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R Recensione

7/10

Le Case del Futuro

Neve EP

Come se le immaginano le Case del Futuro questi tre giovani bresciani?

Se il davvero buon debutto Lucertole del 2012 prevedeva una struttura portante di lento pop psichedelico e citazioni italiane più o meno evidenti (Baustelle, Bluvertigo, Scisma) e una pelle esterna dall’aspetto shoegaze, il catalogo 2013 propone una variante strutturale decisamente più orientata verso la melodia pop.

A parte le facili analogie e ironie, ciò che questo Neve EP offre di nuovo, rispetto al repertorio precedente della band è proprio una migliore gestione della composizione dei brani. L'Ep è anche il primo lavoro uscito per la Foolica Records, dopo la Disastro Records.

Nonostante la durata media resti la stessa (molto breve a dire la verità, ma ciò non è necessariamente un male) le melodie si sviluppano in maniera più consapevole e meno ripetitiva. Strofe da canticchiare, bridge ben congegnati e ritornelli non troppo immediati che restano sottopelle. Niente di trascendentale, vero, ma neanche di così scontato. “Come volevi vivere”, cantata dal bassista Alessio Lonati è un onesto pop rock con azzeccati inserti di tastiera a sottolineare il riff (alle tastiere Nicolò Brattoli)che vi si ficcherà in testa al primo ascolto, il cui testo ridicolizza (a quanto pare) lo stile di vita di un conoscente della band (qualcuno ha detto hipster?). 

"Neve" è indie pop dolce e con un testo poetico arricchito di organetti e cori in sottofondo alle chitarre graffianti. La voce di Greg Dallavoce, (il gioco di parole era praticamente inevitabile) chitarrista, ricorda un Kip Berman dei The Pains of Being Pure at Heart, il sottoscritto apprezza. Sarebbe interessante un lavoro sull'alternanza fra le due voci all'interno dello stesso brano, al di là dei cori; magari nel prossimo album.

A ribadire le fondamenta su cui la band si poggia arriva la cover di "Tungsteno" dei conterranei Scisma, resa più piena e diretta rispetto all'obliquo arrangiamento originale (di cui si può sentire la seconda voce anche in questa versione). Chiude il breve EP il remix ad opera di Silent Panda (Luca Giovanardi) dei Julie’s Haircut di "L'Ultima" che, neanche a dirlo, era l'ultima traccia dell'esordio. Questo lento stomp folkeggiante, già percorso da fremiti elettronici, viene inabissato in una versione subaquea colma di bip stranianti, cancellandone la dolcezza originaria. Operazione non troppo riuscita. 

C'è da aspettarsi qualcos'altro di buono dai Le Case del Futuro, se sapranno coniugare melodie orecchiabili e sostanza sonora, come hanno dimostrato di saper fare fin'ora. Ragazzi mi raccomando, il rischio altrimenti è quello di virare su sonorità troppo radio-friendly e anzichè essere opera d'arte, diventare villetta di periferia.

Lo so, battutaccia. 

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