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R Recensione

6,5/10

Exoterm

Exits Into A Corridor

Consiglio a tutti, almeno una volta nella loro vita, di vedere dal vivo Nels Cline, in solo o con uno dei suoi innumerevoli progetti: è un’esperienza impagabile (di cui ho già raccontato) e, soprattutto, fa capire con buona approssimazione quanto sia scarsa la stragrande maggioranza dei chitarristi presenti sulla scena – non tanto e non solo per capacità tecniche, ma per visione dello strumento a trecentosessanta gradi. Il primo quarantennale d’attività, ufficialmente festeggiato con la prossima uscita di “Ode To Joy” della band madre Wilco, vede il musicista losangelino tornare a flirtare, in Exoterm, con gli ambienti del jazz scandinavo e, in particolare, con il sax di Kristoffer Berre Alberts (Cortex) e il basso di Rune Nergaard (Bushman’s Revenge, Astro Sonic), autore di tutte le composizioni qui presenti, cui si aggiunge l’inquieta batteria espansa di Jim Black (reduce dal buon “Malamute” uscito a suo nome nel 2017). I sei movimenti di “Exits Into A Corridor” sono una palestra ideale per le capacità di improvvisazione dei quattro membri: a partire da un minimo nucleo scritto si biforcano le diramazioni ispirate dall’estro creativo del singolo strumentista, in un insieme che coniuga rigore metodologico e dinamismo realizzativo.

Curiosamente, la peculiare voce di Cline è quella meno facilmente percepibile nell’amalgama generale. Dapprima accompagnamento ambientale sui generis, poi macchina di drone multistrato in supporto ai fraseggi crepuscolari di Alberts in “First Light”, la chitarra acquista una sua funzione di disturbo punk (alla maniera degli Ex, per capirci, o dei Led Bib) con l’irrigidirsi della corazza jazz rock di “Forest Mist – Night”, dove sotto alle unghie delle dita che torturano le ance finiscono schegge di rumorismo elettronico. Nulla di particolarmente esaltante, in ogni caso, non nelle rappresentazioni superficiali più cinematiche (trilli, pennate grunge e rientranze noir in una “…Back Towards The Car – Night” che avrebbe fatto comodo ai Sudoku Killer di Caterina Palazzi) e nemmeno negli interstizi introspettivi tra un brano e l’altro (la piccola sonata di “Moves Away From The Door” è cool jazz come lo intenderebbe Bill Laswell). A differenziare “Exits Into A Corridor” dalla pletora di uscite free jazz sovrapponibili l’una all’altra è, piuttosto, il colpo di coda, una “Manufacturing A Smile (Exits Into A Corridor)” dove, tra frizioni e lacerazioni jazzcore d’intensità crescente, Cline si contrappone con una linea sotterranea dal melodismo alieno e non consequenziale, prima di una stonata chiusura in reverse.

Discreta prova di genere, anche se priva di un particolare guizzo che possa motivare all’ascolto indipendentemente dai nomi coinvolti. La speranza è che il progetto Exoterm possa evolversi in una dimensione più concreta.

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