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R Recensione

8/10

Lucio Battisti

Umanamente Uomo: Il Sogno

Tempo fa mi è capitato di leggere su un quotidiano che stimo (ma ammetto di aver vacillato, sul momento) che Battisti, di fatto, è esistito solo con Mogol. Un brivido di terrore mi ha percorso la schiena, e vi giuro che la sera, prima di addormentarmi, lo stomaco ancora farfugliava. Una bestialità assoluta, scovata per di più sulla pagina culturale (ma forse dovrei mettere le virgolette) di un giornale importante.

È da un bel po' che la cosa mi rode.

Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo. Quindi eccola: il merito della grandezza di Lucio (indovinate un po') è quasi tutto di Lucio.

È lui ad aver reso più grandi prima Mogol e poi Pasquale Panella.

Entrambi parolieri validissmi, pur nella loro enorme diversità, senza dubbio. Ma che senza il supporto del genio di Poggio Bustone non hanno proprio sempre regalato perle indimenticabili, arrivando in determinate occasioni a toccare veramente il fondo: “Essere una donna” di Anna Tatangelo può ferirti come una spada (e l'ha scritta Mogol), e pure l'ermetico avanguardista partenopeo non è esente da brutture (il pur simpatico Minghi non vale un'unghia di Lucio, per quanto mi riguarda, eppure suoi testi sono in larga misura opera del poeta).

Forse che il segreto stia, allora, nella superiore capacità di Lucio di ricavare il meglio dai suoi collaboratori, di sublimare le loro intuizioni?

Un esempio? “Umanamente Uomo: Il Sogno” è un disco immortale della fase Mogol, pubblicato quando il duo viaggia a pieno regime (e vende come nessuno, nel 1972), ma il merito è quasi tutto della grandiosità di Lucio, del suo genio in pieno fermento, del suo proverbiale coraggio “visionario”.

L'artista volteggia ad altezze siderali e carica di pathos e intensità le liriche – certo belle – ma comunque a tratti piuttosto “normali” del fido scudiero: pensare che il segreto di un disco tanto bello stia in Mogol è veramente fuorviante e riduttivo.

E Penso A Te” è un pezzo sin troppo celebre, che meriterebbe fiumi di inchiostro: io mi limito a dire che le liriche, certo ben strutturate e interessanti, diventano un capolavoro assoluto soltanto perché le interpreta Battisti.

Che pare vivere i suoi pezzi, più che limitarsi a cantarli. Lui è il protagonista, lontano dall'amata ma incapace di dimenticarla. Non fa che pensare a lei, e tutto sembra vero, autentico, un nodo nello stomaco. La voce stremata e quasi “afona” di Lucio possiede un potere magico, che risulta persino difficile descrivere. Un potere che però è tutto, perché la forza della canzone si nasconde tutta dentro le vibrazioni delle sue corde vocali (per inciso, si tratta di un brano che non esito ad inserire nella mia personale, ipotetica top ten dell'autore).

Il pezzo che dà il titolo al disco è un morbido folk strumentale impreziosito da carezze orchestrali, che non ha bisogno delle parole per inchiodarci alla sedia. “Comunque Bella”, con qualsiasi altro artista al microfono, potrebbe suonare come un pezzo degno dell'Ariston. Invece è elegante e insieme poderoso, sfibrato ma anche luminoso.

I Giardini Di Marzo” è un altro pezzo di storia della canzone italiana, quasi il suo David di Michelangelo. Cupa, ripiegata dentro le paure più oscure dell'animo umano, è anche un inno alla forza dirompente dell'amore sul quale non mi dilungo, lo conosciamo tutti a memoria (e questo è quasi ingiusto: si finisce per considerare banale qualcosa che invece è divino).

Umanamente Uomo: Il Sogno” è un lavoro importante perché segna forse la prima, vera rottura rispetto al Battisti degli esordi (fatta in parte eccezione per “Amore E Non Amore” dell'anno precedente). E non è un caso che si tratti del primo disco pubblicato per la Numero Uno, dopo gli anni con la Ricordi: Lucio vuole sentirsi libero e comincia a fare terra bruciata intorno a sé, anche se non mancheranno negli anni a venire successi da copertina (ma da questo punto di vista il meglio è già alle spalle).

Sognando E Risognando”, in tal senso, è indiziaria: è un pezzo articolato e imprevedibile, che sprigiona idee ed energie di matrice quasi progressive (seguendo le intuizioni de “I Giardini Di Marzo”, in tal senso), pur senza dimenticare le radici pop.

Nessun dubbio, quindi: il futuro di “Questo Inferno Rosa” e de “Gli Uomini Celesti” è davvero alle porte.

E del resto, il progressivo, costante inasprimento dei rapporti con i media (che si fanno burrascosi proprio nel 1972) è una nube oscura che già lascia presagire strappi violenti.

V Voti

Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 18 voti.
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rubiset 8,5/10
Toribus 10/10
B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10
Me3cury 9,5/10
Vito 6,5/10

C Commenti

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benoitbrisefer (ha votato 8,5 questo disco) alle 16:20 del 25 marzo 2013 ha scritto:

Che dire (tanto per parafrasare il ct della nazionale azzurra di ciclismo)? Condivisione totale della recensione e un mezzo punto in più perché I Giardini di marzo è semplicemente la più bella canzone che il pop italiano abbia prodotto....

Totalblamblam (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:26 del 25 marzo 2013 ha scritto:

il fuoco! julian una menzione la meritava è un pezzo krauto fuori di testa bellissimo che richiama anche la copertina

FrancescoB, autore, alle 10:39 del 6 aprile 2013 ha scritto:

Non hai tutti i torti Stoke, ho preferito parlare dei pezzi che sento più "miei", ma "Il Fuoco" rimane una gemma.

zagor alle 21:05 del 25 marzo 2013 ha scritto:

de " i giardini di marzo" su the wire scrissero che se fosse uscita a nome Scott Walker sarebbe stata considerata un capolavoro.

Franz Bungaro alle 16:32 del 28 marzo 2013 ha scritto:

Sarò schietto. A me Battisti non è mai piaciuto. E questo a prescindere dal fatto che immediatamente lo associo alle raccolte di TV Sorrisi e Canzoni, alle sconfinate edizioni da Autogrill, alle innumerevoli trasmissioni della TV generalista che praticamente ogni giorno ne parla, ai falò in spiaggia dove a strillare le sue canzoni c'erano pure i teli mare e quando poi proponevi di cantare i Radiohead, eri tu da solo, solito sfigato, a suonare e cantare, ...non mi piace a prescindere da tutto ciò, e neanche perchè c'è chi sostiene (non io) sia stato il cantautore della destra italiana. Non mi è mai piaciuta troppo la sua voce, non mi piace sentire "il carretto passava e quell'uomo gridava: "gelati"", non lo trovo musicalmente accettabile, non mi piace la sua musica e la sua vena oltremodo triste anche quando la canzone è allegra. Insomma, non ho mai avuto e credo mai avrò un album di Battisti a casa o nel mio Ipod. In questo confermo la mia odiosa insofferenza per questo paese e per quello che la stragrande maggioranza del mio paese ama. E' una cosa che dico con dispiacere, perchè mi piacerebbe unirmi al coro, ma proprio non ci riesco. Che palle!!!

salvatore alle 17:33 del 28 marzo 2013 ha scritto:

"...perchè mi piacerebbe unirmi al coro" -------- No che non ti piacerebbe, Franz, o, per lo meno, non si direbbe

Ti conosco pochissimo, ma - ad occhio e croce - potresti essere, in assoluto, la persona più distante da me. E pensare che siamo entrambi pugliesi...

Pensa che quando ero un giovincello e con i miei amici cantavamo i Radiohead, c'era una mia amica "sfigata" che voleva cantare i Current 93, ma nessuno se li filava e lei si sentiva sola. Un'altra volta, invece, marinammo la scuola in 5: 4 alternativi (lo confesso, con un pizzico di vergogna: a quei tempi mi sentivo alternativo e - peggio - credevo che il termine "alternativo" avesse un senso) e una "come tanti". Fu lei in quell'occasione a sentirsi sola e poco intelligente e inadatta alla situazione. Una setta di 5000 persone può fare, indubbiamente, più danni di una di 50, ma la sostanza è la stessa...

Un altro ricordo: quando ero un bambino - andiamo ancora più indietro - i viaggi con i miei per raggiungere la meta delle vacanze erano interminabili, così ci fermavamo all'autogrill e compravo con mia madre - è lei che me lo ha fatto conoscere - musicassette di Battisti. Era bellissimo!

Privarsi del piacere di commuoversi sulle canzoni di Battisti, però, è un gran peccato. Ed è, tra l'altro, una cosa che solo a noi italiani è concessa

Franz Bungaro alle 20:30 del 28 marzo 2013 ha scritto:

e tu, pugliese, facevi viaggi interminabili per raggiungere la meta delle vacanze?Con le spiagge che c'abbiamo? Allora ti meriti di piangere con Battisti!!!)) scherzo eh, mi raccomando!

salvatore alle 10:04 del 29 marzo 2013 ha scritto:

Beh, su questo non posso che darti ragione... Ma spesso le vie delle vacanze sono infinite...

Toribus (ha votato 10 questo disco) alle 10:00 del 23 giugno 2014 ha scritto:

La pensavo come te, qualche tempo fa. Soltanto che avevo all'incirca 15 anni. Altra differenze riguardano il fatto che i miei pregiudizi riguardavano il primo Battisti, quello della Ricordi, che consideravo (a 15 anni) troppo orecchiabile e, soprattutto il fatto che, presumo, ho qualche anno più di te. In definitiva, ho seguito tutta la carriera di Battisti, ricredendomi più volte su di lui; è da decenni l'autore italiano che preferisco di gran lunga; nel frattempo i questi decenni ho ascoltato artisti a cui i Redhead non sono degni neanche di pulire le scarpe. Schiettamente parlando.

Toribus (ha votato 10 questo disco) alle 10:01 del 23 giugno 2014 ha scritto:

La pensavo come te, qualche tempo fa. Soltanto che avevo all'incirca 15 anni. Altra differenze riguardano il fatto che i miei pregiudizi riguardavano il primo Battisti, quello della Ricordi, che consideravo (a 15 anni) troppo orecchiabile e, soprattutto il fatto che, presumo, ho qualche anno più di te. In definitiva, ho seguito tutta la carriera di Battisti, ricredendomi più volte su di lui; è da decenni l'autore italiano che preferisco di gran lunga; nel frattempo i questi decenni ho ascoltato artisti a cui i Redhead non sono degni neanche di pulire le scarpe. Schiettamente parlando.

Toribus (ha votato 10 questo disco) alle 10:01 del 23 giugno 2014 ha scritto:

La pensavo come te, qualche tempo fa. Soltanto che avevo all'incirca 15 anni. Altra differenze riguardano il fatto che i miei pregiudizi riguardavano il primo Battisti, quello della Ricordi, che consideravo (a 15 anni) troppo orecchiabile e, soprattutto il fatto che, presumo, ho qualche anno più di te. In definitiva, ho seguito tutta la carriera di Battisti, ricredendomi più volte su di lui; è da decenni l'autore italiano che preferisco di gran lunga; nel frattempo i questi decenni ho ascoltato artisti a cui i Redhead non sono degni neanche di pulire le scarpe. Schiettamente parlando.

Toribus (ha votato 10 questo disco) alle 10:01 del 23 giugno 2014 ha scritto:

La pensavo come te, qualche tempo fa. Soltanto che avevo all'incirca 15 anni. Altra differenze riguardano il fatto che i miei pregiudizi riguardavano il primo Battisti, quello della Ricordi, che consideravo (a 15 anni) troppo orecchiabile e, soprattutto il fatto che, presumo, ho qualche anno più di te. In definitiva, ho seguito tutta la carriera di Battisti, ricredendomi più volte su di lui; è da decenni l'autore italiano che preferisco di gran lunga; nel frattempo i questi decenni ho ascoltato artisti a cui i Redhead non sono degni neanche di pulire le scarpe. Schiettamente parlando.

Toribus (ha votato 10 questo disco) alle 10:01 del 23 giugno 2014 ha scritto:

La pensavo come te, qualche tempo fa. Soltanto che avevo all'incirca 15 anni. Altra differenze riguardano il fatto che i miei pregiudizi riguardavano il primo Battisti, quello della Ricordi, che consideravo (a 15 anni) troppo orecchiabile e, soprattutto il fatto che, presumo, ho qualche anno più di te. In definitiva, ho seguito tutta la carriera di Battisti, ricredendomi più volte su di lui; è da decenni l'autore italiano che preferisco di gran lunga; nel frattempo i questi decenni ho ascoltato artisti a cui i Redhead non sono degni neanche di pulire le scarpe. Schiettamente parlando.

dolcesogno (ha votato 10 questo disco) alle 1:29 del 31 luglio 2014 ha scritto:

Mio caro Franz, se Lucio non ti va, nessuno ti obbliga di ascoltarlo, ma almeno abbi il buon senso di non criticarlo!

Battisti è unico, chi lo conosce veramente sa quanto vale...

FrancescoB, autore, alle 9:30 del 29 marzo 2013 ha scritto:

Franz, naturalmente rispetto la tua opinione e posso anche comprenderne le ragioni di fondo. Però ecco, secondo me è un errore valutare un artista in base al seguito: conosco gente che sminuisce gigani come De Andrè perchè "piacciono ai sinistroidi" o "ai centri sociali", quasi che fosse una buona ragione. Secondo me Lucio è anni luce sopra la media della canzone italiana sanremese, al di là del suo successo fra il grande pubblico (ma allora dovremmo sminuire Beatles, Bob Dylan e chissà quanti altri). Considera poi che le canzoni da falò e chitarra in mano sono sempre quelle, una decina, mentre da sempre si snobba e svaluta non solo tutto ciò che è venuto da "E già" in poi (e quindi quasi metà della carriera di Lucio), ma anche molte fra le realtà emerse prima: da "Anima Latina" fino ad alcuni grandissimi pezzi sparsi qua e là. Mai sentito nessun falò con "Questo inferno rosa", "Una", "Le allettanti promesse".

Insomma Lucio è stato enorme a nobilitare la canzone più popolare, vissuta sempre in modo estremamente personale peraltro, ma è andato anche molto, molto oltre. Ad un certo punto si è creato un mondo suo e non l'ha più visto nessuno, è stato controcorrente e coraggioso come pochissimi altri.

Franz Bungaro alle 9:51 del 29 marzo 2013 ha scritto:

Ma sicuramente Julian, ho specificato infatti che lui non mi piace non per tutti i motivi da me elencati e che avrebbero potuto influenzare il mio giudizio negativo (cose che ha semmai hanno contribuito ad alimentare il mio disinteresse verso di lui) . Invece Battisti, come Guccini ad esempio, non mi piace proprio da un punto di vista musicale. Dei cantautori italiani, oltre De Andrè, Gaetano, Dalla, De Gregori, Tenco e Ciampi, proprio non riesco ad andare, pur non escludendo rivalutazioni in futuro. Non ce la faccio ad avere voglia di ascoltare Battisti, che pure ammetto di conoscere poco nelle cose non nazional popolari. Il disco in esame però mi sembra che contenga classici di Battisti, quelli che conosco e non riesco ora ad apprezzare o ad aver voglia di ascoltare per scelta mia deliberata. Magari è questa l'occasione per rivalutarlo, chissà!

NathanAdler77 (ha votato 9 questo disco) alle 18:57 del 5 giugno 2013 ha scritto:

"Musicalmente" Guccini sta a Battisti come un pinguino delle Galapagos a una tigre siberiana.

Jose de Buenos Aires alle 20:29 del 10 ottobre 2013 ha scritto:

Caro Franz, se ti piacciono i Radiohead e se non l'hai mai sentita ti consiglio di ascoltare "Le tre verità": minimalismo e intuizioni post-rock vent'anni prima. Pensa che nello stesso 1971 pubblica singoli come "Pensieri e parole", "La canzone del sole", "Elena no", tutte canzoni assolutamente diverse una dall'altra.

Jose de Buenos Aires alle 20:29 del 10 ottobre 2013 ha scritto:

Caro Franz, se ti piacciono i Radiohead e se non l'hai mai sentita ti consiglio di ascoltare "Le tre verità": minimalismo e intuizioni post-rock vent'anni prima. Pensa che nello stesso 1971 pubblica singoli come "Pensieri e parole", "La canzone del sole", "Elena no", tutte canzoni assolutamente diverse una dall'altra.

FrancescoB, autore, alle 11:33 del 6 giugno 2013 ha scritto:

Sì beh non c'entrao nulla. Lucio è stato molto più creativo, vario, ha battuto coccitamente strade personali e ha guardato alle novità proposte dal rock e dalla musica elettronica. Guccini (artista che mi piace molto, sia ben chiaro) è un cantautore tradizionale, e nella sua arte i testi e la poetica (o meglio, il matrimonio fra musica e parole) rivestono un'importanza centrale, a volte preponderante. E' senza dubbio fra gli autori più colti e interessanti del nostro panorama, e come tale va valutato.

Insomma, si tratta di musicisti molto diversi che fanno cose molto diverse, il paragone "tecnico" è difficile, tutto dipende dai gusti.

rosario muscaglione alle 14:29 del 6 gennaio 2014 ha scritto:

L'originalità di Battisti e' oltremodo testimoniata dalla produzione con panella. Assolutamente geniale nella musica come nei testi. Questo non sminuisce minimamente la produzione con mogol che allo stesso modo risulta originale e dirompente nell' allora panorama musicale. Personalmente non saprei quale delle due scegliere...forse la mia età' mi ha portato a conoscere da piccolo il Battisti con mogol perché lo ascoltavano i miei genitori. Al contrario da ragazzo liberamente ascoltai la sposa occidentale e ne rimasi folgorato. In entrambi i casi la sua musica mi riporta a periodi diversi e belli della mia esistenza con il suo fortissimo potere evocativo....potere che solo la grande musica possiede.

Utente non più registrat (ha votato 5,5 questo disco) alle 18:59 del 13 gennaio 2019 ha scritto:

'I giardini di marzo' mi spacca il cuore ogni volta. Come ogni volta mi spacca il cuore il finale di 'Mi ritorni in mente'.. non ce la faccio a non commuovermi, sono troppo belle. Troppo.

Vito (ha votato 6,5 questo disco) alle 15:36 del 29 dicembre 2019 ha scritto:

Disco minore ma niente affatto disprezzabile