizzata spendidamente da una linea melodica soave e meravigliosamente (indie) ''pop''. L'easy-listening immediato e accattivante di ''Beach'', piacevolissimo acquarello elettro-pop spaccaclassifiche, lungi dall'essere scontato e vuoto. L'hard-rock interstellare di '''Repeater Beater'', sospeso fra il primo ''Intermezzo'' e l'incantesimo dream-pop-rock di ''Silasthe Magic Car''. Il passionale neo-prog orchestrale di ''Cartoons and Macrame Wounds'', illuminato a tratti da barlumi dreamy. L'innocente ed impalpabile ''A Dream'', annuncia la straordinaria ''Hawaii'', trionfo mewiano, frutto dell'incontro tra tante e diverse suggestioni artistiche, ovvero; dal tintinnante e corale chamber-pop, alle frastagliate e ingarbugliate partiture art-prog-rock, attorcigliate da mulinelli dreamy fluttuanti e brevi raffiche noise-pop. L'imprinting degli eighties prende prepotentemente più forma, con la vigorosa ''Vaccine'' di chiare genealogie new wave, con l'inebriante synth-pop di ''Tricks'', ma soprattutto con l'epica e coinvolgente ''Sometimes Life Isn't Easy'', un gioiello per arrangiamento e gusto melodico, ed infinela conclusiva, tetra e nostalgica ''Reprise'', a chiudere il (meraviglioso) cerchio. Al momento, il disco dell'anno! voto: 8.5

loson (ha votato 9 questo disco) alle 19:44 del 28 ottobre 2009 ha scritto:

RE:

E anche Mr. Wave piazza 4 stelle... bravo! Chi manca ancora? Venghino signori, venghino! ;D

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 23:03 del 28 ottobre 2009 ha scritto:

RE: RE:

Ebbene sì Loson, 4 diamanti meritati per quest'opera d'altissimo livello, rara di questi tempi, per classe e compattezza. ''The Bachelor'' di Wolf e ''No More Stories...'' dei Mew, sono al momento le opere-simbolo dell'anno in corso. Staremo a vedere

lev (ha votato 7 questo disco) alle 20:37 del 28 ottobre 2009 ha scritto:

anche a me piace, ma sono incerto sul voto. ci sono delle gran belle canzoni, però secondo me si affloscia un pò nella parte centrale. comunque meglio che gli do un altro paio di ascolti.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 16:43 del 29 ottobre 2009 ha scritto:

nota: La bruttezza dei loro artworks è inversamente proporzionale allo splendore e al fascino della loro ricetta musicale.

lev (ha votato 7 questo disco) alle 22:52 del 30 ottobre 2009 ha scritto:

ebbene si, questo è proprio un bel dischello, ed anche la parte che ai primi ascolti mi sembrava cedesse un pò resiste più che bene. è proprio vero che è un disco che necessita di diversi ascolti per essere compreso bene. anzi, probabilmente più l'ascolterò e più riuscirò a cogliere nuove sfumature, che potrebbero anche farmi alzare il voto. per adesso però un bel 7 mi sembra più che sufficente. vetta assoluta del disco "introducing palace players", bellissima e geniale.

mew (ha votato 10 questo disco) alle 3:58 del 4 novembre 2009 ha scritto:

Diufà

Il miglior disco del 2009, ascolti quasi obbligatori mese dopo mese. Ma io lo aspettavo da più di tre anni dato che ho letteralmente divorato i precedenti 'Frengers' e 'And the glass handed kites'. Niente di simile a loro, piacciano o no. Il meglio!

Emash (ha votato 9 questo disco) alle 22:48 del 10 novembre 2009 ha scritto:

Approvo quanto scritto e rilancio di cuore di un'altra stelletta bella piena. Questo disco è una meraviglia.

Alessandro Pascale alle 16:33 del 20 novembre 2009 ha scritto:

i primi ascolti (confesso un pò distratti) mi avevano lasciato un pò indifferente. Ora lo sto riascoltando dopo aver letto la recensione e sto cogliendo particolari molto nuovi e interessanti. Urge ascolto più approfondito, anche se così ad occhio e croce mi sembra che ci sia una voluta e continua discontinuità di fondo che non mi garba proprio tantissimo.

Utente non più registrato alle 13:22 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

Uno dei migliori dell'anno. Non il primo ma il terzo

Emash (ha votato 9 questo disco) alle 14:27 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

RE: Uno dei migliori dell'anno. Non il primo ma il terzo

eh, io ho osato il primo posto..! componente soggettiva mi rendo conto molto forte, ma le basi oggettive per piazzarlo tra i primi cinque c'erano, e personalmente mi ha fatto un effetto devastante. poi è un disco molto particolare, può stregare ma può anche irritare: non mi aspettavo quindi finisse in top five, ma sarebbe stato bello.

4AS (ha votato 8 questo disco) alle 15:19 del 27 gennaio 2010 ha scritto:

Il disco è cresciuto tantissimo con gli ascolti,se potessi lo rivoterei e gli metterei 5 stelle. Disco dell'anno.

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 14:03 del 7 marzo 2010 ha scritto:

riascoltandolo dopo parecchi mesi, ho da supporre che questo "no more stories..." terrà alla grande la prova del tempo. non v'era da dubitarne, fin dall'inizio: il fatto è, che un prodotto di questo tipo(pop, sì, ma smaccatamente contaminato, o meglio avvelenato, da più generi; dallo shoegaze al dream pop, dall'art-rock all'indie rock e alla new wave) non è esattamente "metabolizzabile" all'istante. il genio è esplicitato analizzando la maggior parte degli arrangiamenti: tribalismi percussionistici si incastrano meravigliosamente con melodie complesse, dove l'accavallamento di sonorità elettroniche e pianistiche armonizza a meraviglia la struttura di molte composizioni. escludendo gli intermezzi, non c'è un brano davvero debole (introducing palace players, new terrain, cartoons and macremé wounds, hawaii le mie preferite).

i mew hanno creato un trampolino di lancio per lunghi e piacevoli sogni sospesi nell'etere.

Tizio (ha votato 8 questo disco) alle 19:34 del 29 aprile 2010 ha scritto:

Scoperto tardi; ma davvero bello e sorprendente. Avrebbe potuto essere tra i più belli dell'anno se non fosse per "Cartoons" canzone davvero pessima.

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 19:47 del 29 aprile 2010 ha scritto:

E' sembre bellissimo leggere i commenti più diversi della gente... entusiastici alcuni, indifferenti altri, annoiati altri ancora. Ok, mi prendo un paio di minuti di banalità: che-bella-cosa-la-musica.

E che bella cosa questo disco; grandiosa recensione, bravo Francesco!

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 12:45 del 25 settembre 2010 ha scritto:

Ma come? non li avevo ancora votati? Uno dei più belli dello scorso anno. Divertente, estroso, semplicemente complesso... Insomma, davvero bello!

Cas (ha votato 9 questo disco) alle 12:11 del 3 settembre 2014 ha scritto:

Questo disco è una roba pazzesca. Tra i lavori più creativi e mirabolanti degli ultimi anni. Tra l'altro qui ci sento i prodromi di realtà altrettanto spaventose -e di successo- come Everything Everything e alt-J

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 18:57 del 7 luglio 2015 ha scritto:

Targ hai notato che un certo Leon Benz su Sentireascoltare ha letteralmente "saccheggiato" l'intro che hai scritto qui sopra per la sua rece di + - (o sei tu sotto mentite spoglie eheh)?

"...hanno sempre pubblicato dischi degni di nota e sono saldi nei termini di un'originalità appariscente, se vogliamo vistosa, tanto da essersi auto etichettati (con una certa ironia) come una band di art rock pretenzioso o addirittura (secondo le parole del chitarrista Bo Madesen) l'unica band indie da stadio al mondo. Detto tra noi, sono definizioni che funzionano e calzano, ma di cui non tutti andrebbero fieri. Ma è proprio qui che sta il genio dei Mew: il loro modo kitsch ..."

target, autore, alle 23:31 del 7 luglio 2015 ha scritto:

Grande Rebby, occhi di lince migliori di quelli di Dr. Paul! Non avevo visto, e ovviamente Leon Benz non sono io: sceglierei, nel caso, uno pseudonimo meno tremendo. A scuola gli avrei dato 3, qua mi basterà farmi una risata...